Questo blog vuole presentare la notizia calda della settimana, ma in un modo differente. Invece di fornirvi il comunicato nudo e crudo come fanno tutti i giornali o quasi (in stile “Ansa”), avrete la possibilità di conoscere la mia opinione su determinate tematiche e... spero di appassionarvi.
Mi occuperò dei più svariati argomenti ma... di politica sul mio spazio ce ne sarà pochissima, o pressoché zero.
Perché questa scelta? Perché di giornali politicanti ce ne sono già troppi, e il mio blog non vuole schierarsi. Per dirla meglio, per quanto concerne la cosiddetta “scienza del governo”, io sinceramente “Ho perso le parole”, come direbbe il buon Liga.
Michael Della Bella
Collaboro con Reteluna.it e Famiglia Cristiana e amo tantissimo il giornalismo. Vivo a pane, “Fatto Quotidiano” e libri universitari. Mi piace scrivere e parlare di tutto, tranne che di argomenti trattanti la politica. Studio la lingua araba all’università, cosa che mi appassiona molto, pur trattandosi di un idioma molto difficile per noi Europei.
Volete scoprirmi meglio? Beh, non vi resta che leggere il mio primo post!
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Dic 12
di Michael Della Bella
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Le concitate vicende dell’ultima settimana che hanno portato alla chiusura di negozi, bar e strade in diverse città del nord Italia, sono coadiuvate dai cosiddetti “Forconi”, un movimento di protesta nato in Sicilia, che l’anno scorso aveva letteralmente mandato in tilt il trasporto merci (e non solo) dell’intera isola, rappresentando l’apice di una situazione di “alta tensione”, visibile soprattutto attraverso gli occhi dei lavoratori più svantaggiati (agricoltori, camionisti, trasportatori di qualsivoglia merce e disoccupati).
Ma cosa vuole precisamente questo gruppo di protesta?
Essenzialmente, secondo le parole di Danilo Calvani, uno dei leader più influenti del movimento, i Forconi puntano ad inveire contro la classe politica inetta che ci governa, responsabile di aver creato un esecutivo che non si occupa dei problemi della gente, ma pensa solamente ad aggiungere tasse su tasse, e così facendo serra le gole dei già soffocati cittadini italiani. La classe politica però, non è l’unico bersaglio nel mirino di questi lavoratori rivoluzionari, infatti (sempre secondo i Forconi), molta responsabilità dello scoppio di questo caos è data ad altri “attori”: l’Euro, la globalizzazione e gli immigrati che tolgono occupazione agli italiani (pensate, ce n’è pure per loro).
Intanto “la pancia della rabbia” si è spostata al nord, specie a Torino e in Liguria (Genova e Ventimiglia in particolare).
Resta il fatto che, come in tutte queste esplosioni di grida, lanci di bottiglie e oggetti contundenti, non esiste una “proposta” che permetta una soluzione pacifica di queste rivolte, ma è stata pronunciata solo una parola, almeno al momento: violenza.
E’ questo che accade quando un popolo raggiunge i limiti dell’esasperazione, perché arriva a dimenticarsi dei reali motivi per i quali si scende in piazza. Ed è qui che scoppia il disastro.
La mia opinione di modesto lettore di quotidiani è la seguente: Quello che stiamo vedendo in questi giorni non dimostra altro se non il fatto che al Paese sono state sciolte le briglie, e questo vorrebbe dire portare problemi molto gravi che possono arrivare a minare la sicurezza nazionale.
Va bene fare le scimmie urlatrici, va bene tutto, ma cerchiamo di farlo con un briciolo di senno: A che serve distruggere ogni cosa? Tanto si sa benissimo che con questi metodi non si raggiungerà nulla di buono, si alimenterà solo il rischio di dure repressioni da parte di uno Stato che ormai non sa più neppure che pesci pigliare.
Questa ve la devo dire: mi sono messo a sorridere quando ho letto che anche il nostro ex senatore Berlusconi ha appoggiato i Forconi. Anche lui ormai non sa più che fare, e ogni onda che arriva è una possibilità, per il Cavaliere, di diventare paladino della giustizia.
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