di Silvia Tozzi
EL CAIRO | Ha avuto inizio a El Cairo il processo al presidente deposto dell’Egitto, Mohammed Morsi, destituito con il colpo di Stato militare dello scorso 3 luglio e da allora agli arresti in una località segreta.
MORSI | Morsi, alla sbarra insieme ad altri 14 imputati dei Fratelli musulmani, affronta accuse di incitamento all’omicidio in relazione alla protesta contro di lui avvenuta il 5 dicembre del 2012 davanti al palazzo presidenziale a El Cairo, in cui morirono 10 persone. Secondo i procuratori, dietro agli attacchi c’erano Morsi e la Fratellanza. Molte persone furono picchiate e alcuni addirittura torturati davanti al palazzo presidenziale, come mostrarono i video diffusi sui social network. Tra le vittime ci fu anche un giornalista e attivista, El-Husseini Abu-Deif, che diventò icona dei manifestanti pro democratici. Morsi e la sua famiglia non riconoscono la legittimità del processo. Il suo arresto è stato definito dai sostenitori un vero e proprio rapimento e Morsi si è rifiutato di collaborare nel corso degli interrogatori.
I COIMPUTATI | Tra i 14 coimputati, alti leader della Fratellanza come Mohammed el-Beltagy e Essam el-Erian.
L'UDIENZA | L’udienza è cominciata con circa due ore di ritardo perché Morsi si rifiutava di indossare l’uniforme da detenuto e poco dopo è stata sospesa dal giudice perché gli imputati intonavano slogan.
MANIFESTAZIONI | Sono in corso manifestazioni da parte dei sostenitori della Fratellanza. Davanti all’accademia i dimostranti portano cartelli con il simbolo del campo di protesta pro Morsi di Rabaa, cioè il palmo di una mano con quattro dita aperte, in segno di solidarietà con le vittime uccise nel violento sgombero dell’accampamento il 14 agosto scorso da parte delle forze di sicurezza. Vengono inoltre intonati slogan contro il generale Abdel-Fattah el-Sissi, il capo dell’esercito che ha guidato il colpo di Stato militare del 3 luglio con il quale è stato deposto Morsi.
Lunedì 4 novembre 2013
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