Redazione Online
MOSCA | Marcia indietro apparente delle autorità russe. É stata revocata l'accusa di pirateria nei riguardi delle 30 persone coinvolte nella protesta di Greenpeace contro una piattaforma petrolifera nell'Artico nel settembre scorso. Lo riferisce l'agenzia di stampa Itar-Tass, citando investigatori federali. Il portavoce del comitato investigativo Vladimir Markin ha detto che l'accusa contro gli attivisti è stata modificata da pirateria, che prevede una pena massima di 15 anni di reclusione, a quella di teppismo, un reato che prevede in Russia la detenzione fino a 7 anni di carcere.
LA POSIZIONE DI GREENPEACE | L'organizzazione ambientalista ritiene che anche questa accusa sia «Ampiamente sproporzionata, Un reato grave per chi è solo colpevole di pacifismo». «Siamo senza parole. La verità è sotto gli occhi di tutti, nei filmati e nei racconti di quel 18 settembre. La verità è che i nostri ragazzi non sono più teppisti di quanto non fossero pirati. Questi uomini e donne coraggiosi rinchiusi da settimane nelle carceri della Russia siberiana sono innocenti. Hanno subito una aggressione - l'abbordaggio dell'Arctic Sunrise da parte della Guardia Costiera Russa - e stanno subendo, proprio in queste ore, una colossale e imperdonabile ingiustizia».
Giovedì 24 ottobre 2013
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