Dal carcere all'altare del Papa la storia delle ostie di Gabriela

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Dal carcere all'altare del Papa
la storia delle ostie di Gabriela

La detenuta argentina sta scontando 7 anni nel carcere di San Martin.
Insieme con le compagne di cella, utilizzando vecchi attrezzi donati da alcune religiose, ha imparato a confezionare le osti per la comunione

Redazione Online

Ostia per la comunione
Ostia per la comunione

BUENOS AIRES | Il Sismografo, blog argentino che informa su vicende, impegni e fatti del Vaticano, ha rivelato recentemente che le ostie che Papa Francesco usa nella Messa celebrata in Santa Marta, la domus dove continua ad alloggiare, sono state confezionate da una detenuta argentina.

CHI È LA DETENUTA GABRIELA | Tale Gabriela C., 38 anni, sta scontando sette anni di reclusione nel penitenziario di San Martin, vicino Buenos Aires. Come lei stessa ha raccontato, nel laboratorio lavorano altre sue compagne di cella: «Usiamo macchine e attrezzi molto vecchi. Sono utensili datici in prestito da alcune religiose». Padre Jorge Garcìa Cuerva, Cappellano e responsabile della pastorale carceraria per l'America Latina e Caraibi, del laboratorio dice: «É un qualcosa di molto simbolico». Le ostie sono artigianali e quindi non tutte uguali, quando escono devono essere ritagliate e uniformate.

IL DONO PER PAPA FRANCESCO | Quando la giovane donna apprende che Monsignor Oscar Vicente Ojea avrebbe incontrato il Papa, gli consegna un sacchetto di ostie, alcune foto del laboratorio ed una lettera. «Vedrai che ti risponderà» le dicono le compagne, ma lei non vuole illudersi. Così Monsignor Ojea durante un pranzo con il Papa gli racconta la storia della detenuta che prepara le ostie per la messa che lui stesso officia in Buenos Aires, e gli consegna pacchetto e lettera. Quel che segue lo abbiamo già raccontato: il Papa a Santa Marta celebra messa con le ostie prodotte nel carcere di San Martin; alla giovane viene recapitata in carcere una lettera che inizia con «Cara Gabriela». É la lettera del Papa.

Sabato 31 agosto 2013

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