È il blog che pone l'attenzione sulle tematiche e sui diritti dei minori, che racconta quel che succede nel mondo con l'intento di dar voce a chi, ancora oggi, è invisibile. Ampliando e diffondendo la conoscenza delle problematiche legate a chi è potenzialmente esposto alla minaccia di comportamenti abusanti o inopportuni, di realtà più svantaggiate, dalla schiavitù alle violenze domestiche, dalla discriminazione ai conflitti armati, dalla povertà alla libera espressione. Perché non rimanga consegnato al silenzio e non si ripeta in futuro.
Con la convinzione che garantire i loro diritti, nel loro bisogno di crescere armonicamente come individui e come esseri sociali, non dia sollievo soltanto a chi soffre ma contribuisca anche al benessere dell'intera comunità, locale e globale.
Gabriele Paglialonga
Ho iniziato a operare nel settore umanitario nel 2004, aderendo alla missione del governo italiano nel sud-est asiatico per l'emergenza tsunami. Dal 2009 rivesto l’incarico di Coordinatore per i Diritti dei minori nella sezione italiana di Amnesty International di cui faccio parte dal 2007. Non è facile raccontare né tantomeno essere ascoltati. Essendo amante della verità, io continuerò a dar voce, da oggi, anche come blogger.
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Dic 7
di Gabriele Paglialonga
Ramallah, 7 Dic. 2013 - Un adolescente palestinese è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco dall'esercito israeliano. Secondo una fonte medica palestinese, Wajih al-Ramhi, 14 anni, è morto per un unico colpo di pistola. I media israeliani hanno riferito che l'adolescente è stato ucciso durante uno scontro a fuoco avvenuto in serata vicino l'insediamento illegale di Beit El, teatro di frequenti disordini tra giovani palestinesi e soldati israeliani. L'esercito non ha confermato. Residenti locali, del campo di al-Jalazun nei pressi di Ramallah, tuttavia, riferiscono che non ci sono stati scontri quando l'adolescente è stato ucciso, addebitando la responsabilità ad un cecchino. “Nostro figlio è stato assassinato a sangue freddo in pieno giorno” ha commentato la famiglia. Anche il presidente dell'Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, in una dichiarazione ha accusato Israele per l' <<assassinio a sangue freddo>> del ragazzo, definendo l'evento come una mina distruttiva per il processo di pace .