di Silvia Tozzi
L'AQUILA | Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, si è dimesso. dopo che, mercoledì scorso, quattro persone erano finite ai domiciliari e altrettante, tra cui il suo vice sindaco Roberto Riga, già dimesso, risultavano indagate nell'inchiesta Do ut des coordinata dalla Procura e relativa presunte tangenti nella ricostruzione post sisma.
LA DICHIARAZIONE DEL SINDACO | «Ho riflettuto e ho deciso nell'interesse della città» ha detto Cialente, «In fondo è stato lo stesso ministro Trigilia a dimettermi quando, in un'intervista il 9 gennaio, ha detto che il Comune non deve chiedere più soldi e, nello stesso giorno, in una riunione con il rettore dell'università aquilana, ha parlato di piano di rilancio dell'ateneo e di piano regolatore della città, senza il sindaco».
LA RIELEZIONE | Cialente era stato rieletto e ha fatto molto per tenere alta l'attenzione sulla città: «Ho pagato il fatto di aver rimosso le bandiere tricolori dalle sedi comunali e di aver riconsegnato la fascia tricolore. Ho dato tutto me stesso, ma non sono stato abbastanza forte, sono rammaricato perché ho perso».
GLI AQUILANI | Oltre 500 aquilani hanno affollato piazza Duomo per la manifestazione #Dimettiamoli, che chiedeva un passo indietro e le dimissioni dell'amministrazione comunale aquilana dopo l'inchiesta per presunte tangenti legate agli appalti per la ricostruzione. Quando sono state annunciate le dimissioni del primo cittadino si è sollevato un applauso. «Non si è dimesso, è la città che lo ha dimesso, e non gli permetterà la solita pantomima che tra dieci giorni le ritira - ha commentato Ettore Di Cesare, consigliere comunale di Apl - Stavolta non c'è pantomima. Stavolta a maggio si va alle elezioni».
Domenica 12 gennaio 2014
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