di Mirko De Carli
Le parole di Conte sono state uno sproloquio infarcito di rigorismo istituzionale che lo fa assomigliare sempre di più a un Mario Monti 2.0 anziché al premier del cosiddetto “governo del cambiamento”. Schiaffeggiare Salvini col tono da professorino senza spiegare perché l’Italia non vuole più questo governo è atteggiamento arrogante e spocchioso, degno del peggior Renzi. Ha trascorso 14 mesi al suo fianco e ora gli riversa ogni tipo di critica e contestazione, politica e personale, possibile. Troppo facile, troppo meschino. Conte esce di scena come presidente del Consiglio mostrando la sempre più risibile e misera qualità della nostra classe dirigente attuale.
Salvini lo conosciamo: puoi condividerlo o meno ma ha le sue idee e il suo programma. È evidente che ha una forza inesauribile nel governare gli impulsi più viscerali degli italiani che si inaspriscono quando si parla di immigrazione e legalità. È altrettanto evidente che ha bisogno di chi gli insegni che senza una vera e concreta politica familiare a 360 gradi non è possibile realizzare tutto quello che immagina e propone come programma di governo con lui ipotetico premier. Una sola nota a margine: affidare i destini dell’Italia alla Madonna al Senato è stato un atto di estrema laicità che non possiamo non sentire nostro perché, a prescindere da chi lo dice e come lo dice, è sempre segno di contraddizione positiva in questi tempi bui e cupi per chi vuole difendere e incarnare le istituzioni con una sana cultura di vita e non di morte.
Renzi, Cirinnà e Bonino non li commento nemmeno. Sono i nostri avversari di sempre e sono il più fulgido esempio della deriva radicale di massa di questo paese. Vederli tracotanti applaudire a Conte, con i sorrisini di Di Maio, è stata l’istantanea più scioccante del futuro prossimo che ci attende: un mostro istituzionale a guida giallo-rossa dove l’unico obiettivo sarà quello di portare a conclusione la legislatura ed evitare la vittoria elettorale in solitaria di Salvini.
Ora una sola cosa è certa per noi che da anni ci battiamo per portare la rivoluzione culturale e fiscale #formatofamiglia in Parlamento: combattere con tutte le armi della democrazia l’alleanza giallo-rossa perché sarà una coalizione a tinte arcobaleno e pro-lobby globali. Ora siamo chiamati più che mai a costruire un’agenda politica alternativa al Pd e al M5S che metta come sua assoluta priorità la lotta alla denatalità e il rilancio della famiglia come pietra fondante della società e motore dell’economia attraverso un serio e ambizioso PNF (Piano Nazionale per la Famiglia) farcito dalla ciliegina sulla torta della rivoluzionaria misura del RDM (reddito di maternità). Dobbiamo essere in campo con determinazione insieme a chi ci sta e a chi crede veramente a questa sfida, unendola ad altre emergenze reali del paese (contrasto all’immigrazione clandestina, lotta alla droga, stop alla deriva eutanasica), portando la nostra creatività, le nostre energie e il nostro entusiasmo al fianco di tanti altri uomini e donne di buona volontà che magari non portano la nostra casacca ma indossano come noi anche quella di un sano patriottismo italiano ed europeo.
Non si voterà a breve e abbiamo tutto il tempo di portare avanti questo cammino facendoci trovare pronti ai prossimi appuntamenti elettorali (in primis le regionali in Emilia-Romagna) e capaci di ottenere eletti preparati come già in tanti comuni abbiamo (un esempio su tutti la mia amica Elisa Rossini attuale nostra consigliere al Comune di Modena). Costruiamo una rete di “buoni amministratori della cosa pubblica” ad ogni livello istituzionale sempre crescente che sarà il preludio al nostro ingresso in Parlamento al fianco di chi è pronto a vederci come fratelli pronti a dare il loro piccolo contributo di sangue per salvare questo disgraziato paese dalla morsa radicale arcobaleno. Sempre in lotta, sempre vostro.
Martedì 20 agosto 2019
© Riproduzione riservata
1521 visualizzazioni