«va imposto il bando delle armi chimiche, nell'interesse degli stati uniti e del mondo»

Barack Obama parla all'Assemblea Onu

Si cerca la via del dialogo con l'Iran

La difesa dei ribelli: «Insinuare che l'attacco con armi chimiche sia stato condotto da qualcun altro e non dal regime è un insulto. Proteste pacifiche sono state represse. Assad ha ucciso mille persone, centinaia di bambini, con gas chimici»

di Silvia Tozzi

Barack Obama
Barack Obama

NEW YORK | Il presidente americano Barack Obama, intervenendo a New York all'assemblea delle Nazioni Unite, ha chiarito che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu deve approvare una risoluzione forte per garantire che la Siria mantenga i suoi impegni sulle armi chimiche.«La comunità internazionale deve imporre un bando alle armi chimiche, nell'interesse degli Stati Uniti e del mondo».

I RIBELLI | Sul caso siriano il presidente americano ribadisce che i ribelli in Siria non hanno sferrato alcun attacco con i gas. «Insinuare che l'attacco con armi chimiche sia stato condotto da qualcun altro e non dal regime è un insulto».

IRAN | Obama chiama in causa anche l'Iran e si dice «incoraggiato» dalle parole più moderate di Teheran. «Ci potrebbero essere basi per un accordo diplomatico sul programma nucleare dell'Iran basato sulle recenti dichiarazioni della leadership iraniana».

NO ALLA GUERRA | «Non ritengo che una soluzione militare possa fare raggiungere una pace duratura in Siria. Va trovato un accordo sulle armi, una soluzione politica in Siria»

LE COLPE DI ASSAD | «Proteste pacifiche sono state represse. Abbiamo lavorato per sostenere l'opposizione moderata, ma i gruppi estremisti hanno avuto la meglio. La comunità internazionale non è stata all'altezza. Assad ha ucciso mille persone, tra cui centinaia di bambini, con gas chimici. La comunità internazionale deve prima di tutto far rispettare il divieto sull'uso delle armi chimiche, è nell'interesse del mondo. L'uso di armi chimiche non deve trovare spazio nel 21esimo secolo. Il mondo è più sicuro di cinque anni fa, ma Kenya, Pakistan, Iraq ci ricordano le minacce ancora presenti in tutto il mondo».

Martedì 24 settembre 2013