Melissa Bassi: per non dimenticare

Il diritto di crescere

È il blog che pone l'attenzione sulle tematiche e sui diritti dei minori, che racconta quel che succede nel mondo con l'intento di dar voce a chi, ancora oggi, è invisibile. Ampliando e diffondendo la conoscenza delle problematiche legate a chi è potenzialmente esposto alla minaccia di comportamenti abusanti o inopportuni, di realtà più svantaggiate, dalla schiavitù alle violenze domestiche, dalla discriminazione ai conflitti armati, dalla povertà alla libera espressione. Perché non rimanga consegnato al silenzio e non si ripeta in futuro.
Con la convinzione che garantire i loro diritti, nel loro bisogno di crescere armonicamente come individui e come esseri sociali, non dia sollievo soltanto a chi soffre ma contribuisca anche al benessere dell'intera comunità, locale e globale.

Gabriele Paglialonga

Gabriele Paglialonga
Ho iniziato a operare nel settore umanitario nel 2004, aderendo alla missione del governo italiano nel sud-est asiatico per l'emergenza tsunami. Dal 2009 rivesto l’incarico di Coordinatore per i Diritti dei minori nella sezione italiana di Amnesty International di cui faccio parte dal 2007. Non è facile raccontare né tantomeno essere ascoltati. Essendo amante della verità, io continuerò a dar voce, da oggi, anche come blogger.

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Gen 19

Melissa Bassi: per non dimenticare

Melissa è morta, tra urla e disperazione, per mano di un uomo. Colpire una scuola vuol dire uccidere giovani ma soprattutto fare del male, non solo ad una città o ad una nazione ma al mondo intero. "Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola". (Giovanni Falcone)

di Gabriele Paglialonga

stato: italia

BRINDISI – «Dopo tanto clamore, si sono spenti i riflettori sull'attentato di Brindisi e si sono dimenticati di noi. Abbiamo affrontato un lungo processo e ci hanno riconosciuto un risarcimento del danno mai liquidato». E' lo sfogo di Marcello Ribezzi e di Francesca Greco, rispettivamente genitori di Sabrina e Selena, due delle sei ragazze gravemente ferite nell’esplosione della bomba davanti alla scuola Morvillo Falcone, a Brindisi.

«Eravamo stati anche indicati - dice Ribezzi – come vittime del terrorismo, e attendevamo di poter accedere ai fondi statali. Ma non abbiamo ancora ricevuto nulla e continuiamo a sostenere spese ingenti per la cura delle nostre figlie, non solo per le conseguenze delle ustioni, ma anche perché sono ancora seguite da psicologi e professionisti».

Era il 19 maggio del 2012 quando Vantaggiato, dopo aver posizionato nella notte precedente un ordigno rudimentale nei pressi dell'istituto scolastico, attese l’arrivo dei primi studenti e azionò il comando a distanza. A causa della deflagrazione perse la vita la studentessa sedicenne Melissa Bassi, altre nove persone tra studenti e passanti rimasero ferite.

”Abbiamo avuto un minimo di giustizia. Nessuna condanna ce la restituirà, ma noi abbiamo sempre creduto nella giustizia” ha detto Rita Bassi, la madre della studentessa uccisa, subito dopo la lettura della sentenza al processo del 18 giugno 2013. I giudici della Corte d’Assise, inoltre, hanno riconosciuto, così come chiesto dall’accusa, l’aggravante della finalità terroristica al reato di strage di cui era imputato Giovanni Vantaggiato. “E’ stata riconosciuta la nostra impostazione”, ha detto il procuratore capo della Dda di Lecce Cataldo Motta.

Il dolore su Facebook. «Eri un angelo», «Infami, guardate la vita che avete strappato», erano alcune frasi apparse su Facebook, dolore e rabbia da parte degli amici della giovane. #fermaretutto l'hashtag apparso invece sulla piattaforma Twitter, un modo per chiedere alle istituzioni di fermare tutto e riflettere sulla morte tragica della ragazza. Per il popolo della rete era «l'angelo volato via», la «piccola stellina che brilla in cielo», a cui internet chiede «scusa». La rete piangeva quel «viso dolcissimo», «acqua e sapone».

Una famiglia distrutta. Era figlia unica Melissa. Il papà è un operaio e la mamma casalinga. «Era figlia unica - racconta il sindaco di Mesagne, Franco Scoditti e ovviamente era una ragazza molto amata e coccolata, era la gioia di questi genitori che vivevano per lei». 

Questo evento suscitò un'indignazione civile diventata poi internazionale. Quale responsabile della strage fu individuato, pochi giorni dopo, appunto, Giovanni Vantaggiato. Le accuse a carico del 69enne commerciante, erano di strage aggravata dalla finalità terroristica, in concorso con ignoti, e costruzione, possesso ed esplosione di ordigno micidiale relativamente ai fatti di Brindisi. Il procedimento è stato unificato con quello del precedente attentato confessato da Giovanni Vantaggiato, quello del febbraio del 2008 ai danni dell'imprenditore agricolo Cosimo Parato, suo cliente e presunto truffatore (o forse socio in affari poco chiari). Per questo primo episodio in ordine cronologico, in quanto avvenuto a Torre Santa Susanna il 24 febbraio del 2008, Vantaggiato rispondeva di tentato omicidio pluriaggravato e costruzione, possesso ed esplosione di ordigno micidiale. È proprio la contestazione dell'aggravante terroristica il motivo per cui l'accusa al processo è stata sostenuta dalla Procura distrettuale antimafia di Lecce.

Il processo, iniziato a gennaio, è stato caratterizzato da momenti di commozione e di angoscia. In particolare le testimonianze delle ragazze ferite, che hanno descritto gli ultimi istanti della vita di Melissa, le scene drammatiche cui si sono trovate di fronte, le sofferenze fisiche e le conseguenze psicologiche riportate.

Mi sembra che in questo caso la giustizia si sia dimostrata veloce e efficiente. Le famiglie e le ragazze sopravvissute in quel terribile attentato possono sperare in altrettanta celerità per il risarcimento?

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