Kiev, Ucraina, sgombrato con la forza durante la notte il presidio degli europeisti

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duemila agenti sono intervenuti verso le 4.30 del mattino con manganelli

Kiev, Ucraina, sgombrato con la forza
durante la notte il presidio degli europeisti

Olga Bilik, rappresentante della polizia ha spiegato che l'intervento è stato causato dal lancio di lattine da parte di alcuni dimostranti contro degli operai che stavano iniziando ad allestire le decorazioni natalizie

di Silvia Tozzi

Manifestanti pro Ue
Manifestanti pro Ue

KIEV | I manifestanti pro Ue a Kiev sono stati dispersi nel corso della notte dalla polizia a suon di manganellate e gas lacrimogeni, che hanno portato a una trentina di arresti e decine di feriti, forse cento.

L'ATTACCO | Le forze speciali `hanno aspettato la tarda notte per intervenire, quando i dimostranti rimasti nella zona erano meno di mille. Gli agenti in assetto antisommossa erano tantissimi, duemila secondo alcuni, e sono intervenuti verso le 4.30 del mattino con manganelli, caschi e scudi.

I TESTIMONI | «Gli agenti colpivano alla cieca: c’erano persone col viso insanguinato, hanno chiesto i documenti agli studenti, arrestato un sacco di gente. Hanno sgomberato la piazza con la violenza, hanno smontato tutto e non hanno nemmeno dato il tempo alle persone di raccogliere le proprie cose», raccontano i manifestanti.

LA PIAZZA | A piazza Maidan stamani non ci sono più manifestanti. Al loro posto ci sono un centinaio di poliziotti e cinque autobus di agenti.

GLI EUROPEISTI | I manifestanti si sono spostati nella piazza antistante il monastero di San Michele, alcuni sono all’interno del territorio del monastero.

LE RAGIONI DELLA POLIZIA | Olga Bilik, rappresentante della polizia ha spiegato che l'intervento è stato causato dal lancio di lattine da parte di alcuni dimostranti contro degli operai che stavano iniziando ad allestire le decorazioni natalizie.

L'OPPOSIZIONE | Arseni Iatseniuk, capogruppo del partito Patria di Iulia Timoshenko, ha chiesto le dimissioni del ministro dell’Interno Vitali Zakharcenko. In mattinata sono arrivate le ferme condanne dell’ambasciatore Usa e dei ministri degli Esteri di Svezia e Lettonia.

Sabato 30 novembre 2013

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