Redazione Online
BERLUSCONI, SENTENZA CASSAZIONE INFONDATA | «Se qualcuno pensa di eliminare con un voto parlamentare, contrario peraltro al parere di autorevoli giuristi, il leader del primo partito, ossia il sottoscritto, a causa di un sentenza allucinante e fondata sul nulla, allora si sarebbe davanti ad una ferita profonda della democrazia. Credo che milioni di italiani non lo permetterebbero». Sono parole dure quelle di Silvio Berlusconi che, nel corso di un’intervista a Studio Aperto, rompe il silenzio dei giorni scorsi e commenta la sua spinosa vicenda giudiziaria. La questione della sua agibilità politica ritorna al centro della scena politica italiana, dopo la tregua siglata giovedì tra le forze della maggioranza durante il Cdm sulla cancellazione dell'Imu.
DEMOCRAZIA A RISCHIO | Il Cavaliere ha ribadito che le motivazioni della Cassazione sulla sua condanna di 4 per frode sono fondate sul nulla e sono un attacco alla democrazia. «Oltre ai problemi economici c'è una posizione di fondo che non si può mettere tra parentesi e non è il mio caso, il caso Berlusconi, ma è il caso della democrazia in Italia».
LA LINEA DIFENSIVA DEI LEGALI | A sostenerlo in questa sua battaglia ci sono anche i suoi legali Franco Coppi, Piero Longo e Niccolò Ghedini che in una nota scrivono: «Nella fretta di voler confermare la sentenza emessa a Milano la Corte di Cassazione, con una motivazione inesistente che altro non è se non un collage delle precedenti decisioni, non ha, con ogni evidenza, tenuto conto alcuno delle reali risultanze probatorie e delle conclamate violazioni del diritto di difendersi provando».
«Mai il Presidente Berlusconi - si legge nel comunicato - ha avuto incarichi in Mediaset. Mai il Presidente Berlusconi si è occupato degli acquisti dei diritti televisivi. Mai il Presidente Berlusconi si è occupato degli organigrammi societari che fra l'altro sono continuamente cambiati nel corso degli anni. Mai il Presidente Berlusconi ha avuto alcun ruolo nelle denunce dei redditi o nelle scelte operative in particolare quelle finanziarie. É quindi una decisione del tutto fuorviante e totalmente sconnessa dalla realtà dei fatti. Trattandosi poi di una decisione della Corte di Cassazione, la sentenza è ancora più deludente sul piano strettamente giuridico nella misura in cui non ha dato ragionevoli risposte agli argomenti proposti dalla difesa a dimostrazione della impossibilità di configurazione in punto di diritto del reato contestato al Presidente Berlusconi».
LA REPLICA DI EPIFANI | Immediata la replica del segretario del Pd, Guglielmo Epifani che ai microfoni del Tg3 afferma: «Non è una sentenza fondata sul nulla, si tratta di un reato particolarmente pesante e particolarmente grave se commesso da un esponente politico». «Per noi la giustizia deve essere uguale per tutti. Nessuno è sopra la legge e le sentenze si rispettano», ha aggiunto il segretario del Pd. «La Giunta del Senato si riunirà - ha aggiunto Epifani - valuterà le ragioni della difesa, come è giusto che sia, e poi deciderà. Lo detto e lo ripeto: la legge Severino non mi sembra in nulla e per nulla illegittima dal punto di vista Costituzionale». E chiude «Il Pd non si farà condizionare dalle minacce del Pdl. - Quello che dice il Pdl (se il Pd vota la decadenza il governo cade), non mi interessa. Un governo di larghe intese non può andare avanti a seconda degli alti e bassi delle vicende giudiziarie di Berlusconi. Noi sosteniamo il governo nella sua difficile azione - ha concluso il segretario Pd - ma chiediamo al Pdl pari responsabilità».
Venerdì 30 agosto 2013
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