È il blog che pone l'attenzione sulle tematiche e sui diritti dei minori, che racconta quel che succede nel mondo con l'intento di dar voce a chi, ancora oggi, è invisibile. Ampliando e diffondendo la conoscenza delle problematiche legate a chi è potenzialmente esposto alla minaccia di comportamenti abusanti o inopportuni, di realtà più svantaggiate, dalla schiavitù alle violenze domestiche, dalla discriminazione ai conflitti armati, dalla povertà alla libera espressione. Perché non rimanga consegnato al silenzio e non si ripeta in futuro.
Con la convinzione che garantire i loro diritti, nel loro bisogno di crescere armonicamente come individui e come esseri sociali, non dia sollievo soltanto a chi soffre ma contribuisca anche al benessere dell'intera comunità, locale e globale.
Gabriele Paglialonga
Ho iniziato a operare nel settore umanitario nel 2004, aderendo alla missione del governo italiano nel sud-est asiatico per l'emergenza tsunami. Dal 2009 rivesto l’incarico di Coordinatore per i Diritti dei minori nella sezione italiana di Amnesty International di cui faccio parte dal 2007. Non è facile raccontare né tantomeno essere ascoltati. Essendo amante della verità, io continuerò a dar voce, da oggi, anche come blogger.
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Giu 14
di Gabriele Paglialonga
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(ANSA) - ROMA, 14 GIU - "Uno di noi, a nome di tutti, ha detto non vi sbarazzerete di me. Va bene, muoio. Ma in tre giorni resuscito e ritorno". Con queste parole si schiude il brano "Solo andata", potente messaggio in musica che racconta il dramma dei migranti che ogni giorno attraversano il Mediterraneo e muoiono. "Solo andata" nasce dalla collaborazione tra Erri De Luca e il Canzoniere Grecanico Salentino. Lo storico gruppo di musica popolare ha musicato, reinterpretando in chiave struggente le sonorità tradizionali pugliesi, una poesia dall'autore napoletano. Il connubio è stato poi valorizzato da un video di Alessandro Gassmann, finanziato da Apulia Film Commission e prodotto da OhPen Italia. Il progetto artistico ha ricevuto il sostegno di Amnesty International, di cui Gassman è testimonial. La clip è ambientata a Sbiaggiabella (Lecce). Dal mare cupo e agitato emergono le figure di alcuni migranti, che con bracciate affannate raggiungono la riva. Il tutto avviene sotto gli occhi di un anziano pescatore, interpretato da Manrico Gammarota, che, di fronte al disperato impeto dei naufraghi, riconosce la stessa umanità di sua madre, migrante anch'essa, che riemerge dal passato creando un ponte immaginifico tra storia e futuro. "Nel video il mare ci mostra il suo lato assassino, violento.
Un'immagine molto diversa da quella che viene comunemente associata al Salento" ha detto Gassmann. "Con questo lavoro ho voluto parlare di un tema che mi è caro". "Le porte per i migranti in Italia sono chiuse solo a livello dei palazzi del potere, nei piani alti", ha commentato Erri De Luca "al piano terra le persone capiscono benissimo chi sono queste persone: nuovi cittadini, nuove energie che vengono a dare una scossa a una società vecchia e stanca. Io penso che i nipoti di coloro che sono sbarcati a Lampedusa diventeranno i nostri presidenti, e saranno orgogliosi dei loro nonni".
Alla presentazione del video è intervenuto anche Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: "Non mi commuovevo così tanto da quando Peter Gabriel e Sting cantarono per Amnesty denunciando la tragedia dei desaparecidos. Anche i migranti che muoiono nel Mediterraneo sono delle vittime senza nome, condannate all'oblio". "Solo andata" rientra nei progetti scelti dal comune di Lecce per la candidatura della città a capitale della Cultura 2019.
Nel cast, oltre a De Luca, ci sono l’attore barlettano Manrico Cammarota (per diversi anni collaboratore di Gassman), alcuni immigrati che vivono a Lecce, e Marzia Quartini, che interpreta il volto femminile delle riprese. L’idea de video è della giornalista salentina Gabriella Della Monaca, mentre la produzione è dell’americana “Oh! Pen Italia” in collaborazione con “Lecce2019”.“
(Repubblica) Verità e falsi miti sul pianeta immigrazione. Oltre 50mila profughi sono già sbarcati sulle coste italiane dall'inizio del 2014. Un'invasione? L'OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) prova a sfatare alcuni luoghi comuni. I numeri. "Non si tratta di un'emergenza in termini di numeri, ma di un'emergenza umanitaria e operativa - scrive l'OIM - l'arrivo di migliaia di persone via mare (tutte attraverso un punto d'entrata geografico molto limitato e in tempi molto ravvicinati) rappresenta un'enorme sfida operativa e umanitaria per il governo italiano. Però non si può certo parlare di "invasione". 50.000 arrivi, anche se diventassero il doppio, rappresentano certamente un numero importante, ma non eccezionale per un paese di 60 milioni di abitanti, anche rispetto a quanto già accade in altri Paesi europei, come in Germania (126.000 richieste d'asilo nel 2013) e in Francia (65.000). Numeri che poi diventano quasi residuali se paragonati a quanto accade in paesi extra UE (ad esempio il Libano, paese di 4 milioni di abitanti, ospita 1 milione di rifugiati siriani). Va anche ricordato come per anni l'Italia abbia permesso l'ingresso per lavoro di oltre 170.000 persone all'anno".
Chi arriva. Rispetto ai migranti economici, "i flussi sono sempre più caratterizzati dalla presenza di persone in fuga da guerre e regimi: infatti i Paesi di origine più rappresentati sono l'Eritrea, la Siria e la Somalia. Si tratta di uomini, donne e bambini che giungono in Europa alla ricerca di protezione internazionale. Su uno stesso barcone, oltre ai richiedenti asilo, ci sono anche altri gruppi vulnerabili: donne vittime di tratta, minori non accompagnati, donne incinte. Persone che, secondo le norme internazionali e secondo la legge italiana hanno il diritto di ottenere protezione e assistenza una volta arrivati nel nostro Paese".
Mare Nostrum. "L'operazione Mare Nostrum ha permesso di salvare migliaia di vite e affronta in modo efficace una vera e propria emergenza umanitaria. Il punto non è tanto quanto costi l'operazione in sé piuttosto quanto sia alto il numero di persone (uomini, donne, bambini) che hanno perso la vita nel Mediterraneo in questi anni (700 morti solo nel 2013) e che continuerebbero a morire senza l'intervento della Marina Militare Italiana. Mare Nostrum non può evidentemente essere l'unica soluzione: occorre anche evitare che le persone si mettano in mare in condizioni sempre più critiche e pericolose. Bisogna intervenire lungo tutto il percorso migratorio attuando politiche di sostegno a favore dei migranti e di tutti i paesi coinvolti, eliminando alla radice le cause dell'immigrazione e predisponendo - anche nei paesi di transito - misure e programmi necessari a fornire un adeguato supporto legale a migranti e richiedenti asilo in cerca di protezione. La previsione di canali di ingresso sicuri e legali in Europa è l'arma più efficace nel contrasto alle organizzazioni criminali e ai trafficanti".
L'Europa. "L'Europa ha dato una quota di finanziamenti molto consistente all'Italia. È necessario però che vi sia una solidarietà maggiore tra i Paesi membri dell'Unione che dovrebbero fare di più in termini di programmi di reinsediamento, ovvero offrire la possibilità di accogliere persone che fuggono da conflitti come quello siriano andando a prendere i rifugiati sul posto per evitare che inizino viaggi pericolosi via terra e mare, quasi sempre con donne e bambini. Inoltre i paesi europei potrebbero anche contribuire alle operazioni di salvataggio in alto mare, considerato che si tratta di una emergenza umanitaria che riguarda tutta l'Europa". Malattie. "I migranti non portano malattie, spesso si ammalano in Italia perché costretti a lavorare in nero in condizioni inumane. Generalmente sono sempre le persone più sane e resistenti ad arrivare in Europa dopo un viaggio di mesi per il deserto prima e il mare poi. Inoltre l'operazione Mare Nostrum prevede uno screening sanitario dei migranti già a bordo delle imbarcazioni".
Respingimenti. "Chi propone i respingimenti sostiene una pratica per cui l'Italia è stata condannata dalla Corte Europea di Diritti Umani, in particolare per la violazione del principio di non refoulement (non respingimento), che proibisce di respingere migranti verso Paesi dove possono essere perseguitati o sottoposti a trattamenti inumani o degradanti. A chi invece propone di aiutarli a casa loro, occorre ricordare invece che la maggior parte dei migranti proviene da paesi in guerra".
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