«Giustizia Ingiusta» è il blog di Reteluna.it in cui verranno affrontati temi afferenti al nostro sistema giudiziario comparandolo con i sistemi esteri e affrontando tutte le problematiche che attanagliano la realtà giudiziaria del bel paese. Dalla lentezza della giustizia alle leggi ad personam, dalle ingiuste detenzioni ai reati dei colletti bianchi. Giustizia Ingiusta rappresenterà un excursus nei meandri dei tribunali, dove oggi più che mai la legge non è affatto uguale per tutti.
Federico Di Mambro
Avv. Federico Di Mambro: diplomato al liceo scientifico "G. Pellecchia" di Cassino, Frosinone, nel 2002, iscritto nel 2003 alla facoltà di Giurisprudenza di Cassino, laureato prima in Scienze giuridiche e poi in Giurisprudenza nel 2009 con tesi in diritto civile, voto 110/110. Pratica forense presso lo studio legale Troiano in Cassino, mediatore civile nel 2010 e abilitazione alla professione di avvocato conseguita il 20 dicembre del 2012. Esercita la professione di avvocato penalista presso il foro di Cassino.
TAGS
Lug 21
di Federico Di Mambro
Tweet | Condividi... |
Amici di Reteluna oggi affronteremo il tema “la convalida dell’arresto”.
Trattasi di un istituto giuridico proprio del nostro ordinamento che prevede il controllo dell’operato delle forze dell’ordine ( ma anche dei privati, poiché anche i privati in determinate circostanze possono arrestare! ) quando esse procedono alla limitazione della libertà personale di un individuo.
La convalida dell’arresto prevede tre fasi: la prima è quella in cui le forze dell’ordine dopo l’arresto, mettono l’arrestato a disposizione del Pubblico Ministero e avvisano immediatamente il difensore ( di fiducia o d’ufficio )…ciò deve avvenire perentoriamente entro 24 ore. Nella seconda fase il P.M.può procedere ad interrogatorio ( ma non è un obbligo ) avvisando preventivamente il difensore. La terza fase inizia con la richiesta di convalida dell’arresto che il P.M.deve presentare al giudice - GIP o Giudice del dibattimento se il P.M.intende procedere con il rito direttissimo ( quest’ultimo non è un treno, ma un rito speciale che non prevede la fase dell’udienza preliminare! ) entro 48 ore dall’arresto. Ricevuta tale richiesta il giudice deve fissare l’udienza di convalida nelle 48 ore successive: qualora non vengano rispettati questi termini, l’arrestato deve essere rimesso in libertà!
L’udienza di convalida vera e propria è una particolare udienza che si svolge in camera di consiglio ( cioè senza pubblico ) ed in questi casi si vivono le emozioni più disparate, soprattutto quando viene introdotto l’arrestato: chi entra in lacrime consapevole dell’errore commesso, chi entra furioso perché convinto di essere innocente, chi si comporta da spavaldo ( di solito sono i delinquenti abituali che “ci hanno fatto il callo” ) e con ironia sbeffeggia giudici e forze dell’ordine come per dire “tanto non ho paura…”
In sede di convalida noi avvocati ne vediamo “di cotte e di crude”: l’ultima convalida che ho vissuto in qualità di difensore d’ufficio, vedeva un cittadino indiano arrestato per resistenza a pubblico ufficiale ( il soggetto, venditore di occhiali da sole contraffatti, alla vista delle guardie, per fuggire, spintonava gli stessi provocando loro escoriazioni sul corpo…le stesse forze dell’ordine, dopo una breve fuga, lo traevano in arresto )…la particolarità della vicenda sta nel fatto che il cittadino indiano rendeva ai carabinieri spontanee dichiarazioni in italiano, per poi in udienza non comprendere e non comunicare ne con il sottoscritto ne con il giudice, che così era costretto a far reperire un interprete…il mio commento repentino fu “giudice è confermato il detto che dice “vuole fare l’indiano…” – il magistrato non l’ha presa proprio bene la battuta! – A presto..
© Riproduzione riservata
981 visualizzazioni