Redazione Online
GLI OBIETTIVI DI BERLUSCONI | «Ero già sorpreso della scelta dissennata delle dimissioni dei parlamentari della maggioranza, una cosa mai accaduta. Sicuramente ieri è stata una giornata in cui tutto si è accelerato. L’obiettivo di Berlusconi è portare ad elezioni velocemente il Paese per evitare il voto sulla sua decadenza», una scelta che rende il Cavaliere «ancor più avversario di quella Italia che cerca di uscire dalla crisi».
PAESE PUGNALATO ALLA SCHIENA | É quanto affermato dal segretario del Pd, ospite di Lucia Annunziata a «In 1/2 ora», circa la situazione venutasi a determinare dopo l’annuncio delle dimissioni da parte dei ministri del PdL e della conseguente crisi di governo. «Credo – ha detto – che dobbiamo rendere conto di quello che sta succedendo in Parlamento, proprio perché è partita con la minaccia di dimissioni dei parlamentari. Come fece Prodi a suo tempo. Lì ognuno si assumerà la propria responsabilità». «Quello che colpisce è lo scarabocchio istituzionale che è stato fatto, lo sgarbo alla democrazia, l’attacco alle istituzioni. Una pugnalata alla schiena del Paese».
UN GOVERNO DI SERVIZIO | A proposito delle larghe intese: «Se ci fosse stata la possibilità di fare un governo diverso l’avremmo realizzata. Si poteva forzare su un governo di minoranza, ma non sarebbe durato. In questo momento abbiamo due blocchi di forze politiche, e l’unica vera forza di respiro europeo è quella del Partito Democratico. Ma il problema è quello che accade da ora in poi». «Lo sforzo di dare vita a questo governo era stato compreso ed era stato compreso il suo spirito di servizio» è l’opinione di Epifani, che ha aggiunto: «Ora la grande maggioranza degli italiani ci chiede l’ultima operazione di servizio al Paese e poi tornare al voto».
LE PRIORITÀ PER IL PAESE | Guglielmo Epifani poi si esprime in modo netto sul cosa fare: «Non ci interessano i governicchi – ha tenuto a precisare – ma lavorare per il Paese. Noi siamo favorevoli ad un governo che abbia due priorità, non per Pd ma per il Paese: la legge di stabilità e la legge elettorale. Intorno a questo, il Pd vedrà se ci sono le condizioni per un governo che affronti questi due problemi. Se ce la facciamo a fare un governo di servizio bene, se no ritorna la parola ai cittadini e al voto. Il Pd non ha paura delle elezioni, voglio dirlo con chiarezza»
LO STEP DELLE PRIMARIE | E, a proposito del partito, il segretario si è detto convinto che «in questa fase non dobbiamo fare solo interviste ma dobbiamo tornare tra la gente e i problemi del Paese. Dobbiamo assumere una iniziativa per spiegare quello che è successo, perché il Pdl si spenderà per rovesciare ancora una volta la realtà. Una manifestazione di piazza? Non escludo nessuna forma, decideremo a tempo dovuto e negli organismi. Il Pd è unito e lo dovrà essere con tutta la sua base e con chi ci dà fiducia». In conclusione, circa le primarie per l’8 dicembre, il segretario del Pd dice: «Lo abbiamo deciso 2-3 giorni fa e confermo il percorso, ma ogni decisione la prenderemo tutti insieme»
Lunedì 30 settembre 2013
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