Pedagogia, psicologia, filosofia ed esperienza sul campo sono le protagoniste del mio viaggio intrapreso nel mondo del bambino. Grazie anche alle teorie e alle opere che ci hanno lasciato studiosi esperti dell’universo dell’infanzia, si potranno conseguire preziosi consigli, utili ad affrontare la vita di ogni giorno. Si affronteranno questioni sociali, problemi comuni, quesiti ai quali si troverà una valida risposta.
Federica Gambino
Sono nata il 12 ottobre 1991 a Milano. All’età di 3 anni la mia famiglia ed io ci siamo trasferiti in un paese vicino, precisamente a Saronno, nel varesotto. Qui ho intrapreso i miei percorsi scolastici fino al liceo, per poi iscrivermi al corso di Scienze dell’educazione presso l’Università Bicocca di Milano. Da circa tre anni lavoro in qualità di educatrice presso una cooperativa sociale in asili nido ubicati nella stessa città. Ho iniziato quest'avventura di gestire un blog per conciliare la mia passione per la scrittura con tutto ciò che riguarda i miei studi e il mio lavoro.
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Feb 26
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Verso gli anni '90 l'educativa di strada si è affermata come una modalità di intervento utile ad affrontare il disagio giovanile. Il termine prevenzione ha assunto un nuovo significato: da un'accezione temporale, inteso come venire prima, ad una declinazione formativo-relazionale, intesa come venire incontro. Si è così affermata la possibilità di concepire le azioni di prevenzione in senso educativo, proponendo interventi che consistono nell'affiancare i ragazzi, che trascorrono la maggior parte del loro tempo sulla strada, per offrire loro accompagnamento, sostegno, ascolto.
L'educatore agisce da mediatore, connettendo gli adolescenti alle risorse del territorio in cui vivono. Cerca di lavorare con loro sul modo di stare in strada e sui modi di viverla diversamente. Il suo compito non consiste nell'adottare un approccio di tipo animativo-attivistico, proponendo ai ragazzi momenti di intrattenimento e spettacolo, e nemmeno di tipo informativo-trasmissivo, distribuendo materiale informativo e pubblicità. Tutto ciò non può concretamente cambiare la situazione, perciò per affrontare queste deviazioni dovrà fondare la propria azione sulla riflessività: una costante interrogazione sul proprio ruolo e una consapevolezza della direzione che assume l'interazione con il gruppo di adolescenti con il quale lavora.
Ci tengo a sottolineare l'importanza del cambiamento di significato del termine prevenzione: inizialmente prevenire consisteva nel proporre azioni che impedivano l'incontro tra gli adolescenti e il pericoloso mondo esterno, mentre oggi significa mirare al rafforzamento delle proprie capacità di gestire gli elementi di rischio e migliorare le abilità comunicative-relazioniali, per imparare a chiedere aiuto.
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