Luca Piccardo, «Per prima viene la ginestra»

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Luca Piccardo, «Per prima viene la ginestra»

In occasione dell'uscita del suo romanzo, abbiamo intervistato l'amico Luca Piccardo

di Gianluca Valpondi

Luca Remigio Piccardo, "Per prima viene la ginestra", IBUC. Il libro sarà presentato l'1 marzo a Ovada (Al) presso la Loggia di san Sebastiano, via san Sebastiano. Sarà presente anche l'editore
Luca Remigio Piccardo, "Per prima viene la ginestra", IBUC. Il libro sarà presentato l'1 marzo a Ovada (Al) presso la Loggia di san Sebastiano, via san Sebastiano. Sarà presente anche l'editore

Sono un dialogatore compulsivo, ma so che non ami dare del “tu” nelle interviste che concedi. Ti chiederei però la cortesia di fare un’eccezione, perché nella realtà ci diamo del tu, e vorrei evitare infingimenti, nella misura del possibile. Concesso?

Come già detto non amo le interviste in cui i due interlocutori si danno del tu. Sembra che chi intervista sia legittimato ad avere una certa confidenza con l'intervistato solo perché lo sta appunto intervistando. È come se si volesse per forza instaurare un rapporto esclusivo. Come se chi ascolta in modo passivo e non può interagire in tempo reale (spettatore) venga messo su un piano di importanza inferiore. Quando invece mi sembra chiaro che l'intervista acquisterà un suo senso e potrà concretizzarsi soltanto grazie appunto ad un eventuale pubblico che la ascolterà successivamente. Tutti questi mediocri comportamenti sociali a cui i media tentano di abituarci, fanno parte e sono conseguenza logica dello spaventoso abbassamento della piattaforma mediatica e culturale strategicamente indotto a cui stiamo purtroppo assistendo in questi anni. Ma dobbiamo sempre tenere presente che chi tenta di indottrinare un popolo o un gruppo di persone, se si esclude Gesù Cristo, lo fa sempre e comunque per trarne un vantaggio personale o legato in qualche modo ad un progetto ben definito. Per questo bisogna prepararsi, informarsi e studiare. Per riconoscere questi loschi piani e combatterli. Per resistere. Chiarito ciò possiamo darci del tu.

E se ritornano i lupi? Se prevale il liquido sul solido e nobile sentiero? Santa Ildegarda di Bingen, dottore della Chiesa, parlava dell’età del lupo come del tempo dell’Anticristo.

L'annuncio che Dio inviò in Terra agli uomini tramite la venuta di suo figlio Gesù Cristo era troppo sublime per l'Uomo. La prova di questa tesi ci si presenta davanti agli occhi ogni giorno. Guerra, discriminazione, intolleranza, razzismo. L'uomo in 2000 anni di storia e soprattutto di errori non ha imparato niente, non ha raggiunto niente. I lupi si ripresentano periodicamente nei momenti di decadenza più gravi. Ma parlando di lupi parlo sia di Canis Lupus sia di Uomo Lupo. I sentimenti di odio, di paura, di razzismo, conseguenze naturali dell'impoverimento culturale come già detto precedentemente studiato ad arte dai padroni del mondo - questi sentimenti distorti dicevo - ritornano nonostante tutto e tutti. Siamo nei giorni della Memoria. Ma dov'è la memoria? L' uomo ha memoria solo per se stesso, per i suoi interessi. Non parliamo poi di Dottori della Chiesa o di tempo dell'anticristo. Il problema è molto più basso. Basso come tutte le manifestazioni proprie dell'essere umano. Che del lupo presenta peraltro soltanto i tratti peggiori.

Luca Piccardo
Luca Piccardo

L’abbraccio, in ultimo, nel tuo romanzo: sei tu che abbracci te stesso?

Siamo soli. Non c'è alternativa. Per quanto le persone che ci orbitano attorno possano in qualche modo accompagnarci nel cammino, aiutarci nei momenti difficili, siamo sempre e comunque soli di fronte all'assoluto. Il protagonista del mio libro parte alla ricerca del Principe ma è solo nel viaggio, ed è solo anche quando arriva al suo cospetto. Anche durante il rapporto sessuale conclusivo o se vuoi durante l'abbraccio finale si avverte un forte sentimento di solitudine. Perché è proprio così. Siamo sempre soli anche mentre facciamo sesso o abbracciamo la persona che amiamo. La vita è un viaggio in solitaria.

L’artista vero è capito solo quando è morto? L’arte è solo e sempre buona o c’è arte buona (a servizio cioè del bene) e arte cattiva (a servizio cioè del male)? Se il vero e il bene coincidono - e coincidono – esiste anche l’arte come rappresentazione (vera?) del falso?

La bassezza dell'uomo di cui parlavo prima in quanto a caratteristica peculiare dell'individuo e quindi componente costante dei rapporti sociali dell'essere umano, si propaga come un virus in ogni attività legata ad esso. È pertanto inevitabile che anche l'Arte venga contaminata perché appunto manifestazione umana. L'artista vero, cioè colui che vive per la sua opera e non per l'eventuale successo che possa da essa scaturire, rappresenta a mio avviso un esempio di essere umano più "alto" degli altri. Da sempre l'uomo ha usato l'Arte per avvicinarsi a Dio. Quando questo sentimento è puro e non è influenzato da losche strategie propagandistiche o commerciali, l'artista può definirsi tale. Indipendentemente dal grado di popolarità che raggiunge. Questo perché il sistema al quale l'arte è legata non è meritocratico nel senso più assoluto del termine. Quando il bacino di utenza a cui si rivolge l'artista non ha le dovute competenze per giudicare cosa sia Artisticamente bello o brutto, a causa della mediocrità diffusa, dell'intollerabile e disastroso sistema scolastico, degli esempi retrogradi forniti dai media, quando il sistema risulta appunto alterato e non all'altezza, il vero artista difficilmente viene riconosciuto come tale. I grandi della Pittura, della Scultura, della Musica hanno sempre portato cambiamenti importanti nei loro settori. E l'uomo ha bisogno di tanto tempo per cambiare opinione e per interiorizzare le novità (se poi riesce a farlo davvero). Molte volte le opere vengono apprezzate con molti anni di distanza dalla loro creazione proprio per questi motivi. La letteratura, l'alta letteratura deve confrontarsi con ostacoli e problematiche ancora peggiori nel suo quadro evolutivo. Questo perché non ha sensi di appoggio. La pittura è legata alla vista, la musica all'udito, la scultura al tatto, la letteratura non ha sensi di percezione. Per quanto riguarda poi le varie interpretazioni che possono essere attribuite ad opere di ogni genere artistico non è mai possibile nemmeno minimamente avvicinarsi alle vere motivazioni per le quali un’opera è stata concepita e realizzata. Ogni forma di critica o di tentata traduzione è ridicola.

Cosa vuol dire essere normale? Esiste o no la normalità?

Quelli che nel nostro paese sembrerebbero essere dei valori imprescindibili in altre parti del mondo non sono nemmeno presi in considerazione. Bastano due ore di volo per trasformare valore in disvalore, bene in male. L'uomo nella sua infinita povertà vive integrato nel sistema che gli viene imposto alla nascita, obbedisce alle regole vigenti nel paese di appartenenza e spesso consuma tutto il percorso vitale senza nemmeno porsi delle domande o chiedersi se quello che fa sia giusto o sbagliato. Non esiste la "normalità", esistono sistemi imposti e popoli sottomessi.

Studium significa “passione”. Cosa significa oggi studiare?

Il sistema scolastico attuale è semplicemente inadatto all'essere umano. Se non si tiene conto delle singole individualità e propensioni, se non si considerano quali siano le giuste età anagrafiche dell'individuo adatte all'apprendimento delle varie discipline, se lo studio si esige e basta in virtù di una formazione obbligatoria atta all'inserimento nella nostra società malata, il risultato non potrà che essere fallimentare. La parola "Studiare" che deriva appunto da Studium cioè Passione, è una disciplina imprescindibile che dovrebbe potersi svolgere tranquillamente anche al di fuori delle istituzioni statali e nel momento in cui sia l'anima dell'individuo a chiederlo, non certo l'anima di qualcuno con l'obiettivo di plasmare l'individuo. La funzione primaria dello studio dovrebbe essere quella di formare ed informare lo studente per la costruzione di un canone personale basato su concetti e valori globali e per renderlo cittadino libero del mondo.

Un motivo per cui consiglieresti a tua figlia, se glielo consiglieresti, di leggere I promessi sposi di Manzoni.

Proprio per questi motivi consiglierei a mia figlia di leggere I Promessi Sposi come anche altri grandi romanzi in modo indipendente. Prima che sia il sistema scolastico ad obbligarla a farlo alterandone inesorabilmente e inevitabilmente la percezione. È fondamentale, specie nel periodo adolescenziale (una fase delicatissima della crescita) cercare di incuriosire gli studenti verso le opere che si vogliono proporre. Non si può obbligare. L'obbligo non è compatibile con l'essere umano in fase di crescita. Da adulti è diverso. L'essere umano, fra gli altri disastri che ha commesso, è riuscito a trasformare la vita in un percorso obbligato. Ci è riuscito talmente bene che adesso, a risultato ottenuto, l'uomo adulto non sa più che farsene della libertà. Non sa più cosa sia la Libertà. Preferisce stare alle regole, seguire linee tracciate da altri per lui. Svolgendo il suo lavoro quotidiano l'uomo si sente appagato. Le peggiori crisi fisiche e mentali sia individuali sia nei rapporti di coppia si presentano nei weekend o nei periodi festivi. Privato delle sue mansioni obbligatorie l'essere umano è perduto, inizia a girare per casa disorientato, apre e chiude cassetti, gira su se stesso senza una meta. Al sabato la tempesta si addensa, alla domenica si scatena, il lunedì infine porta ristoro. Con la ripresa del lavoro si ristabilisce l'equilibrio fisico e morale.

Scrivi “la nostra società malata considera i vecchi come corpi inutili, non adatti alla produzione” e “quanto ai vecchi il loro status si conclude con la fine della loro capacità produttiva”. Cosa pensi di eutanasia e aiuto al suicidio?

Chi non impegna fin da giovane gran parte delle proprie energie per contrapporsi alla follia della massa, diventa inevitabilmente vittima di essa. Se ci guardiamo intorno ci accorgiamo di essere circondati soltanto da meschinità e ridicolaggine. Quel che importa è riuscire in qualche modo a sottrarsi a questa ridicolaggine e meschinità. Bisogna fissare lo sguardo sull'eccelso! (cit.) Fissare lo sguardo sull'eccelso vuol dire anche poter mettere fine alla nostra esistenza quando sentiamo di non voler più appartenere a questa esistenza. Questo può avvenire a tutte le età.

Hai paura della morte?

Vedi, caro Gianluca, in casa mia ho più di 5.000 libri. Di ogni genere direi. Posso dire di averli letti tutti. Sono circa trentacinque anni che leggo. Ebbene, in ogni libro che ho comprato, preso in prestito o comunque aperto, ho sempre e soltanto cercato una frase, una testimonianza, anche una riga soltanto che potesse in qualche modo tranquillizzarmi o farmi avere meno paura di morire.

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Domenica 2 febbraio 2020

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