di Silvia Tozzi
PESHAWAR | L'azione suicida di più kamikaze del gruppo fondamentalista islamico Jandullah, che si sono fatti esplodere tra i fedeli davanti a una chiesa di Peshawar in Pakistan dopo la messa domenicale, ha causato 81 morti, oltre un centinaio i feriti, che versano in gravi condizioni. Tra le vittime figurano tre bambini di età compresa tra i 3 e gli 8 anni, 6 donne e due ufficiali delle forze di sicurezza.
L'ATTACCO TERRORISTICO | La messa era appena terminata nella chiesa di Khoati Bazaar a Peshawar, e i kamikaze erano mescolati tra i fedeli. Nell'attacco sono stati usati dai 6 agli 8 kili di esplosivo. Gli attacchi sono stati portati a termine simultaneamente da almeno due kamikaze. L'attentato è il più grave contro i cristiani pachistani, nazione di fede musulmana.
I CRISTIANI | I cristiani in Pakistan sono il 4% della popolazione e sono stati spesso al centro degli attacchi degli islamici. Il Pakistan è nato come uno stato confessionale (dove mandare i musulmani indiani) e non essere di religione islamica è considerato un peccato di blasfemia. A marzo una folla di estremisti islamici aveva dato fuoco a un centinaio di abitazioni di cristiani nella Joseph Colony di Lahore. L'anno scorso una bimba cristiana di 11 anni, down, era stata arrestata per blasfemia.
IL NUNZIO | Il nunzio apostolico in Pakistan, monsignor Edgar Pena Parra, interpellato da Radiovaticana ha dichiarato: «Abbiamo appreso la triste notizia di quest'attacco ad una chiesa, la chiesa di Tutti i Santi a Peshawar. E logicamente, di fronte a questi atti, siamo veramente addolorati per il fatto che ancora una volta si verificano questi attacchi contro la nostra comunità cristiana. La chiesa non è una chiesa cattolica da quanto so fino ad ora, ma è molto vicina alla nostra chiesa cattolica. Ma quello non indica nulla, perché sono cristiani e parte della nostra minoranza. Quindi ancora una volta verifichiamo che questa nostra Chiesa cristiana è sofferente in Pakistan».
IL PREMIER | Il premier pachistano Nawaz Sharif ha detto che il suo governo non può continuare il dialogo con i talebani. «Sfortunatamente a causa di questo incidente, il governo non è in grado di andare avanti su cosa stava facendo o su cosa desiderava fare. Avevamo proposto in buona fede dei negoziati di pace ai talebani con il consenso di tutte le forze politiche, ma ora non è più possibile proseguire su questa strada». Intanto, per il timore di altri attentati, il ministro degli Interni Chaudhry Nisar Ali Khan ha annunciato ieri un piano di sicurezza per le chiese di tutto il Paese e altri luoghi di culto delle minoranze considerati facili bersaglida parte dei militanti islamici.
Lunedì 23 settembre 2013
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