di Silvia Tozzi
OTTAWA | Il Canada reclama la sovranità sul Polo Nord con un gesto di sfida a cui la Russia si prepara a rispondere evidenziando una disputa internazionale dagli esiti imprevedibili che ha in palio le maggiori risorse naturali inesplorate del Pianeta.
HARPER | Il premier Stephen Harper ha dato mandato al governo di presentare alla commissione Onu sui Limiti della piattaforma continentale la richiesta di estendere i confini settentrionali del Canada fino a includere il Polo Nord. Si tratta di una «richiesta preliminare» cui seguirà la richiesta formale relativa anche l'area sottomarina. La tesi canadese è che la piattaforma continentale del Nordamerica si allunga a sufficienza per includere il Polo Nord, consentendole di rivendicarne la sovranità.
L'OBIETTIVO | Il Canada vuole ottenere la fetta più importante dei diritti dei fondali del Polo Nord dove si troverebbe almeno un quarto delle riserve energetiche inesplorate del mondo, a cominciare da gas naturale e petrolio, divenute accessibili grazie allo scongelamento dei ghiacci dovuto ai cambiamenti climatici. Accade ora perché la Russia si appresta a riaffermare i diritti di sovranità sul Polo Nord esaltati nel 2007 con la missione «Arktika 2007» che vide un robot sottomarino piantare sul fondale una bandiera russa.
LA DISPUTA | Il Polo Nord è conteso tra cinque Paesi: Canada, Russia, Norvegia, Danimarca attraverso la Groenlandia e Stati Uniti attraverso l’Alaska - e sulla base della Convenzione Onu sul Diritto del Mare ognuna di loro può rivendicare il controllo su 370 km di acque dalle proprie coste
LA RUSSIA | Il Cremlino è di opinione diametralmente opposta: la piattaforma continentale siberiana consentirebbe all’Eurasia di rivendicare geograficamente il Polo Nord. Anche la Danimarca vanta simili pretese. Il presidente russo Vladimir Putin ha definito l’Artico un’«area di rilevanza strategica nazionale» perché «dalle acque del Mare di Barens un missile americano può raggiungere Mosca in 15-16 minuti». «Oltre ai motivi militari ve ne sono anche di economici perché l’Artico ha ingenti risorse naturale, inclusi greggio e gas».
IL PATTUGLIAMENTO | Harper ha creato una nuova base nella Resolute Bay e ordinato all’Arctic Patrol di pattugliare in permanenza l’Artico facendo scalo nel porto di Nanisivik.
WASHINGTON | Gli Stati Uniti stanno a guardare, dato che non hanno ratificato la Convenzione Onu sul Diritto del Mare anche se la decisione della Casa Bianca di inviare unità della Guardia Costiera a realizzare nuove mappature sottomarine fa pensare che presto gli americani saranno della partita, verosimilmente a sostegno dell’alleato canadese.
Venerdì 6 dicembre 2013
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