di Silvia Tozzi
L'ACCUSA | La richiesta è stata formulata dal procuratore Giovanni Salvi. L'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia era partita da uno stralcio dell'indagine Iblis dei carabinieri del Ros di Catania su presunti rapporti tra Cosa nostra, politica e imprenditori. Era infine sfociata con un processo per reato elettorale davanti al giudice monocratico. Imputato con Raffaele Lombardo anche suo fratello Angelo, allora deputato nazionale del Mpa. La Procura ha poi presentato una richiesta di archiviazione per concorso esterno all'associazione mafiosa per i fratelli Lombardo, che il Gip Luigi Barone, in camera di consiglio, ha rigettato disponendo l'imputazione coatta.
L'AGGRAVANTE MAFIOSA | I pm hanno quindi contestato l'aggravante mafiosa per il reato elettorale, per voti di scambio che, secondo l'accusa, avrebbe ricevuto da ambienti criminali, atto che ha di fatto concluso il processo davanti al giudice monocratico. Così le accuse dei due fascicoli sono confluite in un unico procedimento davanti al Gip Marina Rizza, che deve ancora decidere sul rinvio a giudizio di Angelo Lombardo.
LA VERSIONE DI LOMBARDO | Lombardo, processato col rito abbreviato (dal 30 ottobre 2012), ha sempre respinto le accuse.
I DUE FRATELLI | In realtà i processi dei due fratelli avanzano in parallelo, dato che il giudice è lo stesso. Si pensa che le due sentenze arriveranno in contemporanea, altrimenti il magistrato giudicante sarebbe incompatibile per uno dei due riti.
Mercoledì 18 settembre 2013
© Riproduzione riservata
962 visualizzazioni