Il Papa apre i conventi chiusi ai rifugiati. Bergoglio ha fatto visita al centro Astalli

Ultimi articoli
Newsletter

prima di entrare ha benedetto uan donna incinta

Il Papa apre i conventi chiusi ai rifugiati
Bergoglio ha fatto visita al centro Astalli

È arrivato a bordo di un'utilitaria di colore blu e senza scorta

di Nicola Salati

Papa Francesco all'ingresso nel centro Astalli a Roma
Papa Francesco all'ingresso nel centro Astalli a Roma

ROMA | «I conventi chiusi devono accogliere i rifugiati». A parlare così questa mattina al centro Astalli nel cuore di Roma è papa Francesco che, arrivato con la solita utilitaria blu senza lampeggianti e scorta, si è intrattenuto per più di un’ora e mezza con i rifugiati. Ad accoglierlo All'ingresso della mensa si è intrattenuto con alcuni rifugiati, in gran parte africani, ed ha poi fatto un gesto di saluto verso la folla dei fedeli che lo hanno applaudito ed acclamato a gran voce. Inoltre entrando nel centro gestito dai gesuiti ha visto una donna incinta e ha benedetto lei e il bambino che porta in grembo.

CONVENTI PER I RIFUGIATI | All’interno della struttura romana ha poi detto rivolto agli ospiti: « Grazie perché difendete la vostra dignità ma anche la nostra dignità umana. Non basta dare un panino, ma bisogna accompagnare queste persone. A cosa servono alla Chiesa i conventi chiusi? I conventi dovrebbero servire alla carne di Cristo e i rifugiati sono la carne di Cristo». Nel suo discorso durato circa venti minuti papa Bergoglio ha poi tenuto a sottolineare: «È bello che a lavorare per i rifugiati, insieme con i Gesuiti, siano uomini e donne cristiani e anche non credenti o di altre religioni, uniti nel nome del bene comune, che per noi cristiani è espressione dell'amore del Padre in Cristo Gesù».

«NON AVERE PAURA DELLE DIFFERENZE» | Dopo questo primo passaggio molto significativo visto che è di rottura con la Chiesa tradizionale vissuta fino ad oggi, ecco che papa Francesco ha anche ricordato come: «Molti di voi siete musulmani, di altre religioni; venite da vari Paesi, da situazioni diverse. Non dobbiamo avere paura delle differenze. La fraternità ci fa scoprire che sono una ricchezza, un dono per tutti. Viviamo la fraternità». Prima di salutare i tanti migranti presenti nel centro ha affermato: «Per tutta la Chiesa è importante che l'accoglienza del povero e la promozione della giustizia non vengano affidate solo a degli specialisti, ma siano un'attenzione di tutta la pastorale, della formazione dei futuri sacerdoti e religiosi, dell'impegno normale di tutte le parrocchie, i movimenti e le aggregazioni ecclesiali. In particolare, e questo è importante e lo dico dal cuore, in particolare vorrei invitare anche gli Istituti religiosi a leggere seriamente e con responsabilità questo segno dei tempi».

Martedì 10 settembre 2013

© Riproduzione riservata

843 visualizzazioni

Commenti
Lascia un commento

Nome:

Indirizzo email:

Sito web:

Il tuo indirizzo email è richiesto ma non verrà reso pubblico.

Commento: