di Francesca Camponero
Ancora ci è concesso di andare a fare la spesa nei supermercati e questa resta l'unica occasione per il cittadino di poter respirare un pò di aria pura, che non sia solo quella che possiamo concederci mettendo il naso fuori la finesta appena alzati.
Alcuni dei supermercati sono molto affollati con code chilometriche al di fuori della porta di accesso, altri, magari in vie secondarie, sono meno frequentati e per questo si riesce ancora ad entrare con facilità e senza alcun pericolo di contagio vista appunto la poca affluenza.
Io in questi giorni ho scelto uno di questi che dista dalla mia abitazione di qualche isolato, il che è un bene in quanto in questo modo (finchè sarà concesso) riesco anche a fare due passi senza incorrere in sanzioni dato il motivo di "primaria necessità".
Oramai il gestore mi conosce e siamo riusciti a fare due parole in più oltre al solito, "grazie e prego" al momento del pagamento alla cassa.
Questo signore mi ha raccontato una cosa molto interessante e che fa riflettere non poco: da quando sono in vigore queste restrizioni l'acquisto degli alcolici è salito del 100%. Il motivo è facile a comprendersi, quello che non si beve più ai bar lo si beve a casa. Perchè dell'alcool e del fumo non si può fare a meno e se il Governo mettesse leggi restrittive anche in questo senso, allora sì che ci sarebbe la rivoluzione.
Ma questo fatto è stato ben valutato dai nostri governanti? Ci sono persone che sono sull'orlo di una crisi di nervi per la chiusura forzata delle loro attività, persone a cui si prospetta il licenziamento, persone che non hanno alcuna facilità a stare in casa magari con mogli con cui non vanno più d'accordo, persone che la crisi economica che si sta prospettando sta distruggendo un poco alla volta, ed è proprio qui che l'alcool trova terreno fertile.
Vogliamo ricordare i danni che fa l'acool. Il numero delle vittime da abuso di alcool è fortemente maggiore di quello di chi fa uso di sostanze stupefacenti, a cui vanno aggiunti i costi sociali per ricovero, le malattie croniche, gli incidenti stradali provocati da individui in stato di ebbrezza, gli incidenti sul lavoro, gli episodi di violenza ed aggressività con le ben comprensibili ripercussioni sulla vita personale e familiare.
Perché allora l’alcool si vende ancora senza nessuna restrizione nei supermercati anche in questo monento? Certo, per rispondere bisogna tener conto degli aspetti storici, culturali, sociologici ed economici legati al suo consumo. Diciamolo chiaramente che noi italiani siamo tra i maggiori produttori ed esportatori al mondo di vino, il giro di affari è enorme e dobbiamo altresì ammettere che oggi è una delle poche industrie italiane che funziona. E poi c’è la tradizione popolare tramandata nei secoli che attribuisce all’alcool capacità stimolanti, energetiche e socializzanti, sollecitate dalla pubblicità che ovviamente trascura i danni diretti ed indiretti dell’alcool.
Ma adesso che è proibito anche socializzare ed invece si è costretti a non uscire di casa perchè non viene preso in esame il problema? Ad oggi il rifugiarsi nella bottiglia potrebbe essere una delle vie più facili alla non alienazione, intesa come stato di disagio, in cui è facile perdere il senso della propria identità, ed allora non sarebbe il caso che il governo prendesse qualche provvedimento a riguardo?
Nessuno ha considerato che a breve potrebbero aumentare casi di suicidi nonchè di maltrattamenti alle donne, agli anziani, insomma alle fasce più deboli, dettati proprio dallo sfrenato uso di bevande alcoliche non controllato? Se è facile mettere una volante della polizia sotto casa per vedere chi sgarra nell'uscire senza permesso scritto, è senza dubbio più difficile controllare cosa accada dentro le mura domestiche di ogni cittadino.
Stiamo cercando di tenere fuori dalla porta il corona virus mentre dentro le nostre case stiamo immettendo mali ben più gravi.
Giovedì 19 marzo 2020
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