Gruppo Riva, a casa 1.500 lavoratori. Chiudono sette impianti in tutta Italia

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dopo i sequestri del Gip

Gruppo Riva, a casa 1.500 lavoratori
Chiudono sette impianti in tutta Italia

Sindacato Fim Cisl diffida a mettere in libertà i lavoratori

Redazione Online

Emilio Riva
Emilio Riva

TARANTO | Il gruppo Riva ha annunciato che da domani metterà in libertà circa 1.500 addetti che operano nelle 13 società riconducibili alla famiglia e oggetto del sequestro di beni e conti correnti per 916 milioni di euro operato dalla Guardia di finanza nell'ambito dell'inchiesta tarantina per disastro ambientale.

TREDICI SOCIETÀ CESSANO L’ATTIVITÀ | Nel dettaglio da oggi cesseranno tutte le attività dell'azienda, tra cui quelle produttive degli stabilimenti di Verona, Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero, Cerveno (Brescia) e Annone Brianza (Lecco) e di servizi e trasporti (Riva Energia e Muzzana Trasporti). «Tali attività non rientrano nel perimetro gestionale dell'Ilva - afferma l'azienda - e non hanno quindi alcun legame con le vicende giudiziarie che hanno interessato lo stabilimento Ilva di Taranto».

IL BLOCCO DELLE ATTIVITÀ BANCARIE | «La decisione - afferma la società -, comunicata al custode dei beni cautelari, Mario Tagarelli, e illustrata alle rappresentanze sindacali dei diversi stabilimenti coinvolti, si è resa purtroppo necessaria poiché il provvedimento di sequestro preventivo penale del Gip di Taranto, datato 22 maggio e 17 luglio 2013 e comunicato il 9 settembre, in base al quale vengono sottratti a Riva Acciaio i cespiti aziendali, tra cui gli stabilimenti produttivi, e vengono sequestrati i saldi attivi di conto corrente e si attua di conseguenza il blocco delle attività bancarie, impedendo il normale ciclo di pagamenti aziendali, fa sì che non esistano più le condizioni operative ed economiche per la prosecuzione della normale attività».

IMPUGNATO PROVVEDIMENTO DI SEQUESTRO | «Riva Acciaio impugnerà naturalmente nelle sedi competenti il provvedimento di sequestro, già attuato nei confronti della controllante Riva Forni Elettrici e inopinatamente esteso al patrimonio dell'azienda - conclude l'azienda -, in lesione della sua autonomia giuridica, ma nel frattempo deve procedere alla sospensione delle attività e alla messa in sicurezza degli impianti cui seguirà, nei tempi e nei modi previsti dalla legge, la sospensione delle prestazioni lavorative del personale (circa 1.400 unità), a esclusione degli addetti alla messa in sicurezza, conservazione e guardiani degli stabilimenti e dei beni aziendali»

UILM, AZIONE INCONCEPIBILE | «Ancora una volta – scrive in una nota Mario Ghini, segretario nazionale Uil - le iniziative disposte dagli uffici del Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Taranto determinano una ripercussione negativa sulla produzione siderurgica nazionale e sugli approvvigionamenti d’acciaio utili alle imprese manifatturiere italiane ed estere. Se è vero che le parti sociali, datoriali ed istituzionali sono tutte coinvolte nel raggiungimento di un coerente equilibrio tra azioni di risanamento ambientale e ripristino produttivo relative al sito di Taranto, è inconcepibile che si mini la ripresa e l’occupazione confiscando strutture in questo caso riconducibili ad Ilva Spa, a Riva Forni Elettrici Spa, a Riva Fire Spa. Siamo favorevoli affinché nessuna lentezza nelle procedure autorizzative possa bloccare i lavori previsti dal piano Ambiente per l’Ilva, ma non possiamo accettare che produzione ed occupabilità delle aziende collegate paghino in modo così pesante e costante. Si è venuto a creare, con questo ultimo annuncio di esuberi un clima d’incertezza nel settore siderurgico che fa male ai tentativi di ripresa dell’economia italiana e all’immagine del Paese sui mercati internazionali. Il sindacato si prepara a reagire duramente».

FIM, DIFFIDIAMO AZIENDA A METTERE IN LIBERTÀ LAVORATORI  | «Diffidiamo l'azienda a mettere in libertà il personale, ma la procura configuri il provvedimento affinché vi sia continuità produttiva». Lo afferma in una nota il Segretario nazionale Fim Cisl Marco Bentivogli. «All'indomani del provvedimento di confisca dei beni riferiti alla famiglia Riva e alle società da esse controllate siamo di fronte - afferma Bentivogli - ad un ennesimo epilogo inaccettabile: l'azienda ci ha appena comunicato dell'impossibilità di poter dar continuità produttiva e lavorativa e sta predisponendo in tutti gli stabilimenti di Riva forni elettrici, ex Riva acciaio, la messa in libertà'immediata di tutto il personale». La Fim Cisl ritiene che questo «è l'ennesimo epilogo, di cui a farne le spese sono i lavoratori. Diffidiamo l'azienda ad avviare la messa libertà dei lavoratori e la invitiamo a ricorrere immediatamente all'utilizzo degli ammortizzatori sociali, invitiamo altresì la procura in tempi rapidi, a scorporare dal provvedimento di confisca tutto ciò che impedisce la normale prosecuzione dell'attività produttiva e lavorativa. Non accetteremo questa ennesima beffa ai danni dei lavoratori che non hanno nessuna responsabilità».

Giovedì 12 settembre 2013

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