È il blog che pone l'attenzione sulle tematiche e sui diritti dei minori, che racconta quel che succede nel mondo con l'intento di dar voce a chi, ancora oggi, è invisibile. Ampliando e diffondendo la conoscenza delle problematiche legate a chi è potenzialmente esposto alla minaccia di comportamenti abusanti o inopportuni, di realtà più svantaggiate, dalla schiavitù alle violenze domestiche, dalla discriminazione ai conflitti armati, dalla povertà alla libera espressione. Perché non rimanga consegnato al silenzio e non si ripeta in futuro.
Con la convinzione che garantire i loro diritti, nel loro bisogno di crescere armonicamente come individui e come esseri sociali, non dia sollievo soltanto a chi soffre ma contribuisca anche al benessere dell'intera comunità, locale e globale.
Gabriele Paglialonga
Ho iniziato a operare nel settore umanitario nel 2004, aderendo alla missione del governo italiano nel sud-est asiatico per l'emergenza tsunami. Dal 2009 rivesto l’incarico di Coordinatore per i Diritti dei minori nella sezione italiana di Amnesty International di cui faccio parte dal 2007. Non è facile raccontare né tantomeno essere ascoltati. Essendo amante della verità, io continuerò a dar voce, da oggi, anche come blogger.
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Dic 17
di Gabriele Paglialonga
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Ennesima strage nella Siria sconvolta dalla guerra civile. L'ultima carneficina, secondo quanto denunciato dalla Coalizione nazionale che riunisce i gruppi che si oppongono al regime del presidente Bashar al Assad, è stata messa in atto nella città di Aleppo. Sotto il fuoco dell'artiglieria dell'esercito governativo è finita, nella giornata di ieri, la scuola elementare Tayba nel sobborgo di al-Inzarat.
Drammatico il bilancio del raid, che parla di diciotto bambini uccisi e due maestre mentre stavano evacuando l'edificio, mentre i feriti, alcuni dei quali gravi, sono una quarantina. 43 le vittime totale dei recenti bombardamenti sulla città, che l'opposizione definisce "senza precedenti". Lo denuncia la Coalizione nazionale siriana.
Dallo scoppio della rivolta siriana, a metà marzo 2011, più di 100.000 persone sono morte. Oltre due milioni di persone hanno lasciato la Siria per sfuggire alle violazioni dei diritti umani, tra cui crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
Il conflitto, intanto, continua a produrre un’ondata di profughi senza precedenti. Tra i Paesi coinvolti sicuramente la Giordania; qui è stato creato il campo profughi di Zaatari, gestito dall’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati.
"Un fallimento internazionale: la crisi dei rifugiati siriani", nel quale evidenzia come gli stati membri dell'Unione europea (Ue) abbiano dato disponibilità ad accogliere 12.000 dei rifugiati siriani più vulnerabili: lo 0,5 per cento dei 2.300.000 siriani che hanno lasciato il paese.
"L'Ue ha miseramente mancato di fare la sua parte per fornire un riparo sicuro ai rifugiati che non hanno più niente se non la loro vita. Il numero dei reinsediamenti previsti è davvero deplorevole. I leader europei dovrebbero abbassare la testa per la vergogna" - ha dichiarato Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International.
La più vicina capitale dell'Ue, Nicosia, si trova a sole 200 miglia da Damasco. Eppure, complessivamente, gli stati membri dell'Ue si sono impegnati a reinsediare solo una piccola parte dei rifugiati siriani più vulnerabili.
"Le parole dei leader europei suonano banali di fronte alla realtà. L'Europa deve aprire i suoi confini, favorire ingressi sicuri e porre fine a queste gravi violazioni dei diritti umani" - ha proseguito Shetty.
Di oggi, invece, l'allarme del giornale americano Washington Post, che ha rivelato come proprio in Siria al Qaeda stia addestrando numerosi bimbi al combattimento, in un campo situato a poca distanza dalla capitale Damasco.
In guerra, specie se civile, vale tutto. Il guaio è che come sempre, quando si parla di bombe umanitarie e liberazioni contro il dittatore crudele, si finisce sempre per dipingere scenari apocalittici in stile lotta del bene contro il male. La realtà, però, è un'altra. In Siria, per esempio si utilizzano bambini di 7, 8, 9 anni: li addestrano per inviarli sul fronte contro le truppe lealiste. Poi, se necessario, magari li spediranno a sparare contro i soldati del Presidente, più esperti e senza dubbio meglio forniti.
In un video online si possono vedere diversi ragazzini che indossano mimetiche, cappucci sulla testa e maneggiano armi di vario genere, sotto la direzione di militanti dello Stato islamico in Siria e Iraq (Isis), una formazione legata ad al Qaeda.
Sono "cuccioli di Zarqawi", la brigata giovanile del più temibile gruppo ribelle islamista della Siria. Basandosi su precedenti sforzi per espandere la loro influenza nelle scuole siriane, gli islamisti radicali sembrano aver intensificato gli sforzi per indottrinare i bambini, alcuni dei quali anche di 10 anni, secondo esperti indipendenti che hanno studiato il fenomeno.
Agenzie e gruppi per i diritti umani delle Nazioni Unite hanno accusato più fazioni siriane - tra ribelli laici e milizie filo-governative – del reclutamento di bambini per ruoli militari che vanno dallo scouting al combattimento reale.
Secondo le Nazioni Unite sarebbero 500 milioni le armi leggere in circolazioni nel mondo. Il possesso di queste armi è diffuso in molti paesi non solo tra le forze di polizia e gli eserciti, ma anche tra i privati cittadini, ed è causa dell’aumento degli episodi di violenza. Ma l’effetto maggiore delle armi leggere si ha nei conflitti, tanto che si stima che il 90% dei conflitti che attualmente insanguinano il mondo sia condotto quasi esclusivamente con le armi leggere.
Il basso costo di queste armi, l’ampia disponibilità e il facile trasporto, ne favoriscono la diffusione e così i conflitti tendono ad aumentare di intensità e durata. Queste armi hanno lunga vita e possono rimanere in circolazione per decenni. Infatti, poiché è molto difficile portare a termine dei programmi di disarmo post-conflitto le armi non più utilizzate finiscono sul mercato nero per ricomparire in un’altra area di tensione o finiscono per alimentare il banditismo locale.
Un’altra grave conseguenza del proliferare delle armi leggere è la crescita dell’uso dei bambini soldato perché la facilità dell’impiego ne consente l’uso anche ai bambini. E così come le armi sono tante e a buon mercato, anche i bambini soldato costano poco e sono facilmente rimpiazzabili.
Ricercatori di Organizzanioni non governative hanno intervistato ragazzi 14enni riferendo che sono stati utilizzati per il trasporto di armi o come vedette. Anche i bambini più piccoli sono stati impiegati nel trasporto di munizioni e proiettili e per fucili d'assalto, ha detto Sarah Margon, direttrice del gruppo “Washington post”.
La violenza assume contorni terribili quando diretta nei confronti dei minori, la cui condizione d’impotenza necessita di tempestive azioni collettive rivolte alla difesa della loro integrità.
Come Stato parte della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, la Siria ha l'obbligo di garantire il diritto dei bambini alla vita, alla libertà di espressione, alla libertà di riunione pacifica e alla protezione da violenza, sfruttamento e abusi.
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