di Silvia Tozzi
FIRENZE | La Corte d’Assise d’Appello di Firenze ha depositato le motivazioni della sentenza di condanna di Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher.
LA VOLONTÀ DI UMILIARE | L’omicidio di Meredith Kercher si ebbe in una «progressione di aggressività». Rudy Guede mirava «alla soddisfazione di un proprio istinto sessuale», Amanda e Raffaele erano mossi da «una volontà di prevaricazione e di umiliazione nei confronti della ragazza inglese». Fra Amanda e Meredith «non vi era un buon rapporto. Meredith, la quale conduceva una vita molto regolare, fatta di studio, di frequentazione delle sue amiche connazionali e, in ultimo, anche di un rapporto affettivo intrecciato con uno dei ragazzi che abitavano al piano seminterrato della villetta, non tollerava il modo con il quale Amanda Marie Knox interpretava la convivenza all’interno dello stesso appartamento».
TWITTER | Amanda ha commentato su Twitter le motivazione della sentenza: «Il mio dna non è stato trovato nella stanza di Meredith, a differenza di quello di Rudy Guedé. Si tratta di una prova della nostra innocenza che la sentenza di Firenze non cambia e non può cambiare». Quindi: «Le motivazioni non possono identificare alcun movente fondato per il nostro supposto coinvolgimento in questo crimine terribile. Non meno di tre moventi sono stati precedentemente proposti dai pubblici ministeri e dalla Corte. Ognuna di queste teorie non aveva dimostrazione, come il cosiddetto movente trovato nelle nuove motivazioni, e ognuno di questi moventi venne abbandonato dai magistrati».
Sabato 3 maggio 2014
© Riproduzione riservata
2400 visualizzazioni