di Silvia Tozzi
GLI AGENTI CHIMICI | In base all’accordo con l’Onu e l’Organisation for the Prohibition of Chemical Weapons, siglato per evitare i raid americani dopo l’attacco di Ghouta, Damasco ha riconosciuto di possedere 1.290 tonnellate di agenti chimici. Al momento attuale, solo una si trova già allo stato di arma, cioé potenzialmente pronta per essere montata sopra un missile: l’iprite, ossia il mustard gas. In totale, dovranno essere portate via dal paese ed eliminate 25 sostanze diverse.
LA NAVE | Molte di esse saranno trasferite sulla nave americana Cape Ray, che è attrezzata con due Field-Deployable Hydrolysis Systems, capaci di neutralizzarle. Le consegne in Italia saranno probabilmente scaglionate per evitare il rischio di incidenti. Altri materiali verranno trasportati in luoghi diversi, dove saranno eliminati con procedure più semplici.
L'IDROLISI | Quindi a Gioia tauro si procederà con l’idrolisi, che avverrà in acque internazionali a bordo della Cape Ray, nel corso di una procedura che dovrebbe durare circa 90 giorni. Durante l'idrolisi, le molecole tossiche si degradano usando acqua e reagenti attivi ad alta temperatura. Alla fine, gli agenti chimici non hanno più la potenzialità di essere usati come armi. Questo processo, però, produce comunque delle scorie, che andranno a loro volta eliminate. Alcune in Germania, dove saranno distrutte 370 tonnellate cubiche.
IL PASSAGGIO | Il passaggio più delicato sarà il trasferimento dalla nave danese alla Cape Ray, per questo si è scelto di farlo in un porto, perché farlo in alto mare sarebbe stato troppo rischioso. Gli americani, del resto, non potevano andare nello scalo siriano di Latakia a caricare direttamente gli agenti chimici, per motivi di opportunità diplomatica.
Sabato 18 gennaio 2014
© Riproduzione riservata
2016 visualizzazioni