di Silvia Tozzi
NIENTE SOLDI | «Per marzo - sottolinea il primo cittadino - non ci saranno i soldi per i 25mila dipendenti del comune, per il gasolio dei bus, per tenere aperti gli asili nido o per raccogliere i rifiuti. E neanche per organizzare la santificazione dei due Papi, un evento di portata planetaria».
DIVERSA DAGLI ALTRI | Marino non si sente un sindaco come gli altri, e dice che Roma ha spese che le altre città non hanno: «Posso capire, intellettualmente, le proteste di chi si chiedePerché Roma deve avere di più? Ma allora facciamo una legge nazionale per cui tutte le manifestazioni nazionali si faranno a Varese. Poi, quando arrivano i black bloc, i No Tav o le proteste sindacali ne riparliamo. Perché i cittadini di Roma, con le loro tasse, ora si caricano i costi della sicurezza, della pulizia, della gestione delle strade».
CONTRO IL GOVERNO | «Il governo deve dire con chiarezza se ci dà gli strumenti legislativi per risanare. I soldi che sono in quello che la stampa chiama Salva Roma sono tasse dei romani che devono essere restituite ai romani, trasferite nel 2008. Il governo deve restituire a Roma ciò che è di Roma, stiamo pagando il debito di denaro dissipato negli ultimi 50 anni. Qui bisogna ancora pagare i terreni espropriati nel 1957 per costruire il Villaggio Olimpico, ma si può continuare a governare così la Capitale. Con i soldi che abbiamo adesso potremo rifare una strada ogni 52 anni, oppure pulire un tombino ogni 24. È chiaro che non è sostenibile. Se si tratta che il mese prossimo debbo non pagare gli stipendi, vendere l’Acea, fermare il trasporto. Io non sono pronto a fare l’ufficiale liquidatore della Capitale di un paese del G8».
Giovedì 27 febbraio 2014
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