di Gabriella Deghi
Ansia
Un'ansia che da giorni mi attanaglia, a volte si cheta come se nel deserto infuocato abbia fatto la sua apparizione una santa oasi.
So che per farne uscire l’essenza il fiore deve essere spremuto, sparso.
Così il mio cuore duro, le mie orecchie sorde, la mia bocca muta e i miei occhi ciechi devono riprendere le loro funzioni interrotte.
Ma tutto questo pietismo personale so che è solo per un momento affinché la Verità, la Sua, trionfi sempre.
Spazi di aridità per assaporare la pienezza della Sua Grazia.
Devo togliermi dal giogo del dolore con il Suo Amore ma sento di aver perso il ritmo e allora la pazienza, scomoda alleata, mi tiene compagnia.
E tiro un ennesimo sospiro.
Pazienza, piccola, ancora un po^, è quasi l’alba, il buio si sta diradando.
Ritornare al Cosmo Infinito, all’Universo dell’Amore Puro che tutto permea.
Perché quest’ansia Signore? Non ci sto capendo più nulla.
E perché mai voglio capire? Perché la Conoscenza dell’Amore mi dà la serenità agognata.
Il Sapere mi dà sicurezza.
Ho bisogno di conferme d’Amore per sentirmi viva.
Una paura, di non riuscire a seguire il Suo Richiamo, la Sua Calda Voce che mi rassicura che placa le onde inquiete di un cuore in tempesta.
Ma cos’è la paura se non un complesso lavorìo della mente e quindi un qualcosa che nella realtà più santa non esiste! E allora il sorriso ritorna a fare capolino, aspetto, con pazienza, per quello che posso fare che la bufera passi sulla mia testa e che il vento nei capelli li trasformi in una danza di lode e di rendimento di grazie.
Venerdì 7 dicembre 2018
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