Gdf sequestra villa Wanda di Gelli. Evaso Fisco per 17 milioni di euro

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Gdf sequestra villa Wanda di Gelli
Evaso Fisco per 17 milioni di euro

L'indagine è stata condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Arezzo assieme alla locale Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate

Redazione Online

Licio Gelli
Licio Gelli

SEQUESTRATA VILLA WANDA | La Guardia di finanza ha eseguito sulle colline di Arezzo il sequestro preventivo di villa Wanda, residenza di Licio Gelli. La storica dimora si trova sulla collina di Santa Maria delle Grazie ed è composta da due fabbricati, per un totale di 32,5 vani, con annessi piscina e locale serra, e da terreni agricoli della superficie complessiva di mq 11.150. É questo l'epilogo di una indagine molto complessa condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Arezzo assieme alla locale Direzione Provinciale dell'Agenzia delle Entrate, che ha consentito, «di scoprire un sistema di frode architettato dalla famiglia Gelli al fine di non pagare le imposte dovute allo Stato ed evitare che Equitalia potesse pignorare la villa di famiglia, tentando di venderla fittiziamente ad una società terza».

RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA | La vicenda risale all'anno 1998, allorquando l'Agenzia delle Entrate aretina entrava in possesso di un testamento olografo dello stesso, rinvenuto dalle Autorità di Polizia Giudiziaria francesi, attestante sue significative disponibilità patrimoniali in territorio estero, nonché di documentazione comprovante il sostenimento di spese a favore dei tre figli per rilevantissimi importi, ben superiori ai redditi dichiarati. Da qui derivano contestazioni di omessi pagamenti di imposte sui redditi e di registro, che, dopo i ricorsi vinti dall'Amministrazione Finanziaria davanti alle Commissioni Tributarie, sono stati quantificati in cartelle esattoriali nei confronti dello stesso per 8,8 milioni di euro, del figlio per 7,2 milioni, della figlia per 1,1 milioni e del primogenito per 500 mila euro.

SIMULAZIONE VENDITA IMMOBILE | Oltre a questo, dalle indagini è emerso che, già nel 2007, gli indagati, consapevoli dei rilevanti debiti da pagare all'Erario e prevedendo l'attivazione prossima ventura delle procedure di riscossione coattiva da parte di Equitalia, hanno pianificato e realizzato, in un brevissimo arco temporale, una serie di atti e negozi giuridici fittizi per svestirsi della proprietà della villa, mediante la simulazione della dismissione a terzi da parte della storica società proprietaria che era al 100% controllata dai tre figli. Due i passaggi chiave dell'operazione fraudolenta: le iscrizioni ipotecarie sull'immobile a favore della moglie di L. G. e del nipote, a fronte di crediti vantati dagli stessi per l'erogazione di presunti finanziamenti nei confronti della società di famiglia; quindi, ottenuta tale giustificazione formale, la successiva alienazione del compendio immobiliare nell'asse patrimoniale di una società romana, precostituita ad hoc e sempre riconducibile ai medesimi congiunti dello stesso individuo.

REATI FISCALI PER 17 MILIONI DI EURO | L'architettura della frode fiscale è stata disvelata grazie alle indagini delle Fiamme Gialle svolte in stretto coordinamento con l'Agenzia delle Entrate di Arezzo, che hanno permesso di raccogliere le fonti di prova della commissione, da parte dello stesso, dei tre figli, della moglie e del nipote, del reato di «sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte», previsto dall'art. 11 del decreto legislativo. n. 74/2000. Gelli è indagato per reati fiscali dalla procura di Arezzo assieme alla moglie Gabriella Vasile, ai figli Maurizio, Maria Rosa e Raffaello, e ad un nipote, Alessandro Marsilli. Sempre secondo quanto appreso, l'inchiesta riguarderebbe tasse non pagate da parte della famiglia di Licio Gelli per 17 milioni di euro.

Giovedì 10 ottobre 2013

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