Gli attivisti di Greenpeace arrestati in Russia lamentano condizioni carcerarie pessime

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tra gli arrestati un italiano, cristian d'alessandro, che ha incontrato l'ambasciatore

Gli attivisti di Greenpeace arrestati in Russia
lamentano condizioni carcerarie pessime

Nelle celle freddo, mancanza di cibo e di vestiti adeguati. Molti di loro, in stato di shock, non riescono a comunicare con il personale carcerario, che parla solo russo. Sono stati messi in cella con cittadini russi, in violazione della legge

di Silvia Tozzi

Un'attivista arrestata
Un'attivista arrestata

MOSCA | Il ministro degli Esteri Emma Bonino è in continuo contatto con le autorità russe per la liberazione di Cristian D'Alessandro, attivista italiano di Greenpeace in stato di fermo a Murmansk con l'accusa di pirateria. Il vice console a San Pietroburgo è a Murmansk dallo scorso 22 settembre per assistere l'attivista, che sarebbe in buone condizioni psico-fisiche. A Mosca l'ambasciatore d'Italia ha avuto un colloquio con il direttore generale del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, cui ha fatto presente il carattere pacifico e puramente dimostrativo dell'azione di Greenpeace e ha manifestato la viva attesa che la situazione del connazionale possa essere rapidamente chiarita.

IL CARCERE | Tutti i partecipanti all’attacco contro la piattaforma petrolifera russa Prirazlomnaja, nel Mare di Barents, per i prossimi due mesi resteranno in carcere. Si tratta di 30 persone, arrestate con l’accusa di attacco contro la piattaforma petrolifera di Gazprom.

GLI ARRESTATI | Tra gli arrestati, quattro cittadini russi e cittadini di altri 18 paesi, tra cui Stati Uniti, Argentina, Canada, Paesi Bassi, Ucraina, Italia, Germania, Francia e Brasile.

IL FERMO | La nave Arctic Sunrise, battente la bandiera dei Paesi Bassi, è stata fermata dalle guardie di frontiera russe il 18 settembre. Gli attivisti di Greenpeace avevano cercato di salire sulla piattaforma petrolifera Prirazlmonaja e sono stati fermati con gli idranti. Due sono stati arrestati sul posto e gli altri sono fuggiti , ma infine la nave è stata fermata dai reparti speciali.

LE ACCUSE | L’imputazione contro gli attivisti è di pirateria, che prevede la pena di 15 anni.

GLI ATTI PASSATI | Nel 2012, Greenpeace aveva svolto un'azione contro la piattaforma Prirazlomnaja, restando sospesi allo scafo per 12 ore, e non sono incorsi in sanzioni.

L'ARRESTO | L'equipaggio di Greenpeace lamenta il freddo delle celle, la mancanza di cibo e di vestiti adeguati. Molti di loro sono quasi in stato di shock e non riescono a comunicare con il personale carcerario, che parla solo russo. Uno di loro ha consultato uno psicologo. Molti stranieri sono stati messi in cella con cittadini russi, in violazione della legge: un polacco divide la cella con quattro russi, uno dei britannici ha due compagni di cella russi, entrambi accusati di rapina. Vari ambientalisti non fumatori lamentano di essere costretti a dividere la cella con fumatori. Alcuni necessitano di farmaci (ad esempio paracetamolo per problemi quali artriti lievi e mal di schiena).

Mercoledì 2 ottobre 2013

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