“To see the world, things dangerous to come to, to see behind walls, to draw closer, to find each other and to feel. That is the purpose of life”.
Per chi, come me e come Walter Mitty, si sentiva o, tuttora, si sente imprigionato in un presente e in una vita senza più obiettivi e da un giorno all’altro ha la possibilità di cambiare, di prendere tutto il necessario e di partire alla scoperta del mondo, per voi saranno i miei consigli di viaggi (Trips’ Tips).
Voi siete la cosiddetta generazione dei “cervelli in fuga”, voi potete essere “cervelli” o non, giovani o non, ma, sicuramente, siete arrivati ad avere consapevolezza della vostra vita e di tutto ciò che vi è possibile fare.
È interessante sapere perché non è più così facile immaginare un futuro nel proprio paese natio. Cercherò, quindi, di sgrovigliare questa matassa descrivendovi come differisce la vita in un’altra nazione, in questo caso il Belgio, più in particolare Bruxelles.
Senza fare alcuna demagogia analizzerò le differenze positive e negative tra queste due nazioni e non solo.
In queste pagine parlerò del mio viaggio, della mia partenza dall’Italia.
L’obiettivo è proprio aiutarvi a farlo, non solo dandovi una mano, tramite link, nel trovare casa, lavoro e amici; ma anche ampliando la vostra cultura del bello o del brutto o del mediocre descrivendo, criticando ed entusiasmandovi riguardo a film, canzoni e tutte quelle forme d’arte di cui è possibile parlare e, soprattutto, scrivere.
Con manifestazioni e spettacoli di ogni genere, vi renderò partecipi e vi incuriosirò a tal punto da fare una capatina in quel di Bruxelles.
Questo blog potrà essere per voi una guida sul prossimo film da vedere oppure sulla prossima città da esplorare.
Chiara Girardi
Chiara Girardi, classe 1989, è nata a San Benedetto del Tronto, ma vive da sempre ad Ascoli. Dopo aver conseguito la maturità classica si iscrive a Lingue e Letterature Straniere, lingua Inglese e Russo, all’Università “Carlo Bo” di Urbino. La facoltà le offre la possibilità di spendere il suo terzo anno in Erasmus a Nottingham, con un soggiorno di 10 mesi per frequentare la Nottingham Trent University. Laureatasi a Urbino sceglie di continuare gli studi all’estero e cerca, con successo, l'iscrizione a un Master a numero chiuso di Giornalismo Internazionale alla Dublin City University, in Irlanda. Così, Chiara sceglie di andare a vivere a Dublino, dove rimane anche dopo la laurea per continuare gli studi e allo stesso tempo guadagnarsi da vivere lavorando e scrivendo articoli su giornali italiani della città e magazine online. Fa un corso serale di Russo al Trinity College Dublin, dove la vita per un anno e mezzo procede fra studio e lavoro, sino a quando decide di trasferirsi ulteriormente in Inghilterra, a Brighton. Nel Regno Unito le cose non vanno granché bene, così, dopo appena 3 mesi, Chiara decide di tornare in Italia. Un “viaggio della speranza al contrario” che porta Chiara a fare un lavoro che non la soddisfa e non trovando nient’altro, dopo vari tentativi di ricerca di un lavoro nel mondo, torna in Europa per un tirocinio a Bruxelles.
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Gen 26
di Chiara Girardi
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The Wolf of Wall Street è stato definito il film dell’anno anche se siamo ancora a Gennaio.
Prima di entrare in sala siate consapevoli che dovrete stare incollati a quella poltrona per ben 180 minuti, in altre parole per 3 ore. Alcune scene del film potevano benissimo essere tagliate ma una volta usciti dalla sala non si pensa più alle tre ore appena passate al buio su una poltrona ma solo a quanto si è riso e alla cruda e alquanto spaventosa verità del film.
Una volta messi comodi questo film vi coinvolgerà a tal punto da farvi dimenticare i minuti che passano, sarete affascinati dalla regia e dalla sorprendente bravura degli attori. Solo nel finale si comincia a sentire la stanchezza e la pesantezza del film, infatti, secondo me, manca una scena comica proprio nella parte finale, così da risvegliare gli spettatori.
Già candidato a 5 premi Oscar tra cui miglior film, regia e attore protagonista, The Wolf of Wall Street, è, sebbene io stessa stenti ancora a crederci, una commedia biografica che racconta la vita dell’ex broker di Wall Street Jordan Belfort magistralmente interpretato da un animalesco Leonardo Di Caprio.
Altro attore candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista è Jonah Hill, la sua simpatia coinvolgente mischiata a quella più truce del protagonista crea gag da collasso.
Ecco l’intervista di Jonah Hill che interpreta Donnie il miglior amico e vice di Di Caprio: http://www.youtube.com/watch?v=Pjp7AoThMag#t=25
Come viene indicato anche nel titolo, il film racconta la storia di un vero e proprio animale ossessionato dal potere, dai soldi, dalla droga e dalle donne. Aspettatevi, quindi, di vedere di tutto tra cui orge omosessuali e scene patetiche ma pur sempre divertentissime dei due amici drogati.
Vengono raccontate le azioni abituali del protagonista, la metodologia con la quale assume le droghe è esilarante e l'elenco dei sintomi di ciascuna fase doo l'assunzione ricorda quasi Limitless e Trainspotting. Il tema delle droghe viene affrontato in maniera diversa rispetto ai film sopra citati, proprio perché non si tratta di droga o soldi rubati per comprarsela, ma la droga viene considerata uno spasso o uno stimolante per affrontare un aggiornata di lavoro. Le droghe vengo assunte come intramezzo ad ogni attività e creano momenti comici per chi vede il comportamento dei protagonisti dopo l’assunzione.
Il film si basa su un concetto che viene ripetuto e ripetuto: I SOLDI. Essi fanno la felicità e donano la libertà, a tutti coloro che ne hanno abbastanza, di fare e dire quel che si vuole e, soprattutto, trattare tutti gli altri come pura spazzatura. Nella scena dove si discutono le clausole di assunzione dei nani da tirare al bersaglio, viene ribadito il concetto che gli altri, in questo caso i nani, non contino niente, solo i soldi contano. Il tutto viene ribadito nella scelta delle prostitute, categorizzandole in puttane di primo, secondo e terzo tipo per denaro richiesto, e bellezza.
Per chi conosce un po’ l’inglese ecco la scena iniziale del film dove si vede il comportamento senza limiti negli alti piani della finanza: http://www.youtube.com/watch?v=U7Qe031Zo54
Con i soldi il protagonista compra di tutto, il lusso più sfrenato accompagnato dalle donne più belle e alle droghe più rare. Come afferma Jonah Hill nell’intervista precedentemente ‘linkata’, il protagonista è un: “Consumatore nel vero senso della parola”, Jordan Belfort consuma droghe, soldi, potere e donne senza pensare alle conseguenze, cerca di farsi la vecchia zia inglese appena acquisita e di sfruttare un’intera famiglia per esportare soldi in Svizzera. Tutti lavorano per lui, finché ci sono i soldi tutto è possibile, anche in carcere.
Il protagonista racconta:
Mi chiamo Jordan Belfort. L’anno in cui ho compiuto 26 anni, ho guadagnato 49 milioni di dollari, cosa che mi ha fatto incazzare, perché ne mancavano solo tre e avrei ottenuto una media di un milione a settimana.
Il protagonista, infatti, è nato dal niente, questa è una cosa degna di lode, e viene anche sottolineata dell’investigatore dell’FBI che gli sta alle calcagna per la maggior parte della vita. Un sogno, quello di diventare ricco e di creare e mantenere la sua fortuna in maniera legale o non, è stato il leitmotiv della vita di Jordan Belfort. La morale del film è appunto questa: non ci si può arricchire in maniera legale.
Non ci si può aspettare nient’altro da un film su regia di Martin Scorsese, anche se in questo caso il regista ha osato e si è mostrato più audace del solito.
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