di Silvia Tozzi
LONDRA | Ben 180 coppie italiane sono andate in Gran Bretagna per divorziare stanno per ritrovarsi sposate.
LA RICHIESTA | La richiesta di annullamento è stata presentata al massimo magistrato che si occupa di diritto di famiglia, Sir James Mumby.
L'ANNULLAMENTO | La richiesta è stata presentata dall’avvocato Simon Murray, che rappresenta la Corona, perché sono state ottenute fornendo una truffaldina dichiarazione di residenza in Gran Bretagna. Infatti, 179 mariti hanno fornito lo stesso indirizzo, nella High Street di Maidenhead, nel Berkshire, una casella postale. L'ultimo ha dato un indirizzo di Epsom. Tutte le mogli risultavano residenti in Italia.
IN GRAN BRETAGNA | Le coppie sono andate in Gran Bretagna perché là è più facile divorziare,. mentre in Italia ci vogliono tre anni. La legislazione europea riconosce il divorzio ottenuto in qualsiasi paese dell’Unione. Il divorzio in Gran Bretagna si ottiene velocemente, così come in Romania. In Italia ci sono agenzie specializzate in questo tipo di turismo, «che prendono intorno ai quattromila euro» per ogni pratica. Ma in Inghilterra e nel Galles possono servirsi del divorzio solo coloro i quali risiedono abitualmente in Inghilterra per almeno un anno immediatamente prima la richiesta di scioglimento del matrimonio. Quindi, come ha detto Murray, «i tribunali dell’Inghilterra e del Galles non hanno giurisdizione per trattare i divorzi di persone che sono entrambi residenti all’estero».
Venerdì 1 novembre 2013
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