di Vincenzo Punzo
Il dilagare ovunque di argomenti, per dire, futili e mondani non comporta il beneficio di colmare il nostro spirito di questioni essenziali. Anche ricordare il culto dei morti, che si esprime nei momenti che seguono la morte attraverso la cura e l'attenzione per i corpi dei defunti, ci riporta invece al senso autentico della vita.
2 NOVEMBRE: COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
I 12 mesi dell’anno, suddivisi nelle quattro tempora: inverno primavera, estate ed autunno prendono posto nei calendari solari, lunari e liturgici facendoci rivivere le varie fasi della natura.
Vorrei porre l’attenzione sul calendario liturgico e sul mese di novembre.
Il primo giorno di tale mese la chiesa celebra la solennità di tutti i Santi e il 2 la commemorazione di tutti i fedeli defunti; a seguire, durante questo mese, ricorrono ben otto memorie, due solennità, due festività religiose per poi concludersi con il 28, prima domenica di avvento, data che segna anche l’inizio del nuovo anno liturgico (quest’anno siamo nel ciclo C).
Quando si parla di novembre però il primo pensiero è diretto ai nostri cari defunti. La chiesa fin dai tempi antichi ha onorato la loro memoria e ha offerto per loro suffragi che significa applicare preghiere per ottenere da Dio la remissione delle pene inflitte, in sconto dei peccati commessi.
In particolare, il sacrificio eucaristico raccomandava anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti. Questo rito delle esequie e commemorazione di tutti i defunti, fu ufficialmente riconosciuto dalla chiesa cattolica nel secolo quattordicesimo, ma ancora prima sulla via Appia, fu costruito il primo cimitero della chiesa di Roma.
Le commemorazioni, le solennità e gli anniversari sono importanti, nel rispetto di chi ci ha preceduto.
Se guardiamo ai momenti più dolorosi della nostra vita, quando perdiamo una persona cara ci accorgiamo che, anche nel dramma della perdita e nella lacerazione conseguente al distacco, sale dal cuore la speranza che non tutto può essere finito, che il bene dato e ricevuto non è stato inutile; è come se un istinto potente dentro di noi ci dicesse che la nostra vita non finisce con la morte e che pregare per i nostri cari è anzitutto un segno di ringraziamento per ciò che hanno lasciato e il bene che hanno fatto ed anche un ringraziamento al Signore per averceli donati.
La loro rimarrà una presenza eucaristica, infatti il sacerdote, in ogni messa celebrata, nella consacrazione del pane e del vino, pronuncia sempre tale invocazione: ricordati Signore anche dei nostri fratelli e sorelle che si sono addormentati nella speranza della resurrezione e nella tua misericordia di tutti i defunti ammettili alla luce del tuo volto.
Infatti, con la partecipazione alla S. Messa siamo in comunione con la chiesa terrena e quella celeste e anche con tutti i fedeli defunti.
Un altro momento importante è la visita al cimitero (chiamato anche campo santo, campo del dormiente, campo della pace) che rende sempre viva la presenza dei defunti in mezzo a noi, certo in maniera diversa, ma è un modo che ci permette di pregare e dialogare con loro.
Un ricordo particolare a quanti non hanno avuto una degna sepoltura, come i caduti in guerra e quanti ancora oggi continuano a morire nel nostro mar Mediterraneo.
Vincenzo Punzo
Savona, 25 ottobre 2021
Giovedì 28 ottobre 2021
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