Le ferite si possono guarire... spunti per la nuova vita postpandemia

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LE RIFLESSIONI DI VINCENZO PUNZO

Le ferite si possono guarire...
spunti per la nuova vita postpandemia

Le ferite, sia quelle del nostro corpo a causa di interventi chirurgici, o quelle dell’anima, anche se guarite, lasciano il proprio segno, di un passato vissuto con difficoltà, ma grazie a Dio e alla mano dell’uomo, la vita è un dono

di Vincenzo Punzo

Le ferite che diventano cicatrici sono il segno di un vissuto ed un limite per tutti noi
Le ferite che diventano cicatrici sono il segno di un vissuto ed un limite per tutti noi

LE FERITE SI POSSONO GUARIRE

Le ferite, sia quelle del nostro corpo a causa di interventi chirurgici, o quelle dell’anima, anche se guarite, lasciano il proprio segno, di un passato vissuto con difficoltà, ma grazie a Dio e alla mano dell’uomo, la vita è un dono e come tale va vissuta.

A farmi riflettere di più sono le ferite presenti nella società di oggi, parte di esse potrebbero guarire:

La ferita dell’economia richiede più attenzione verso i giovani in cerca di lavoro e per coloro che sono disoccupati.

La ferita della politica richiede più attenzione verso le fasce più deboli.

La ferita sociale è rappresentata dal dramma dei barconi che si consuma nel silenzio assordante delle acque, in particolare quelle del mare Adriatico a Pozzallo, in Sicilia, luogo odierno di drammatici sbarchi di migranti e profughi, un vero mare nostrum. Da quando quel mare si è spezzato su due rive opposte anche l’Europa è diventata più fragile, in quanto non bisogna solo convivere, ma vivere con i fratelli più bisognosi. Noi cristiani, anche in tale difficile contesto, siamo chiamati ad attualizzare il valore dell’accoglienza, quale opera di misericordia. Il senso civico e morale di disponibilità verso il prossimo, verso il diverso, non può convivere con la chiusura e l’indifferenza.

La ferita dell’indifferenza: verso le cose più effimere e verso quelle che richiedono interventi per la salvaguardia dell’ecosistema. Se dovessi fare una mia riflessione, in senso metaforico direi: cosa è rimasto del giardino dell’Eden? Solo feconde radici di egoismo, dall’inquinamento ambientale, acustico e atmosferico, allo scioglimento dei ghiacciai, con rilevanti danni al mondo vegetale, minerale ed animale con risultati disumani.

La ferita del pianeta terra: le ferite sono diverse e parte di esse, per la loro morfologia, non comportano danni, il peggio è quando si presenta l’uomo con qualche interesse di parte, vedi il disboscamento selvaggio… così che ci troviamo le colline, ormai fragili, sulle nostre case, con ponti e strade scomparsi.

Quando l’uomo interviene per il bene della comunità può fare grandi cose, o spesso piccole cose che diventano grandi per tutti.

Per le ferite della terra c’è anche la terapia indolore, come quella usata dai costruttori per insediamenti di palazzi, ecc La zona viene sottoposta a verifica da parte dei tecnici, là dove ci sono avvallamenti vengono riempiti, speroni di rocce tagliati, e le grandi radici di alberi vengono rimosse e quando tutta la superficie è pianeggiante si dà il via ai lavori.

Le ferite che diventano cicatrici sono il segno di un vissuto ed un limite per tutti noi.

Mercoledì 3 giugno 2020

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