Infiltrazioni mafiose nei cantieri Expo 2015. Emessi 23 provvedimenti d'interdizione

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lo ha detto in bocconi il capo della polizia alessandro pansa

Infiltrazioni mafiose nei cantieri Expo 2015
Emessi 23 provvedimenti d'interdizione

Per i sindacati i controlli sono troppo lenti. «A fine ottobre solo il 36 per cento delle richieste di iscrizioni nelle white list risultava evaso»

di Silvia Tozzi

L'area Expo
L'area Expo

MILANO | I tentativi della criminalità organizzata di infiltrarsi nei cantieri legati a Expo 2015 ci sono stati. Lo dice il capo della polizia Alessandro Pansa, che però garantisce che lo scudo di difesa ha funzionato: le aziende in odore di mafia sono state allontanate.

I PROVVEDIMENTI | «Fino a oggi sono stati emessi 23 provvedimenti d’interdizione a società interessate alle opere dell’Expo e ad altre 7 è stata negata l’iscrizione alla white list della prefettura. Expo non è soltanto una vetrina internazionale e una straordinaria occasione di ripresa economica, ma anche una possibilità d’infiltrazione nel tessuto economico del territorio. I cantieri fanno gola anche alle organizzazioni criminali impegnate soprattutto a infiltrarsi nelle gare di appalto».

LE CONTROMISURE | Dallo scorso anno sono state istituite le white list, gli elenchi di imprese pulite. Ed è questo che, per Pansa, bisogna fare: puntare sulla prevenzione. Per le ruspe direttamente impiegate a Rho-Pero, fino a ora, sono stati due gli episodi: in un caso, quello di una ditta che lavorava alla 'rimozione delle interferenze', la società è stata riammessa dal Tar. Per l’appalto più grande, quello della piastra, l’azienda è stata esclusa, ma la segnalazione che ha portato allo stop è arrivata sei mesi dopo l’aggiudicazione della gara.

I TEMPI | Da qui era partito un allarme sui controlli troppo lenti. Dicono i sindacati: «A fine ottobre solo il 36 per cento delle richieste di iscrizioni nelle white list risultava evaso — parla Antonio Lareno della Cgil — I dati confermano la nostra opinione: la risposta è troppo lenta. Una conferma di questa scarsa funzionalità si è avuta poco fa: un committente di un’opera legata a Expo ha chiesto una liberatoria per un’azienda nell’agosto del 2012 e ha dovuto rinnovarla nel settembre del 2013».

Giovedì 28 novembre 2013

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