di Silvia Tozzi
ROMA | La Guardia di Finanza e i Monopoli di Stato nel mese di agosto ha pianificato una capillare attività di controllo sui centri scommesse. Si è fatta particolare attenzione a quelle vicine ai punti di ritrovo dei giovani. Tra gli obiettivi dei controlli, verificare l’iscrizione degli esercizi nell’apposito elenco e il possesso delle necessarie autorizzazioni, l’integrità degli apparecchi da gioco, il collegamento alla rete dei Monopoli e l’identità dei giocatori. La sanzione amministrativa prevista per il mancato rispetto delle norme va dai 1.500 ai 15mila euro per ciascun apparecchio sprovvisto delle autorizzazioni. Sono stati controllati 2.264 esercizi, 563 le violazioni contestate, 184 i videopoker illegali sequestrati e ben 203 i punti scommessa irregolari chiusi. Complessivamente 290 persone sono state denunciate e 11 casi hanno riguardato violazioni a tutela dei minorenni, dato che ne sono stati scoperti alcuni intenti a giocare e a scommettere, altri erano presenti in aree destinate ai giochi.
I REATI PIU DIFFUSI | «I fenomeni illeciti maggiormente diffusi sono l'alterazione e la manomissione degli apparecchi da gioco e la raccolta di scommesse sportive abusiva mediante agenzie clandestine, anche per conto di allibratori esteri privi di autorizzazione. Vi è poi l'installazione dei totem, gli apparecchi forniti di un computer mediante il quale è possibile il collegamento alla rete internet e la partecipazione ai giochi on line. In questi casi sono comprese sia le offerte conformi alla disciplina nazionale, che quelle illegali proposte da soggetti privi della concessione per operare in Italia».
ALCUNI CASI STRAVAGANTI | Tra i casi più interessanti, le Fiamme Gialle raccontano che nel Brindisino, in un'attività di scommesse, sono stati trovati tre minori intenti a compilare la distinta di gioco per scommettere su una partita di calcio. Invece, a Reggio Calabria, è stato scoperto un singolare stratagemma messo in atto per effettuare clandestinamente giochi d'azzardo. All'interno di due locali adibiti a sala giochi, i finanzieri hanno sorpreso un gruppo di persone accanto a slot machine i cui monitor erano solo apparentemente fuori uso: sotto il banco delle vendite era stato installato un interruttore che permetteva all'esercente di accendere e spegnere le slot machine a seconda delle diverse circostanze.
La tutela del monopolio statale sui giochi e sulle scommesse, sottolinea infine la Guardia di Finanza, «rappresenta una delle attività a salvaguardia del bilancio nazionale: i fenomeni di abusivismo e clandestinità nel settore determinano inevitabili ricadute sul piano dell'imposizione fiscale»
Martedì 10 settembre 2013
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