Marchionne «La proposta di quotazione. Chrysler sarà pronta tra una settimana»

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La FUSIone della casa americana con fiat rischia di diventare lontana e costosa

Marchionne «La proposta di quotazione
Chrysler sarà pronta tra una settimana»

«A Mirafiori riassorbiremo tutti e continueremo a produrre Alfa Romeo in Italia. C'è sempre un modo per abbassare il livello, ma la domanda è se questa sia la risposta giusta per un marchio come Alfa»

di Silvia Tozzi

Sergio Marchionne
Sergio Marchionne

TORINO | Sergio Marchionne in un'intervista al Financial Times ha spiegato che Chrysler ha intenzione di presentare la richiesta per l'ammissione alla quotazione questa settimana, dopo che la controllante Fiat (e Veba) non sono riusciti a raggiungere un accordo sulla quota del 41,5% detenuta dal fondo nella casa di Detroit. Lo stallo delle trattative con il fondo sanitario dei dipendenti è tornato a mettere sotto pressione il titolo del Lingotto in borsa: la prospettiva di una Ipo rischia infatti di rendere un'eventuale fusione fra Fiat e Chrysler più lontana e costosa.

LA QUOTAZIONE | La documentazione dell'Ipo potrebbe essere già pronta entro la terza settimana di questo mese. «Loro non sono soci di lungo periodo: vogliono monetizzare quindi dobbiamo trovare un modo per loro per uscire in maniera da non creare quello che io considero aspettative di valorizzazione eccezionalmente elevate o abnormi». La mossa di Fiat è finalizzata ad ottenere flussi di cassa in Chrysler da un mercato in forte espansione degli Stati Uniti e per compensare perdite pesanti in Europa.

I RISCHI PER FIAT | La quotazione in borsa presenta due rischi per Fiat: un allungamento dei tempi di una fusione con Chrysler e un possibile aumento dei costi di un'eventuale acquisizione della quota Chrysler. Il gruppo italiano, nell'ambito del contenzioso con Veba, valuta il 3,3% di Chrysler 139,7 milioni di euro. «Non credo le posizioni si siano avvicinate. Vogliono 5 miliardi per la loro parte? Bene, allora possono comprare un biglietto della lotteria», ha risposto Marchionne che ha anche replicato ad altre ipotesi emerse a Francoforte.

ALFA ROMEO | Marchionne ha garantito che Alfa Romeo non sarà prodotta fuori dall'Italia. Quanto meno sino a che ci sarà lui al Lingotto (ma non esclude che il suo successore delocalizzerà). «Non c'è dubbio che l'origine della produzione sia importante per Maserati. Penso che sia importante anche per Alfa». Però, a fine luglio Marchionne aveva ventilato la possibilità di produrre Alfa Romeo «ovunque nel mondo. C'è sempre un modo per abbassare il livello, ma la domanda è se questa sia la risposta giusta per un marchio come Alfa, e se guardo la sua storia e il suo Dna penso che le nostre ambizioni possano essere state sottostimate nel passato». In più rassicura: «L’Alfa? Abbiamo le vetture e le lanceremo al momento opportuno. I target per il 2013 per il momento sono confermati, stiamo valutando i segnali positivi e quelli negativi».

IL COMMENTO | «Nulla di tutto quello che è accaduto negli ultimi anni sarebbe stato possibile se non avessimo veramente accettato la sfida del cambiamento. Con questo restauro proseguiamo un discorso iniziato quasi un secolo fa, ma non dobbiamo dimenticare che è cambiata la città, il modo di vivere e, soprattutto, la Fiat». Si punta a crescere: «Guai a pensare che non ci sia crescita in ogni cosa che facciamo. Vale per i nostri marchi, ma vale soprattutto per l'intero Gruppo Fiat, rappresentato da oltre 215 mila persone in tutto il mondo. Nove anni fa la Fiat era un'azienda con un orizzonte limitato, che guardava soltanto all'Europa. La presenza all'estero era circoscritta al Sud America, in pratica al solo Brasile. Oggi siamo un gruppo con una presenza ampia e diversificata sui mercati di tutto il mondo. E tutto questo è stato fatto perché abbiamo sempre creduto nella possibilità di crescere».

Lunedì 16 settembre 2013

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