LA fiat li stipendiava regolarmente ma non li ha fatti rientrare al lavoro
Giovanni Barozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli furono ritenuti responsabili dal Lingotto di aver bloccato, durante uno sciopero interno, un carrello diretto a lavoratori che non aderivano alla protesta
MELFI | Domani i lavoratori licenziati dalla Fiat nel 2010 potranno tornare al lavoro dopo la definitiva reintegrazione deliberata dalla Corte di Cassazione nel luglio scorso. Fra loro vi è anche il senatore Giovanni Barozzino, eletto a febbraio nelle liste di Sel e componente della Commissione Lavoro.
GLI OPERAI | Altri operai da reintegrare sono Antonio Lamorte e Marco Pignatelli. La Fiom di Basilicata per celebrare l'evento ha organizzato un presidio fuori dalla fabbrica per rievocare la vicenda e sottolineare il valore dello sforzo sostenuto per contrastare la tesi della Fiat, che licenziò i tre ritenendoli responsabili di aver bloccato durante uno sciopero interno un carrello diretto a lavoratori che non aderivano alla protesta. Il Lingotto, pur stipendiando regolarmente i tre operai, non li aveva più fatti rientrare in fabbrica. Il comportamento della Fiat è stato giudicato antisindacale e intanto i tre operai, nel giugno scorso, sono stati citati in giudizio dalla procura di Melfi per concorso in violenza privata e turbata libertà dell'industria.
LA CASSA | Intanto la Fiat ha dato il via alla proroga della cassa integrazione straordinaria per 5.321 lavoratori della Mirafiori. La Fiom - a differenza di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri - non ha firmato l'intesa e giudica la procedura non legittima. Il provvedimento per i lavoratori di Mirafiori partirà il primo ottobre e durerà fino al 28 settembre 2014. Dal primo novembre potranno usufruire della cassa integrazione anche i 1.096 lavoratori della Maserati di Grugliasco.
Lunedì 23 settembre 2013