La Terra parla, ma ben pochi l'ascoltano

L'altra voce

Questo blog vuole presentare la notizia calda della settimana, ma in un modo differente. Invece di fornirvi il comunicato nudo e crudo come fanno tutti i giornali o quasi (in stile “Ansa”), avrete la possibilità di conoscere la mia opinione su determinate tematiche e... spero di appassionarvi.
Mi occuperò dei più svariati argomenti ma... di politica sul mio spazio ce ne sarà pochissima, o pressoché zero.
Perché questa scelta? Perché di giornali politicanti ce ne sono già troppi, e il mio blog non vuole schierarsi. Per dirla meglio, per quanto concerne la cosiddetta “scienza del governo”, io sinceramente “Ho perso le parole”, come direbbe il buon Liga.

Michael Della Bella

Michael Della Bella
Collaboro con Reteluna.it e Famiglia Cristiana e amo tantissimo il giornalismo. Vivo a pane, “Fatto Quotidiano” e libri universitari. Mi piace scrivere e parlare di tutto, tranne che di argomenti trattanti la politica. Studio la lingua araba all’università, cosa che mi appassiona molto, pur trattandosi di un idioma molto difficile per noi Europei.
Volete scoprirmi meglio? Beh, non vi resta che leggere il mio primo post!

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Nov 20

La Terra parla, ma ben pochi l'ascoltano

Terremoti, alluvioni e tempeste di ogni genere flagellano il nostro pianeta. Qual è la causa di questi eventi disastrosi?

di Michael Della Bella

tifone, terremoto

A fine maggio 2012 un terremoto devasta l’Emilia Romagna, poco tempo fa un’alluvione mette in ginocchio la Sardegna, ed infine più di 10 giorni fa un tifone denominato “Haiyan” ha devastato le Filippine.

Cosa sta accadendo alla nostra beneamata Terra?

Su tale questione le opinioni della comunità scientifica si dividono: c’è chi sostiene che la responsabilità di queste catastrofi sia da imputare ad un generale surriscaldamento della superficie terrestre, il che sarebbe un fenomeno naturale di tipo “ciclico”, ed altri che ritengono che la colpa di queste situazioni sia interamente da accollare all’essere umano, reo di avere maltrattato “madre natura”. In che modo? Costruendo edifici in punti azzardati, come ad esempio in zone ad elevato rischio idrogeologico, o in aree fortemente sismiche.

 Dimenticavo: ci sono anche cervelloni che riescono ad asserire il fatto che questi eventi disastrosi sono del tutto normali, e quindi non c’è nulla di cui preoccuparsi.

Peccato che a sfavore di questi geni del mestiere ci siano i numeri:

- Tifone filippine dell’ 8 novembre 2013: oltre 3.000 morti

- Terremoto Emilia Romagna del 2012: 27 vittime, migliaia di sfollati e milioni di euro di danni a case, coltivazioni, ecc.

- Maltempo Sardegna degli ultimi giorni: 16 vittime (in aggiornamento), coltivazioni distrutte e abitazioni allagate.

Di fronte a questi dati non si può restare impassibili, e non si può neppure dire che è tutto nella norma.

No, non è tutto a posto, è evidente che il nostro pianeta si sta ribellando, e ci sta dicendo che dobbiamo prestare maggiore attenzione a come trattiamo il creato, altrimenti la pagheremo sempre più.

Anche perché... è necessario fare un ragionamento un pochino egoistico: ogni volta che accade un’alluvione, o magari un terremoto con danni materiali e non, è ovvio che si parla di un costo enorme per lo Stato, ed è lapalissiano che questa condizione non conviene proprio a nessuno, considerata soprattutto la crisi economica in cui versa il mondo intero.

Volete sapere la mia opinione riguardo a tali disastri? Io non credo più di tanto alla ciclicità del surriscaldamento planetario, piuttosto noi abbiamo immesso sostanze nocive nell’aria, come idrocarburi ed elevate quantità di anidride carbonica.

Inoltre ritengo che abbiamo trattato l’ambiente come se fosse un grande cassetto dell’immondizia: facendo qualsiasi cosa e pretendendo che la Terra non si ribellasse. Purtroppo però, si dovrebbe ricordare che anche il nostro terracqueo è un organismo vivente: Certo, non lo sentiamo respirare, ma è comunque vivo!

Non resta che un auguro da fare: speriamo che i nostri politici mettano da parte (almeno una volta) i loro interessi, e pensino ad aiutare concretamente la nostra Italia. Temo che la mia sia solamente una vana speranza.

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