Ibarra, Ceo di Wind: «Serve più concorrenza nel mercato della telefonia fissa»

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Ibarra, Ceo di Wind: «Serve più concorrenza
nel mercato della telefonia fissa»

Intervenuto al Meeting di Rimini, al convegno sulla rivoluzione digitale. «Non stiamo entrando nell'era del digitale, ma stiamo uscendo dalla preistoria digitale, con l'abolizione dell'utilizzo del fax nella Pa»

Redazione Online

Maximo Ibarra, Ceo di Wind
Maximo Ibarra, Ceo di Wind

RIMINI | Il mercato della telefonia mobile in Italia «non ha nulla da invidiare né al resto d’Europa, né agli Stati Uniti o al Sud-Est asiatico». Sono le parole di Maximo Ibarra, amministratore delegato di Wind, che è intervenuto al Meeting di Rimini, al convegno sulla rivoluzione digitale. Nella telefonia fissa, invece, la situazione è ben diversa. «Esiste la necessità – sottolinea Ibarra – di una maggiore liberalizzazione e competizione, in modo da poter offrire la possibilità di fare più investimenti».

RIVOLUZIONE DIGITALE | Per Ibarra siamo soltanto all'inizio: «Esiste una rivoluzione digitale. Il cliente-utente è già digitalizzato anche se a volte non lo sa o non ne è consapevole. Semmai, in Italia, è la formazione a non essere all’altezza». C’è poi tutto il ramo della Pubblica amministrazione da svecchiare: «Non stiamo entrando nell’erà digitale, ma stiamo uscendo dalla preistoria digitale, come dimostra la fine del fax nella Pubblica amministrazione, come prevede il decreto del Fare».

Insomma, secondo Ibarra, c’è tutto un settore ancora da sviluppare nel nostro Paese: «Lo sviluppo in questo campo è enorme e il carico di rete è impressionante – spiega Ibarra -. Eppure non ci siamo ancora resi conto di cosa abbiamo davanti, avendo il fenomeno una progressione non ordinaria ma geometrica, come le nuove frontiere della domotica».

Venerdì 23 agosto 2013

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