di Silvia Tozzi
BOLOGNA | A Bologna il Tribunale minorile ha concesso in affidamento temporaneo una bambina di tre anni a una coppia omosessuale.
LA COPPIA | La coppia affidataria non vive in un’altra città della regione. Si tratta di due uomini di mezza età, con un lavoro e un buon reddito, che convivono da tempo. Sono una coppia stabile e affidabile: i servizi sociali hanno espresso parere favorevole al provvedimento. La bambina vive nella stessa città emiliana e conosce bene i due, li chiama «zii», sebbene non vi sia alcun legame di parentela. Insomma, i servizi, prima, e i giudici, poi, hanno ritenuto che ci fossero tutte le condizioni di benessere e serenità richieste dalla legge.
LEGGE FLUIDA | Il Tribunale minorile di Bologna si è mosso nel solco di una legge più fluida di quella sulle adozioni. L’obiettivo dell’affidamento temporaneo, infatti, è esclusivamente la tutela del minorenne, che spesso continua a frequentare i suoi genitori. E se per le adozioni la legge italiana parla espressamente di coppia sposata, per l’affidamento è previsto che la nuova famiglia possa essere una coppia tradizionale, meglio se con altri figli minori in casa, ma anche una «comunità di tipo famigliare» - formata da due persone che assolvono alla funzione di genitori - o anche un single. Non c’è una voce specifica per le coppie omosessuali, ma neppure nessun passaggio che le escluda.
LA CORTE DI CASSAZIONE | D’altro canto, lo scorso gennaio, la Corte di Cassazione ha sancito il diritto dei gay a ottenere in affido un minorenne. Per i giudici supremi, sostenere che «sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale» è un «mero pregiudizio».
Venerdì 15 novembre 2013
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