Pigotta: la bambola che aiuta a salvare la vita di milioni di bambini nel mondo

Il diritto di crescere

È il blog che pone l'attenzione sulle tematiche e sui diritti dei minori, che racconta quel che succede nel mondo con l'intento di dar voce a chi, ancora oggi, è invisibile. Ampliando e diffondendo la conoscenza delle problematiche legate a chi è potenzialmente esposto alla minaccia di comportamenti abusanti o inopportuni, di realtà più svantaggiate, dalla schiavitù alle violenze domestiche, dalla discriminazione ai conflitti armati, dalla povertà alla libera espressione. Perché non rimanga consegnato al silenzio e non si ripeta in futuro.
Con la convinzione che garantire i loro diritti, nel loro bisogno di crescere armonicamente come individui e come esseri sociali, non dia sollievo soltanto a chi soffre ma contribuisca anche al benessere dell'intera comunità, locale e globale.

Gabriele Paglialonga

Gabriele Paglialonga
Ho iniziato a operare nel settore umanitario nel 2004, aderendo alla missione del governo italiano nel sud-est asiatico per l'emergenza tsunami. Dal 2009 rivesto l’incarico di Coordinatore per i Diritti dei minori nella sezione italiana di Amnesty International di cui faccio parte dal 2007. Non è facile raccontare né tantomeno essere ascoltati. Essendo amante della verità, io continuerò a dar voce, da oggi, anche come blogger.

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Nov 18

Pigotta: la bambola che aiuta a salvare la vita di milioni di bambini nel mondo

Dietro ogni Pigotta ci sono i volti e i nomi delle persone che l’hanno voluta, l’hanno realizzata e data in adozione. Dietro ogni Pigotta c'è un esercito silenzioso di volontari, che grazie al loro impegno, animati da grande passione, rappresentano la semplicità con cui si può essere solidali permettendo concretamente all’UNICEF di combattere nei Paesi in via di sviluppo la mortalità infantile ancora troppo pericolosamente alta

di Gabriele Paglialonga

stato: italia, pigotta, unicef

"C’era una volta Alessia (di Serenella Dandini),

una bella bambola bionda nata in Svizzera in una città color del grigio chiaro. Appena grandicella, raggiunta insomma la statura di bambola, viene trasferita a Milano, città del grigio scuro. Alessia, occhi verdi e bocca a cuore, cammina per le strade di Milano grigio scuro in una giornata ventosa, ma così ventosa che rischia di volare via nel cielo grigio scuro se non l’afferrasse al volo per la treccia bionda Pasqualino settecolori, il piccolo pizzaiolo della porta accanto. Un incontro fortunato che finisce davanti ad una bella pizza margherita, calda, rossa e fumante. Alessia bocca a cuore mangia golosa la pizza che però lei vede come tutto il resto intorno a sé di un color grigio molto scuro. Pasqualino non può credere ai suoi occhi! E il basilico verde? Alessia lo vede grigio. E la mozzarella candida? Grigia scura anche lei. E la crosta dorata? Una tonalità più chiara di grigio, un grigio svizzero, ma sempre e solo grigio. Scritta da La nostra bambola nonostante i suoi begli occhioni verdi, a forza di vedere solo un colore intorno a sé, non conosceva tutti gli altri con le loro infinite sfumature. Pasqualino settecolori era troppo arrabbiato, non poteva lasciare la sua amica al buio dei colori e così le regala il suo berretto arcobaleno. Un magico cappellino a righe che permette a tutti quelli che lo indossano di vedere tutti i colori del firmamento e anche qualche sfumatura di pianeti lontani. Alessia non si capacita dalla gioia, zompetta per la pizzeria annusando rose rosse e mangiando banane gialle e cantando a squarciagola “Le mille bolle blu”! Questa è la storia a lieto fine di Alessia bocca di cuore bambola bionda nata in Svizzera in una città color del grigio chiaro. Una raccomandazione molto importante per tutti i bambini e le bambine che decidono di volerla con sé... se non la volete condannare ancora una volta a vedere un mondo tutto in grigio... non toglietele mai il suo berrettino a righe, regalo del grande amico Pasqualino settecolori e ogni tanto portatela in pizzeria con voi... adora la margherita con la mozzarella bianca e il basilico verde!

La Pigotta, in dialetto lombardo, è la tradizionale bambola di pezza fatta a mano diventata bambola ufficiale dell’UNICEF Italia nel 1999. Ma la prima Pigotta è stata realizzata da Jo Garceau del Comitato Provinciale UNICEF di Milano già nell’88. La sua storia è ricca di iniziative e successi importanti che hanno contribuito ad aiutare, ad oggi, 800 mila bambini nel mondo.

Tutti possono adottare una Pigotta e consentire all'UNICEF di fornire a un bambino di un paese africano un kit salvavita.

Il 40% dei bambini muore per varie complicazioni neonatali, mentre le principali cause "dirette" di decesso nei primi 5 anni di vita sono: polmonite e altre infezioni respiratorie acute (18%); diarrea (15%); malaria (7%); morbillo (4%); incidenti e ferite (4%); AIDS (2%), oltre a diverse altre cause (10%). Oltre un terzo delle morti infantili ha come causa concomitante la malnutrizione materna e infantile. (Fonte Unicef)

Ogni giorno nel mondo muoiono 19.000 bambini sotto i 5 anni per cause che possono essere facilmente prevenute o curate. Una Pigotta rappresenta un bambino in attesa di un aiuto che può salvargli la vita. L'UNICEF vuole arrivare a zero! Con la sua adozione, l'UNICEF può garantire a un bambino in Africa di una serie di interventi salvavita che prevedono cure mediche, acqua potabile, alimenti terapeutici, zanzariere antimalaria ai bambini dell'Africa centrale e occidentale.

La Pigotta infatti finanzia un pacchetto di interventi chiamato ACSD (Accelerated Child Survival and Development) capaci di salvare la vita di oltre 396.000 bambini in Benin, Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Ghana, Guinea Bissau, Senegal e Togo. Si tratta di un'azione capillare e integrata per arrivare fino ai villaggi più remoti e garantire alle popolazioni locali alimenti terapeutici, vaccini, zanzariere, sali reidratanti, assistenza alla gravidanza e al parto oltre che interventi di educazione sanitaria e nutrizionale.

Un sistema collaudato per dare a tutti i bambini il diritto di nascere e crescere sani.

Il mondo ha la possibilità di sconfiggere la povertà estrema, le malattie, l'inquinamento ambientale ed innalzare la qualità della vita di ogni essere umano che abita il pianeta. La civiltà globalizzata del terzo millennio possiede la ricchezza, la conoscenza e i mezzi per coronare il sogno di un'umanità affrancata dalla miseria e dalla mancanza dei bisogni di base. Questa è la filosofia che spinse i Capi di Stato e di governo di tutti gli Stati membri dell'ONU, riuniti dal 6 all'8 settembre 2000 a New York nel "Vertice del Millennio", la più ampia riunione di leader della storia, a porre la propria firma in calce alla "Dichiarazione del Millennio" (United Nations Millennium Declaration). 

1. Sradicare la povertà estrema e la fame 2. Rendere universale l'istruzione primaria 3. Promuovere la parità dei sessi e l'autonomia delle donne *4. Ridurre la mortalità infantile 5. Migliorare la salute materna 6. Combattere l'HIV/AIDS, la malaria ed altre malattie 7. Garantire la sostenibilità ambientale 8. Sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo

*OSM 4: Ridurre la mortalità infantile

Definizione: diminuzione entro il 2015 di 2/3 del tasso di mortalità infantile (numero di decessi ogni 1.000 nati vivi) rispetto al livello del 1990. L'OSM 4 è in assoluto quello di massima priorità per l'UNICEF fra gli 8 Obiettivi di Sviluppo del Millennio, e viene costantemente monitorato, soprattutto attraverso l'Inter-Agency Group for Child Mortality Estimation (IGME), di cui l'UNICEF è membro insieme all'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Banca Mondiale e la United Nations Population Division del Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali dell'ONU (DESA) Nel 1990, nel mondo, erano 12,4 milioni i decessi annui tra i bambini di età compresa tra 0 e 5 anni, per un tasso globale di mortalità infantile pari a circa 90 decessi ogni mille nati vivi. Questo indicatore ha fatto segnare una costante diminuzione, soprattutto a partire dagli anni Duemila (-3,9% annuo tra 2005 e 2012), e ha raggiunto secondo le ultime stime (settembre 2013) il livello di 6,6 milioni di decessi annui, pari a 48 ogni mille nati vivi. I tassi più elevati di mortalità tra i bambini sotto i cinque anni continuano a registrarsi nell’Africa Subsahariana e in Asia meridionale: due regioni che, insieme, sono teatro di ben il 75% dei decessi infantili nel mondo. un bambino su 9, nella regione, muore prima del quinto compleanno. La malnutrizione contribuisce a circa il 45% (3,1 milioni di decessi) della mortalità infantile globale. Tra due e tre milioni di bambini vengono salvati ogni anno grazie alle vaccinazioni: l'UNICEF, con 1,9 miliardi di dosi acquistate nel 2012, è leader mondiale assoluto nel settore delle vaccinazioni infantili. Nonostante questi straordinari progressi e i successi di singoli Stati come il Bangladesh, Malawi, Liberia o Nepal - tutti paesi che hanno ridotto i tassi di mortalità di oltre il 70% rispetto al 1990 - è fondato il timore che il traguardo dell'Obiettivo del Millennio 4 non sarà raggiunto a livello globale. 

©Foto: Pigotte realizzate nel laboratorio di Francavilla al Mare (Chieti)

Il mondo della Pigotta: http://pigotta.unicef.it/il-mondo-della-pigotta/ 

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