di Silvia Tozzi
TARANTO | L'inchiesta Ambiente Svenduto è stata chiusa con 53 persone indagate. Tra i nomi anche quello di Nichi Vendola, il presidente della Regione Puglia e di Sel.
VENDOLA | Secondo la procura tarantina, il governatore avrebbe detto al direttore dell'Arpa di adottare una linea morbida contro l'Ilva, per cui è indagato per concussione in concorso con Girolamo Archinà, ex dirigente dei rapporti istituzionali dell'Ilva, con Fabio Arturo Riva, ex presidente del gruppo Riva, con Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento tarantino e con Francesco Perli, legale del gruppo, per aver fatto pressioni sui vertici dell'Arpa, l'agenzia regionale per l'Ambiente. Il direttore dell'Arpa, Giorgio Assennato, con i funzionari Blonda e Giua secondo i pm avevano proposto (nel giugno 2010) di ridurre e rimodulare il ciclo produttivo dello stabilimento siderurgico in virtù dei risultati preoccupanti dei campionamenti sulla qualità dell'aria che avevano evidenziato valori elevati di benzoapirene. Vendola avrebbe consigliato ad Assennato a modificare la posizione sull'Ilva, minacciandolo di non confermare il suo incarico alla direzione dell'Arpa (in scadenza a febbraio 2011). Vendola ha permesso così all'acciaieria di continuare a produrre ai massimi livelli. In un'altra occasione, Assennato sarebbe stato ammonito dal dirigente all'ambiente Antonello Antonicelli a non utilizzare i dati tecnici «come bombe carta che poi si trasformano in bombe a mano».
GLI INDAGATI | Nell'inchiesta risultano coinvolti anche il sindaco Ippazio Stefàno, il parlamentare di Sel, Nicola Fratoianni (all'epoca assessore regionale), l'attuale assessore regionale all'Ambiente Lorenzo Nicastro, il consigliere regionale del Pd Donato Pontassuglia. Gli altri avvisi di garanzia sono in corso di notifica al patron Emilio Riva e ai suoi figli Nicola e Fabio. Sono ancora coinvolti il consigliere regionale Donato Pentassuglia i dirigenti della Regione Antonicelli, Manna, Pellegrino ed anche il direttore dell'Arpa Giorgio Assennato, il direttore scientifico dell'Arpa Massimo Blonda. Quindi Emilio Riva, Nicola Riva, Fabio Arturo Riva, Luigi Capogrosso, Marco Andelmi, Angelo Cavallo, Ivan Dimaggio, Salvatore De Felice, Salvatore D'Alò, Girolamo Archinà, Francesco Pervi, Bruno Ferrante, Adolfo Buffo, Antonio Colucci, Cosimo Giovinazzi, Giuseppe Dinoi, Giovanni Raffaelli, Sergio Palmisano, Vincenzo Dimastromatteo, Lanfranco Legnani, Alfredo Cerinani, Giovanni Rebaioli, Agostino Pastorino, Enrico Bessone, Giuseppe Casartelli, Cesare Cotti, Giovanni Florido, Michele Conserva, Vincenzo Specchia, Lorenzo Liberti, Roberto Primerano, Marco Gerardo, Angelo Veste, Giovanni Bardaro, Donato Perrini, Cataldo De Michele, Nicola Vendola, Ippazio Stefàno, Donato Pentassuglia, Antonello Antonicelli, Francesco Manna, Nicola Fratoianni, davide Filippo Pellegrino, Massimo Blonda, Giorgio Assennato, Lorenzo Nicastro, Luigi Pelaggi, Dario Ticali, Caterina Vittoria Romeo, Pierfrancesco Palmisano, Ilva spa (in persona del commissario straordinario Enrico Bondi), Riva Fire spa (in persona del consigliere delegato e legale rappresentante Angelo Massimo Riva ), Riva Forni Elettrici spa (in persona del presidente legale e rappresentante Cesare Federico Riva). In particolare, nomi di spicco sono quelli di Donato Pentassuglia, consigliere regionale Pd accusato di favoreggiamento nei confronti di Archinà, di Francesco Manna, di Antonello Antonicelli e dell’ex direttore dell’area Sviluppo economico della regione Puglia, Davide Filippo Pellegrino. Per i pm, insomma, un intero apparato al servizio dell’Ilva che scende anche nelle amministrazioni provinciali e comunali.
Mercoledì 30 ottobre 2013
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