si passa da 3 milioni a 1,4 milioni di euro al mese. procede la causa di divorzio

Dimezzato l'assegno mensile per Veronica Lario

Si è pronunciato il Tribunale di Monza

Alla Lario dovevano andare 100.000 euro al giorno per farle mantenere il suo tenore di vita; all’ex premier sarebbe rimasta la favolosa villa Belvedere di Macherio

di Silvia Tozzi

Lario con Berlusconi
Lario con Berlusconi

MILANO | Il Tribunale di Monza ha determinato il dimezzamento dell’assegno di mantenimento che Silvio Berlusconi deve versare alla moglie separata Veronica Lario. Quindi è passato da 3 a 1,4 milioni di euro.

LE CAUSE | Sul matrimonio sono in corso due cause distinte, una di separazione consensuale e l’altra di divorzio. La prima, avviata dopo 22 anni di matrimonio il 3 maggio del 2009 da Veronica Lario, si svolge a Milano perché in quel momento lì risiedeva Berlusconi (che ora vive a Roma). La seconda causa, quella di divorzio, è stata intentata quest’anno da Berlusconi ed è in corso di fronte ai giudici di Monza perché Veronica Lario risiede nel territorio che fa parte del distretto di questo tribunale.

LA SEPARAZIONE | Nella causa di separazione, i giudici della nona sezione civile del Tribunale di Milano avevano stabilito a fine dicembre 2012 che, per consentirle di mantenere un tenore di vita analogo a quello goduto durante la convivenza, come stabilisce la legge nel caso sussista una disparità economica tra i due coniugi, alla Lario dovessero andare 100.000 euro al giorno mentre all’ex premier sarebbe rimasta la favolosa villa Belvedere di Macherio in cui Veronica aveva vissuto fino al settembre 2010 crescendo i tre figli Barbara, Eleonora e Luigi prima di trasferirsi nella suite deluxe dell’Hotel de La Ville di Monza, con vista sulla Villa Reale. La residenza da 120.000 metri quadrati, 70 stanze e parco sterminato ha un valore che si aggira intorno ai 78 milioni di euro e richiede una costante e complessa manutenzione per la quale l’ex premier ha calcolato di aver speso circa 20 milioni in un decennio (1,8 ogni anno). Nello stesso momento, ciascuno dei coniugi rinunciava a chiedere all’altro «la separazione con addebito» di «un comportamento cosciente e volontario contrario ai doveri nascenti che derivano dal matrimonio», come «la violazione del dovere di fedeltà coniugale». 

Martedì 22 ottobre 2013