di Silvia Tozzi
LONDRA | Il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, dopo il colloquio - svoltosi a Londra - col segretario di Stato americano, John Kerry, ha chiarito che Russia e Usa sulla crisi Ucraina non hanno «la stessa visione». Ha aggiunto che per ricostruire i rapporti tra Russia e Ucraina «non è necessario l’intervento o la mediazione internazionale» e ha spiegato che Mosca non ha intenzione di invadere l’Ucraina.
REFERENDUM | Domenica la Crimea sarà sottoposta a referendum, e probabilmente sceglierà di unirsi alla Russia. Lavrov ha chiarito che «i diritti dei russi in Crimea devono essere protetti».
KERRY | Ma Kerry la vede diversamente: «Non riconosceremo l’esito del referendum in Crimea», perché sostiene la sovranità ucraina e «preferisce ancora la via diplomatica».
AKSINOV | Il premier della Repubblica di Crimea, Serghiei Aksionov, ha detto: «Spero che Kiev accetterà l’esito del referendum, che è legittimo e sarà trasparente. Anche le altre regioni a maggioranza russa dell’Ucraina indicano un referendum per aderire alla Russia. Le basi militari di Kiev nella Penisola ci appartengono», e la presenza dei militari della Flotta russa «garantisce sicurezza».
CRIMEA | La vittoria dei filo-russi è scontata e già lunedì il Consiglio Ue potrebbe vietare l’ingresso nel suo territorio ai vertici del potere politico-economico russo. Una misura concordata con gli Stati Uniti e che potrebbe colpire, secondo la Bild, anche l’ad di Gazprom, Alexei Miller, e di Rosneft, Igor Sechin. Intanto in Russia il Cremlino, oltre a intensificare le manovre militari nelle zone al confine con l’Ucraina, ha stretto il controllo sulle fonti di informazione indipendenti.
Venerdì 14 marzo 2014
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