Le Bestie di Satana: storia inquietante di un gruppo giovanile

Destinazione Cosmo

“Destinazione Cosmo” è un blog che si occupa di argomenti legati alla Criminologia, alle Scienze Forensi ed alla Divulgazione Scientifica. Per ciò che concerne la Criminologia e le Scienze Forensi, troverete articoli e saggi che spaziano dai Serial Killer agli Omicidi Seriali; dal Satanismo alle tecniche di adescamento dei giovani; dal bullismo nelle scuole alla pedofilia; dalla “Sindrome del Bambino Maltrattato” alla violenza contro le donne; dai “Difetti della Giurisprudenza” al “Della Pubblica Felicità” di L. A. Muratori. E tanto altro.
Per quanto concerne, invece, la Divulgazione Scientifica, troverete articoli e saggi dedicati, soprattutto, al mondo dell’astronomia e delle scienze ad essa collegate. Tutto il materiale sarà correlato da una moltitudine di meravigliose foto dell’Universo scattate dalla Terra e dallo spazio.
Perché? Perché «Il mondo delle scienze fisiche ed il mondo delle scienze della vita sono separati ancor oggi da una terra di nessuno inesplorata», come disse il fisico italiano Mario Agèno. Ed è arrivato il momento di iniziare l’esplorazione.
Questi e tanti altri gli argomenti trattati in questo blog che si presenta con un carattere di novità sia culturale che didattica: la verifica scientifica.

Danila Zappalà

Danila Zappalà
Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Urbino, ha frequentato un Master di specializzazione di 2° livello in "Scienze Criminologico - Forensi" presso l’Università "La Sapienza" di Roma.
Conseguito il Diploma di Master con Lode e Pubblicazione della Tesi, ha fondato nel 2007 a Siracusa il Centro Studi Scienze Criminali di cui è attualmente Presidente. Tiene Corsi di Criminologia e Psicopatologia Forense, Conferenze e Seminari per le Forze dell’Ordine e per tutte le altre categorie professionali.
Da sempre appassionata di Astronomia è attualmente una Divulgatrice Scientifica che collabora con varie testate giornalistiche scrivendo per Rubriche di Criminologia e Scienze. Tiene Corsi di Astronomia, Conferenze e Seminari di Scienze ed è autrice di numerosi saggi ed articoli di Criminologia, Scienze Forensi e Divulgazione Scientifica.
Con la BookSprint Edizioni ha pubblicato nel 2013 un libro dal titolo “La Formazione degli Operatori Territoriali nella Prevenzione del Crimine” in vendita nelle migliori librerie d’Italia e, con la stessa Casa Editrice, sono in corso di pubblicazione “Crime Scene. Manuale di Criminologia e Scienze Forensi ” e “Astronomia Bambini. Lezioni di astronomia per alunni di scuola elementare e media”.

TAGS

Newsletter
Destinazione Cosmo

Lug 3

Le Bestie di Satana: storia inquietante di un gruppo giovanile

Il vero valore di un uomo si determina esaminando in quale misura e in che senso egli è giunto a liberarsi dall’io… Eppure”, continua Einstein, “nonostante tutto, io stimo tanto l’umanità da essere persuaso che questo fantasma malefico sarebbe da lungo tempo scomparso se il buonsenso dei popoli non fosse sistematicamente corrotto, per mezzo della scuola e della stampa, dagli speculatori del mondo politico e del mondo degli affari…”

di Danila Zappalà

bestie di satana, omicidi satanici

La storia di questo gruppo giovanile viene alla luce la notte fra il 23 e il 24 gennaio 2004 quando a Golasecca, piccolo paesino del Varesotto, alle porte di Somma Lombardo, i Carabinieri scoprono, all'interno di una serra costruita accanto ad un simpatico chalet circondato dal bosco, il corpo con il viso sfigurato di Mariangela Pezzotta, 27 anni, figlia di un esponente di spicco di Forza Italia.

Mariangela è stata tramortita con una fucilata che, come dirà in seguito uno degli investigatori, “le ha cancellato il volto” ed è stata poi selvaggiamente uccisa a badilate e a bastonate in testa, che le hanno fracassato il cranio.

I Carabinieri, nella camera da letto dello chalet antistante la serra del ritrovamento, trovano anche un enorme cero che brucia ancora dopo più di dodici ore e, vicino al letto disfatto, una strana statuetta evocante strani culti esoterici che i ragazzi chiamano “il militante”.

Tutto comincia, quando il custode della stamperia STS chiama il 112 perché in strada c’è un giovane con i jeans sporchi di terra e fango, chiamato Andrea Volpe, che urla come in preda al delirio e si dimena prendendo a calci le autovetture parcheggiate.

I Carabinieri lo fermano e gli chiedono spiegazioni.

Il ragazzo comincia a farfugliare di essere stato aggredito, insieme alla sua ragazza, da un branco di malviventi.

Nel frattempo arrivano sul posto anche i genitori del ragazzo che, preoccupati, chiedono al figlio cosa sia successo.

Andrea ricomincia a raccontare. Stavolta, però, fornisce una versione dei fatti un po’ diversa dalla precedente: parla di una ragazza in pericolo che è rimasta sola sul luogo dell’aggressione.

I Carabinieri, arrivati sul posto indicato loro dal Volpe, trovano una Fiat Uno color argento incastrata in un muretto circostante, senza nessuno al posto di guida e, poco più avanti, una Honda Accord con al posto di guida, china sul volante, Elisabetta Ballarin viva ma sotto l’effetto evidente di droga e psicofarmaci.

I Carabinieri scoprono che la Fiat Uno appartiene ad Annamaria Pe, moglie di un noto esponente di Forza Italia e madre di Mariangela Pezzotta.

Dopo le prime cure prestate ad Andrea Volpe ed Elisabetta Ballarin presso il vicino ospedale di Varese, Elisabetta parla alla madre di Andrea, insieme a loro in ospedale, dell’omicidio della Pezzotta e dell’occultamento del suo cadavere che è nascosto nella serra dello chalet della sua famiglia nel bosco di Golasecca.

Questi i fatti, secondo la ricostruzione di Volpe:

La sera del 23 gennaio 2004, sera di luna nuova, Mariangela Pezzotta viene raggiunta al cellulare da Andrea volpe, suo ex fidanzato, che le dice di raggiungerlo subito nello chalet dei Ballarin a Golasecca per restituirgli una videocassetta.

Raggiunto lo chalet, Mariangela nota subito, scorgendo gli sguardi di Andrea ed Elisabetta, che i due ragazzi hanno fatto uso di droga e che non l’hanno chiamata solo per la videocassetta.

Andrea, infatti, fa un cenno con la testa ad Elisabetta che immediatamente si reca in un’altra stanza tornando con in braccio un fucile.

Posizionandosi davanti al portoncino d’ingresso, Elisabetta sbarra l’unica via d’uscita a Mariangela, tenendola sotto tiro.

Andrea, invece, tira fuori dalla tasca dei suoi jeans una Smith & Wesson calibro 38 e la punta al viso di Mariangela.

I due cominciano a litigare e Andrea spara un colpo diritto in faccia alla ragazza.

Mariangela cade con la testa sul tavolo.

Il sangue le esce dalla bocca.

“Senza pietà continua l'eliminazione per la pulizia totale, donando la cenere del nemico a colui che siede al trono”, recita Volpe mentre Mariangela è agonizzante.

Ma c'è di più.

C’è molto di più.

Dopo aver sparato a Mariangela, Volpe ne beve il sangue senza battere ciglio, con una tranquillità, freddezza e lucidità paragonabili soltanto al glaciale distacco emotivo dallo stesso mostrato durante il suo racconto.

Non sapendo cos’altro fare, Andrea Volpe chiama Nicola Sapone il quale, giunto sul posto si arrabbia con i due amici perché Mariangela non è ancora morta e grida loro “Non sapete neanche uccidere una ragazza!”

Poi, Andrea, Nicola ed Elisabetta trascinano il corpo sanguinante di Mariangela nella serra antistante lo chalet e lì la uccidono sotterrandone frettolosamente il corpo nel fango.

L'omicidio di Mariangela è stato consumato in quello che, considerati i fatti, è ormai tristemente soprannominato “lo chalet degli orrori”.

Due giovani, Andrea Volpe, 30 anni ex fidanzato della vittima, e la sua nuova compagna, Elisabetta Ballarin, 19 anni, vengono arrestati.

Successivamente, finisce in manette anche Andrea Sapone, amico di Volpe. 

Dopo essere stato arrestato, Volpe inizia a collaborare con gli inquirenti ed inchioda, inspiegabilmente, tutti gli altri membri della setta: perché è di una setta che sta parlando Volpe. Più tecnicamente, di un gruppo satanico denominato “Bestie di Satana”.

Motivando il suo gesto, Volpe racconta che, non essendo entrato da molto nel gruppo, al pari degli altri adepti che lo hanno preceduto, si deve sottoporre ad un rito d’iniziazione: deve uccidere per poi bere il sangue di una vittima sacrificale.

E lui lo fa.

Uccide Mariangela Pezzotta e ne beve il sangue, come se fosse la cosa più naturale del mondo.

I fatti conducono gli inquirenti verso la pista del disagio e di una devianza giovanile caratterizzata da abituale utilizzo di droghe e alcool.

Tuttavia, alludendo alle frequentazioni e agli interessi dei personaggi coinvolti, s’inizia a pensare al cosiddetto “satanismo acido” ovvero a quella particolare tipologia di culto satanico, tipicamente giovanile, in virtù del quale, secondo la classificazione di M. Introvigne, già presidente e fondatore del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) il culto del diavolo è semplicemente una scusa per operare eccessi e deprivazioni.

I riti di questa tipologia di culto, infatti, si basano sull’uso di sostanze stupefacenti ed alcool, associato ad orge e pratiche sessuali blasfeme caratterizzate da abusi psicologici e sessuali operati a danno degli adepti e non.

L’arresto contribuisce a dare nuovo slancio alle indagini riguardanti il caso della scomparsa di due giovanissimi frequentatori del gruppo di Volpe: Fabio Tollis di 16 anni e Chiara Marino di 19.

Questi, la sera della scomparsa, si trovano con alcuni amici in un noto pub metal di Milano, il Midnigth, situato in Porta Romana e conosciuto come luogo di ritrovo per giovani satanisti.

È la sera del 17 gennaio 1998.

Intorno alle 23.30 i due escono insieme dal locale dicendo di andare a fare una telefonata. Fabio telefona al padre Michele e gli dice che quella sera non sarebbe tornato a casa.

Il padre, però, nota uno strano tono di voce nel figlio e cerca di carpirgli più notizie nel tentativo di scoprire la ragione del mancato rientro ma Fabio riattacca il telefono ed interrompe la comunicazione.

Michele Tollis allora, preoccupato per il figlio, prende la macchina e si precipita al Midnigth, dove più volte aveva accompagnato il figlio dai suoi amici ed era venuto a riprenderlo.

Ma del figlio e dei suoi amici non c’era già più traccia.

Pare che, subito dopo la telefonata al padre, Fabio sia salito in macchina con Andrea Volpe e Nicola Sapone seguito da un’altra macchina, con a bordo Chiara Marino e Mario Maccione.

Da quel momento non si hanno più notizie né di Fabio né di Chiara: sono come spariti nel nulla e i loro assassini diffondono la voce di una probabile loro fuga d'amore.

Il 28 maggio 2004, i loro corpi senza vita verranno ritrovati nei pressi di un cimitero, a sei anni di distanza, in una buca, profonda circa due metri, scavata nei boschi di Somma Lombardo, a Golasecca, nei pressi di Varese.

Chiara, prima di essere uccisa, subisce abusi sessuali da parte di tutti i membri della setta, compreso Fabio Tollis il quale dopo gli abusi su Chiara intuisce che il rito messo in atto è un omicidio rituale ed è, quindi, prevista la morte della ragazza.

Ma nel tentativo di difendere Chiara e di strapparla alla morte, debolezza non tollerata dal gruppo, perde la vita anche lui massacrato a martellate in testa e a coltellate.

Fra Giugno e Luglio 2004, gli inquirenti danno seguito ad una notevole ondata di arresti: dei tre omicidi sono accusati Volpe (già in carcere per l’omicidio di Mariangela Pezzotta) e Nicola Sapone, accorso sul luogo dell’omicidio di Mariangela su richiesta dell’amico Volpe.

Per la morte di Tollis e della Marino sono arrestati anche Pietro Guerrieri (detto Wedra), Mario Maccione, Eros Monterosso, Paolo Leoni (detto Ozzy) e Marco Zampollo, mentre Elisabetta Ballarin è accusata per il solo omicidio della Pezzotta.

Viene arrestato anche Pietro Guerrieri, un tossicomane di vecchia data con il cervello già cotto dalla cocaina nonostante la giovane età. Si scopre infatti che proprio a lui, il 15 gennaio 1998, Andrea Volpe aveva dato l'ordine di andare nei boschi di Somma Lombardo per scavare una fossa profonda due metri: “non fare domande, vai e scava” gli disse Volpe “la fossa servirà per raccogliere il sangue durante il sacrificio rituale che faremo la notte di plenilunio”.

In manette finisce anche Massimino Magni, magazziniere ventiquattrenne che ai tempi dei delitti era minorenne, come lo era, d’altronde, anche Mario Maccione.

Le cronache mettono tragicamente in luce l’appartenenza degli arrestati e delle vittime ad un gruppo nato informalmente intorno al 1995 ed auto denominatosi “Bestie di Satana”, costituito da giovani tra i 16 ed i 29 anni coinvolti in questioni di alcol e droga ed interpreti, con una band musicale, di una frangia estrema del filone eavy metal e death rock.

“Questi gruppi spontanei” spiega M. Introvigne commentando le vicende avvenute a Somma Lombardo “non hanno punti di riferimento sorvegliabili, ma si alimentano di musica scaricata via Internet, che inneggia a sacrifici umani, bimbi violentati, donne sventrate…”

Inoltre, “Non c'è una linea criminosa quale guida del loro agire” scrive Maria Greca Zoncu, GUP di Busto Arsizio che nel febbraio del 2005 condannò con rito abbreviato Andrea Volpe e Pietro Guerrieri per gli omicidi di Chiara Marino, Fabio Tollis e Mariangela Pezzotta,

“i riti di maledizione, l'abbigliamento, i simboli, i tatuaggi ed i discorsi per quanto forti, per quanto di rottura non hanno una rilevanza criminale, non sono quel pactum sceleris che è richiesto dal codice penale. Gli atti criminosi e i reati commessi dal gruppo sono, il più delle volte, improvvisati nella loro genesi e privi di qualsivoglia pianificazione e programmazione logica”.

La loro decisione di uccidere, dunque, insieme al loro professarsi adoratori del Diavolo, è dominata dalla consapevole, lucida e totale improvvisazione.

Dai diari di alcuni dei protagonisti di questa triste e sconcertante vicenda emerge l’interesse di questi ragazzi per il mondo del mistero, dell’occulto e delle ritualità cerimoniali sataniche.

I genitori di Chiara Marino raccontano che la stessa Chiara aveva allestito, nella sua stanza, un piccolo altare adornato da candele nere ricoperto da un telo con disegnati una stella a cinque punte, un grosso piede di caprone ed un teschio.

L’uccisone di Chiara Marino e di Fabio Tollis sembrerebbero, dunque, realmente trovare collocamento in un contesto satanico sebbene, la sera dell’omicidio i due ragazzi siano stati colpiti con armi da taglio e corpi contundenti e gettati uno sopra l’altro nella buca del ritrovamento, scavata alcuni giorni prima da Pietro Guerrieri.

Pare che la decisione sia stata collettiva: Chiara doveva essere sacrificata perché voleva uscire dal gruppo e perché “somigliava troppo alla Madonna”, per questo è stata scelta come vittima sacrificale da offrire alla Bestia durante un rito satanico da compiere nei boschi di Somma Lombardo la notte di luna piena del 17 gennaio 1998.

Fabio, invece, è stato ucciso perché non sarebbe stato in grado di reggere all'omicidio della sua ragazza e perché colpevole di voler scalare i vertici della setta sostituendosi a Volpe e a Sapone.

La ferocia del duplice omicidio è sconcertante quanto mostruosa.

A Chiara vuole dedicarsi personalmente Nicola Sapone che la uccide a pugnalate.

Mentre Fabio, alto un metro e novanta, viene bloccato alle spalle dagli altri due amici e ucciso a coltellate e a colpi di mazza.

Ma i due ragazzi, pur se agonizzanti, non sono ancora morti.

Allora Sapone, per non udire più i loro rantoli, gli mette in bocca dei grossi ricci di castagno e li sgozza; poi, intinge una sigaretta nel sangue e se la fuma.

Ma non è tutto.

Dopo averli precipitati nella fossa, urinando sui corpi agonizzanti di Fabio e Chiara gli assassini beffeggiano “E ora, zombi, camminate se potete!" e Nicola Sapone, che ancheggia soddisfatto sulla fossa dove ha appena sepolto i suoi amici, urla: “Zombie, adesso siete soltanto degli zombie”.

Quella notte sul luogo del delitto erano dunque presenti Nicola Sapone, Andrea Volpe e Mario Maccione.

Secondo la ricostruzione fornita dagli inquirenti gli omicidi vengono compiuti “con due coltelli, uno dei quali, per la foga si è spezzato nel corpo delle vittime” racconta Pietro Guerrieri (soprannominato Wedra) che aiutò a preparare il delitto e che nei mesi successivi fu ricoverato per disturbi mentali: “Una martellata?... Una? Mario Maccione gliene avrà date ottanta”.

Poi ha avuto luogo la “dissacrazione dei poveri resti in un'orgia di sangue, l'oltraggio finale costituito dall'urinare sui cadaveri”.

Prima di uccidere Fabio e Chiara nel bosco di Somma Lombardo, però, le Bestie di Satana avevano già cercato di eliminare i due ragazzi.

Il primo tentativo fu effettuato nel Parco Sempione, nel centro di Milano, dove il gruppo si ritrovava. “Chiara doveva essere eliminata perché l'avevano indicata gli spiriti”, racconta Massimino Magni, uno dei pentiti che da anni è uscito dalla setta e che adesso ha deciso di raccontare tutto.

“Una sera hanno riempito una bottiglia di barbiturici per darli da bere a Chiara, stordirla e portarla in una zona di Milano frequentata da tossicodipendenti... qui, disse Volpe, le avrebbero fatto un'iniezione di eroina per causarne il decesso da overdose e quindi fare apparire la morte un incidente…" Però il piano andò a monte, un attimo prima dell'iniezione letale, probabilmente a seguito del passaggio di una pattuglia dei carabinieri.

Ma le Bestie di Satana ci riprovarono.

Una volta dissero a Fabio e Chiara che Satana voleva che avessero un rapporto sessuale. Li fecero salire sulla Renault 4 di Guerrieri nel cui serbatoio erano stati posizionati alcuni petardi. L'auto finì carbonizzata, ma non esplose e i due ragazzi si salvarono.

Tre omicidi, tre giovani vittime ed una setta che, senza concrete motivazioni, non dà vie di scampo.

Purtroppo, però, le Bestie di Satana non si macchiano solo di questi tre delitti.

A questa setta vengono attribuiti anche altri omicidi, tutti avvenuti nel Varesotto, nella zona fra Somma Lombardo, Golasecca e Malpensa. Ad esempio, quello di Andrea Ballarin operaio di ventidue anni che, il 6 maggio 1999, viene trovato impiccato sulle scale del cortile della sua vecchia scuola media.

E ancora quello di Angelo Lombardo, 28 anni, trovato bruciato nel cimitero di Legnano nel dicembre dello stesso anno.

A Legnano il 5 maggio 2004 trova la morte, impiccato, Luca Colombo, amico di Nicola Sapone.

Morte alquanto misteriosa, è anche quella di uno degli “anziani” della setta, Andrea Bontade di 20 anni, il “traditore” che, pur avendo scavato insieme agli altri la fossa nella quale sarebbero stati sepolti Chiara Marino e Fabio Tollis, la notte del massacro non si presentò all’appuntamento e che morì misteriosamente in un incidente d’auto avvenuto tra Somma Lombardo e Gallarate poche ore dopo un incontro con Sapone, accusato di averlo indotto al suicidio.

Bontade, umiliato e drogato per mesi dai compagni, si uccide la notte del 21 settembre 1999, schiantandosi ad altissima velocità con la sua auto.

La sua auto finì schiantata contro un muro alla velocità di 180 Km/h e, quello che venne inizialmente considerato un incidente dovuto all’uso di alcol e droghe, venne poi considerato un suicidio data la mancanza di alcun segno di frenata sull’asfalto.

Pare che il più desideroso della morte di Bontade fosse Marco Zampollo, il quale aveva deciso anche il giorno in cui Andrea avrebbe dovuto morire: la notte della festa della Luna, prevista per Luglio. Ma, poi, quella data saltò e la sera del 21 Settembre Sapone, salendo in macchina con Bontade, gli disse senza mezzi termini “O lo fai tu, o lo facciamo noi”.

Più tardi, quella stessa notte, lo schianto fatale.

È Volpe a svelare i retroscena di alcuni di questi strani suicidi.

Per ciò che riguarda Andrea Ballarin, che nonostante il nome non ha alcun legame di parentela con Elisabetta Ballarin. , per esempio, dice che durante i primi mesi del 1999 Nicola Sapone decretò la sua morte a seguito di un litigio avuto con lui in un Bar di Somma Lombardo.

L’onta subita, a parere di Sapone, “doveva essere lavata col sangue” ed essendo Ballarin un soggetto depresso, simulare il suo suicidio sarebbe stato un gioco da ragazzi.

Per questo “io, Leoni e Sapone aspettammo Ballarin nel cortile della nostra ex scuola all’una di notte” racconta Volpe “Sapone lo minacciò con un machete, gli mise in faccia uno straccio imbevuto di etere per addormentarlo, poi lo portammo davanti alla scuola e lo impiccammo”.

Omicidi/suicidi dunque, perpetrati con strategie di manipolazione mentale talmente efficaci e sofisticate da far pensare che dietro le azioni di queste giovani menti si nascondesse l’abilità di professionisti tanto intelligenti e preparati quanto crudeli e spregiudicati.

L'inquietante denominatore comune è che i morti sono tutti giovani che conoscevano e frequentavano Andrea Volpe.

Questi delitti dunque, e forse anche molti altri su cui ancora si sta indagando, portano un'unica, inquietante firma: quella delle Bestie di Satana.

Ma, cosa spinge ragazzi poco più che adolescenti, ad uccidere con tanta ferocia?

Cosa spinge non uno ma ben sette ragazzi del ricco e tranquillo entroterra lombardo ad uccidere selvaggiamente e senza ritegno i loro stessi amici?

Sappiamo che gli elementi che contraddistinguono questo gruppo giovanile sono l'abuso di alcol, di stupefacenti e le bestemmie.

E sappiamo, anche, che gli adepti della setta sono costretti a dei macabri quanto feroci riti, come buttarsi a peso morto contro le siepi del parco senza lamentarsi per il dolore.

Eppure, tutto ciò non spiega perché dei giovani, provenienti da famiglie comuni e per bene, uccidano in questo modo.

“L’individuo” scrive Einstein nel suo libro Come io vedo il mondo – La Teoria della relatività, Newton & Comp. Ed. , Grandi Tascabili Economici Newton, a pag. 25, “è cosciente della vanità delle aspirazioni e degli obiettivi umani e, per contro, riconosce l’impronta sublime e l’ordine ammirabile che si manifestano tanto nella natura quanto nel mondo del pensiero.

L’esistenza individuale gli dà l’impressione di una prigione e vuol vivere nella piena conoscenza di tutto ciò che è, nella sua unità universale e nel suo senso profondo…

I geni religiosi di tutti i tempi risentono di questa religiosità cosmica che non conosce né dogmi né Dei concepiti secondo l’immagine dell’uomo. Non vi è perciò alcuna Chiesa che basi il suo insegnamento fondamentale sulla religione cosmica.

Accade di conseguenza che è precisamente fra gli eretici di tutti i tempi che troviamo uomini penetrati di questa religiosità superiore e che furono considerati dai loro contemporanei più spesso come atei, ma sovente anche come santi.”

Infatti, “La più bella sensazione è il lato misterioso della vita”, continua Einstein “È il sentimento profondo che si trova sempre nella culla dell’arte e della scienza pura.

Chi non è più in grado di provare né stupore né sorpresa, è per così dire morto; i suoi occhi sono spenti…

Chiunque creda che la sua propria vita e quella dei suoi simili sia priva di significato è non soltanto infelice, ma appena capace di vivere…”

È questo ciò che è successo alle “Bestie di Satana”?

Hanno creduto che la vita dei loro amici fosse priva di significato?

Chi può dirlo.

Questa vicenda nasce con un gruppo di normalissimi ragazzini accomunati da un’unica grande passione per il rock e l'heavy metal.

Il contesto satanico di cui questa musica è permeata s’incrocia con la storia personale del primo leader del gruppo: Paolo Leoni, detto Ozzy, in omaggio al famoso cantante Ozzy Osbourne.

Ozzy sembrerebbe essere cresciuto senza validi punti di riferimento in quanto il padre, Corrado Leoni, appassionato di occulto e di satanismo, dopo aver ucciso nel 1985 la cantante Maddalena Russo, finendo rinchiuso in un manicomio criminale, lo abbandonò a se stesso.

Attorno ad “Ozzy” si forma una comunissima comitiva di amici.

Secondo le testimonianze acquisite durante il processo, è nell'estate del 1996 che il gruppo prende una brutta piega iniziando a comportarsi come una vera e propria setta.

Poi viene l'epoca del sangue e dei delitti.

Fabio Tollis e Chiara Marino, membri di un gruppo affascinato dal satanismo, vengono condannati a morte ed assassinati dai loro amici la notte del 18 Gennaio 1998.

A massacrarli a coltellate e martellate Nicola Sapone, Mario Maccione e Andrea Volpe, che hanno confessato durante il processo ed ottenuto, per questo, degli sconti di pena.

Secondo l'accusa, anche Paolo Leoni, Eros Monterosso, Pietro Guerrieri e Marco Zampollo sapevano: sarebbero anzi i mandanti occulti del delitto, i “sacerdoti del rito”, anche se di ciò non vi è prova al di fuori delle dichiarazioni dei testimoni.

“La figura carismatica della setta era Ozzy...” dice Massimino Magni, ex membro del gruppo “posso dire che sicuramente Ozzy, Eros Monterosso e Marco Zampollo hanno contribuito all'eliminazione di Fabio e Chiara” anche se la notte dell'omicidio Ozzy nel bosco non c'era.

“La morte di Chiara Marino era stata decisa da tempo perché si era allontanata dal gruppo e poteva essere pericolosa… e poi Maccione, che durante le sedute cadeva in trance e diceva di comunicare con Satana, sosteneva che Chiara incarnava la Madonna”.

È proprio Leoni, ex fidanzato di Chiara, che si occupa di “farla rientrare nel gruppo per attuare il proposito criminoso”.

E Fabio?

Secondo i magistrati Maccione l'avrebbe voluto uccidere perché appariva titubante nella progettazione dell'omicidio e perché lo emulava nella visione dei demoni.

Insomma, era un rivale da eliminare.

Sarà la tenace determinazione di Michele Tollis, padre di Fabio, unita alle fondamentali confessioni di Volpe, ad aprire gli occhi agli inquirenti e a far ritrovare i poveri resti di Fabio e Chiara, dopo sei lunghissimi e dolorosissimi anni.

Michele Tollis si presenta spontaneamente dai Carabinieri dopo aver letto sul giornale dell’omicidio di Mariangela Pezzotta e, soprattutto, dopo aver letto i nomi di Andrea volpe e Nicola Sapone.

Ha con sé un voluminoso fascicolo in cui sono raccolti i frutti delle sue minuziose indagini sulla scomparsa, risalente a sei anni prima, di suo figlio Fabio e della sua amica Chiara Marino.

Nel suo fascicolo i nomi ci sono tutti. Oltre a quelli di Andrea Volpe e Nicola Sapone ci sono anche quelli di Paolo leoni, Eros Monterosso, Mario Maccione, Marco Zampollo e Pietro Guerrieri.

Vengono rintracciati ed interrogati tutti i ragazzi menzionati.

“Le Bestie di Satana”, che Michele Tollis aveva nominato ed accusato della scomparsa del figlio, esistevano davvero e la setta satanica era attivamente operante già da tempo nella zona.

 Dalle indagini ne è emersa la probabile struttura organizzativa composta presumibilmente da tre livelli:

il Nucleo, composto proprio da questi ragazzi, con pochi soldi in tasca ma disposti anche ad uccidere;

la Protezione formata da un gruppo di persone selezionate che proteggeva il Nucleo ed era a conoscenza delle azioni criminose compiute dai suoi membri;

e poi i Fiancheggiatori, professionisti affermati, forse, in grado di manipolare sapientemente le menti e le azioni dei giovani componenti del Nucleo.

Andrea Volpe è il primo a svelare l’esistenza di un gruppo superiore che lui chiama Setta degli X.

Dopo mesi d’indagini, confessioni, ritrattazioni e ricostruzioni parte, finalmente, il processo “ai ragazzi di Satana” e al loro gruppo satanista.

Contro le Bestie di Satana si sono finora svolti numerosi processi.

Nel primo, con rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena, svoltosi presso il Tribunale di Busto Arsizio vicino Varese, il 22 febbraio 2005 sono stati condannati Andrea Volpe a 30 anni e Pietro Guerrieri a 16 anni di prigione ed è stato assolto Mario Maccione, minorenne all’epoca dei fatti, che, però, davanti ai giudici dei minori di Milano, l’11 aprile 2005, si è visto affibbiare 19 anni di galera per l’omicidio di Fabio Tollis e di Chiara Marino.

È stato assolto in secondo grado Massimiliano Magni, anch’egli minorenne all’epoca dei fatti e, il 23 Febbraio 2006, la Corte d’Appello del Tribunale dei Minori ha ridotto a sedici anni la pena detentiva per Maccione (il quale ha annunciato in aula di essersi pentito dei delitti compiuti), mentre condanna Magni a nove anni di carcere.

Il 21 Giugno 2005 si apre invece il processo in Corte d’Assise per tutti gli altri imputati, compreso Andrea Basciu, estraneo ai delitti, ma accusato di essere complice nell’avere coperto la vicenda dell’incendio di un auto di proprietà di una persona che aveva avuto una lite con Volpe, ad opera dello stesso Volpe e di Elisabetta Ballarin.

Il processo si conclude il 31 Gennaio 2006 con la condanna a due ergastoli con tre anni di isolamento diurno per Nicola Sapone, ventisei anni per Paolo Leoni e Marco Zampollo, ventiquattro anni per Eros Monterosso e ventiquattro anni e tre mesi per Elisabetta Ballarin, l’ex fidanzata di Andrea Volpe.

Il processo d’appello svoltosi dall’8 al 15 Maggio 2007 presso la Corte d'Assise d’Appello di Milano si conclude invece con la condanna all’ergastolo per Nicola Sapone e Paolo Leoni e pene pari a ventinove anni e tre mesi per Marco Zampollo, ventisette anni e tre mesi per Eros Monterosso e ventitre anni per la Ballarin.

La sentenza conferma dunque le condanne di primo grado per Sapone, mentre inasprisce la pena per Leoni, Zampollo e Monterosso.

Unico sconto per Elisabetta Ballarin, che si vede ridurre la pena detentiva di un anno.

Il 25 Ottobre 2007 le Sezioni penali unite della Corte di Cassazione confermano il giudizio emesso dalla Corte d'Appello di Milano il 16 Giugno 2007 nei confronti di Andrea Volpe, che prevede la riduzione della pena da trenta a vent’anni di reclusione rispetto al processo celebratosi con rito abbreviato.

La Cassazione ha inoltre confermato la riduzione di pena da sedici anni a dodici anni e otto mesi per il coimputato di Volpe, Pietro Guerrieri.

Volpe, il “pentito” numero uno, è sbalorditivamente il “grande assente” del processo, nonostante la sua vomitevole brama di protagonismo.

Additato dalle difese come unico mandante responsabile degli omicidi, sembra voglioso solamente di ottenere sconti di pena.

Bestie di satana, atto finale.

Si chiude così una pagina giudiziaria inquietante, una vicenda che ha sconvolto non solo Busto Arsizio, il Varesotto, Golasecca e Varese, ma l'Italia intera.

I delitti delle Bestie di satana hanno costituito un unicum, un caso da manuale, e per questo hanno richiamato l'attenzione di psicologi, esorcisti, sociologi e criminologi di tutto il mondo.

Trattasi di tre omicidi anomali, inquietanti, assurdi e brutali, associati a due induzioni accertate al suicidio e ad altre morti sospette che gli inquirenti non sono ancora riusciti a ricollegare con certezza al gruppo. Nonostante la mole d’indizi, documentazione e testimonianze…

Sì, perché questo è un processo indiziario fondato sulle confessioni di Andrea Volpe, Mario Maccione e Pietro Guerrieri che hanno generalmente, ma non sempre, confermato le versioni dei “pentiti” del gruppo.

È solo parecchie settimane dopo l'arresto di Volpe e della Ballarin che, dopo le dichiarazioni di Volpe, si evidenzia in tutta la sua orrenda assurdità il quadro degli omicidi. Nessuna motivazione, nessun movente razionale.

Infine, l'ultima vittima, indiretta questa volta: Alberto Ballarin, giornalista, padre di Elisabetta, stroncato dal dolore per le sorti di sua figlia, a suo dire plagiata da Volpe.

È difficile pensare che tutto questo possa essere successo davvero; che realmente esistano le Bestie di Satana e che siano un gruppo formato soltanto da giovani sbandati.

L'orrore, lo smarrimento, sembrano prendere lo stesso GIP di Busto Arsizio, Toni Novik, che quando scrive l'ordinanza di arresto per Volpe ed i suoi amici dice che “Questa vicenda rappresenta un unicum nel panorama giudiziario italiano... non risultano omicidi plurimi commessi da aderenti a sette sataniche...” continua Novik sbigottito “Sono fatti difficili da raccontare per chi li ha analizzati…”

“È giusto, in linea di principio” dice A. Einstein nel suo libro Come io vedo il mondo – La Teoria della relatività, Newton & Comp. Ed. , Grandi Tascabili Economici Newton, a pag. 28, “dare solenne testimonianza d’affetto a coloro che hanno contribuito maggiormente a nobilitare gli uomini e l’esistenza umana. Ma se si vuole anche indagare sulla natura di essi, allora si incontrano notevoli difficoltà.

Per quanto riguarda i capi politici, e anche religiosi, è spesso molto difficile stabilire se costoro hanno fatto più bene che male.

Di conseguenza credo sinceramente che indirizzare gli uomini alla cultura di nobili discipline e poi indirettamente elevarli, sia il servizio migliore che si possa rendere all’umanità.

Questo metodo trova conferma, in primo luogo, nei cultori delle lettere, della filosofia e delle arti, ma anche, dopo di essi, negli scienziati. Non sono, è vero, i risultati delle loro ricerche che elevano e arricchiscono moralmente gli uomini, ma è il loro sforzo per capire, è il loro lavoro intellettuale fecondo e capace.

Il vero valore di un uomo si determina esaminando in quale misura e in che senso egli è giunto a liberarsi dall’io… Eppure”, continua Einstein, “nonostante tutto, io stimo tanto l’umanità da essere persuaso che questo fantasma malefico sarebbe da lungo tempo scomparso se il buonsenso dei popoli non fosse sistematicamente corrotto, per mezzo della scuola e della stampa, dagli speculatori del mondo politico e del mondo degli affari…”.

Personalmente, credo sia arrivato il momento di mettere da parte tutte le divergenze dottrinali, le complessità burocratiche, le disquisizioni filosofiche…

Occorre urgentemente unire gli sforzi per diffondere la cultura della vita, della verità e della via.

Non si può più aspettare.

È una questione di sopravvivenza.

E i fatti lo dimostrano.

© Riproduzione riservata

14965 visualizzazioni

Commenti
Lascia un commento

Nome:

Indirizzo email:

Sito web:

Il tuo indirizzo email è richiesto ma non verrà reso pubblico.

Commento: