Arabia Saudita, salta la protesta il governo ha minacciato le attiviste

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È l'unico stato al mondo in cui alle donne È vietato (non per legge) guidare

Arabia Saudita, salta la protesta
il governo ha minacciato le attiviste

Su Facebook, però, le attiviste hanno fatto circolare le foto che ritraggono donne al volante e hanno chiesto alle donne saudite che vivono fuori dal paese di mettersi alla guida delle loro auto durante il weekend per non fare saltare la campagna

di Silvia Tozzi

Alla guida
Alla guida

ARABIA SAUDITA | La prevista manifestazione delle donne saudite per ribadire il proprio diritto a guidare, in programma per oggi, è saltato: il governo ha avvertito le attiviste (chiamandole una per una) che chi avrebbe infranto il divieto e partecipato alla protesta sarà punito.

LE ATTIVISTE | Su Facebook, però, le attiviste hanno fatto circolare le foto che ritraggono donne al volante e hanno chiesto alle donne saudite che vivono fuori dal paese di mettersi alla guida delle loro auto durante il weekend per non fare saltare la campagna.

LA PETIZIONE | Sul sito della campagna si chiede di sottoscrivere una petizione che ha già raggiunto oltre 11mila firme. Si legge: «Non essendoci alcuna valida ragione per cui lo Stato possa impedire alle donne adulte di guidare la macchina se in grado di farlo, è necessario fornire alle cittadine la possibilità di sostenere l’esame di guida. In caso di mancato superamento, non verrà rilasciata la patente, perché non ci sia alcuna disparità con gli uomini. L’unico criterio di valutazione sarà la capacità di guidare e non il genere». Nella pagina che spiega come aiutare le attiviste, si chiede la collaborazione dei lettori per insegnare a una donna a guidare. Si deve stampare il logo della campagna ed esporlo sul finestrino della macchina, ma anche pubblicare video e clip audio. Molti dei filmati caricati su YouTube promuovono veri e propri corsi di guida online.

LA CAMPAGNA | Già nel 2011 venne lanciata una mobilitazione analoga, dal titolo Women2drivecampaign, che imperversò su Twitter con l’hashtag #Women2Drive e su Facebook. Purtroppo, seguirono numerose condanne, e Manal al-Sharif, un’attivista saudita per i diritti umani che osò sfidare la legge caricando su YouTube un video che la mostrava al volante ne che ora vive a Dubai, fu arrestata. La mobilitazione è anche su Flickr, con la pubblicazione di foto di donne alla guida con hashtag di Twitter,#قيادة_المرأة_تؤثر_على_المبايض_والحوض, che significa «la guida delle donne si ripercuote sulle ovaie e sul bacino».

FATWA | L’Arabia Saudita è l’unico paese al mondo dove per le donne è vietato guidare, ma sia chiaro che non è la legge a vietarlo, ma una fatwa del 1990, ovvero le donne non guidano a causa della polizia religiosa e dei costumi sociali. Guidando, non infrangono alcuna legge e non incorre in sanzioni. Nonostante ciò, oggi il Ministero degli Interni saudita ha minacciato arresti a chi avesse guidato. Addirittura, un leader religioso saudita un mese fa ha emanato una fatwa. Sheikh Saleh al-Lehaydan, consulente legale e psicologo, ha diffuso alcuni - a suo dire - dati scientifici secondo i quali «la guida delle donne danneggia le ovaie, il bacino e compromette la fertilità. Di conseguenza, le donne al volante danno alla luce figli affetti da disfunzioni cliniche di diverso grado».

IL RE | Da parte sua, neppure il re, illuminato, vuole cambiare le cose, ma è interessato a mantenere il patriarcato e il predominio degli uomini sulle donne. Infatti, una donna che non può guidare dipende dall'uomo, sia un marito, un figlio o un autista, che guidi per lei.

Sabato 26 ottobre 2013

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