di Ferdinando da Lisbona
Questa testata si è già occupata del cantautore Tiziano Ferro in un articolo del 2013. L’occasione è stata la querelle sorta intorno ai messaggi al contrario nella sua canzone in voga all’epoca dal titolo: «Indietro». Un sacerdote, don Marra, dichiarò: «Tiziano Ferro è un satanista», siccome in una frase incriminata del testo si ascolterebbe - mettendo in play al contrario dal minuto 1.08 al minuto 1.02 - Ferro pronunciare le parole: «Grazie Satana, lui mi rende libero».
Nel 2019, l’artista, che nel 2010 aveva apertamente dichiarato la propria omosessualità in un’intervista e in un’altra del 2011 aveva sostenuto: «Voglio un figlio entro i 40 anni», , torna prepotentemente alla ribalta. Recita così l'ultimo tormentone estivo (video) di Tiziano Ferro, «Buona (Cattiva) Sorte)», in onda sulle emittenti radiofoniche nazionali da fine maggio: «Nella buona, cattiva sorte/ io l'amerò fino alla morte».
Quella che sarebbe sembrata l’allusione canora alla promessa di matrimonio, tra un uomo e una donna, uno dei compiti più importanti per gli sposi che con le loro parole si giurano amore eterno, si è invece rivelata il preludio dei propositi che il cantante ha pronunciato nei giorni scorsi, nella sua casa di Sabaudia, località sul mare in provincia di Latina, dove si è unito civilmente con il compagno Victor Allen, dopo tre anni insieme.
Nell’occasione, come ci aveva già abituato in passato, non ultima la polemica dello scorso anno con il ministro Fontana, dopo alcune sue frasi sui gay: «Non voglio supporto, mi basterebbe smettere di sentirmi invisibile», Ferro ha ancora rilasciato altre dichiarazioni a forte impatto mediatico attraverso una lettera al Corriere: «Credo nell'amore universale e in un Dio simpatico», la tentazione di costruirsi un Padreterno su misura.
La notizia ha non solo riscosso l’attenzione dei fan del cantautore pontino e del mondo dello spettacolo, sicuramente con cenni di consenso e gradimento talora vistosi, ma ha senz’altro anche destato scalpore un pò in tutta l’Italia. Ci sono poi state alcune prese di posizione apertamente contrarie, come quella di Mario Adinolfi. Il noto esponente cattolico tradizionalista, tra i fondatori e leader del Popolo della Famiglia, ha infatti severamente criticato la diffusione mediatica dell'unione civile di Tiziano Ferro. Il quotidiano «Il Mattino» riporta punto per punto l’articolato attacco portato da Adinolfi: la disinformazione circa il presunto matrimonio gay, che per legge in Italia non esiste, e le modalità discutibili, se non illegali per il nostro Paese, con cui il ricco cantante potrebbe realizzare la volontà di avere un figlio, ad esempio tramite utero in affitto all’estero.
Le affermazioni di Mario Adinolfi, avvenute su Facebook, hanno diviso in due gli utenti. C'è chi ha controbattuto le sue parole ma ci sono anche suoi parecchi sostenitori.
A mio avviso il fatto ci richiama ad una riflessione. In linea del tutto teorica, è possibile non essere particolarmente interessati dalla cagnara sulle cosiddette «unioni civili», anche «omoaffettive», degli ultimi tempi e limitarsi a considerarle come una delle tante armi di distrazione di massa di questi tempi. In realtà, la questione è molto più spinosa e sottende il superamento stesso del nostro concetto di «famiglia», immutato negli ultimi millenni.
In tal senso, Tiziano Ferro, dovrebbe essere considerato senza enfasi un anti esempio, un campione, armato di alabarda mediatica, della lotta per la distruzione della famiglia tradizionale e dei suoi valori. Un fautore della negazione in senso sociale, naturale e antropologico dei cardini su cui si è basata la storia del genere umano. Ed è per questo ci riappelliamo all’immagine serena di come ancora erano le nostre famiglie e le nostre case, timorate di Dio, prima che una serie di campagne devastanti portasse in esse il germe della perdizione.
Venerdì 19 luglio 2019
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