FOLIGNO, l'avviso di garanzia le era stato consegnato nel gennaio scorso

Inchiesta Tav, arrestata Lorenzetti di Italferr

ex presidente della Regione Umbria

A suo carico i reati di corruzione e associazione per delinquere. Si era adoperata perché venissero pagate due società impegnate nei lavori, per le quali i versamenti erano in ritardo, chiedendo in cambio favori per il marito

di Silvia Tozzi

Maria Rita Lorenzetti
Maria Rita Lorenzetti

FOLIGNO | Maria Rita Lorenzetti, presidente di Italferr, società delle Ferrovie che opera nel settore dell'Alta Velocità, ed ex governatrice, per due mandati, dell'Umbria (per il Pd), è stata messa agli arresti domiciliari nell'ambito di un'indagine della Procura di Firenze relativa a lavori della Tav in Toscana. A suo carico i reati di corruzione e associazione per delinquere. L'ordinanza di custodia cautelare è stata motivata con il rischio di reiterazione del reato.

I DOMICILIARI | Il giudice ha determinato di mettere Lorenzetti ai domiciliari perché potrebbe «commettere altri delitti. Tale pericolo va tratto dalle specifiche modalità e circostanze dei fatti che sono imputati ai singoli imputati. In particolare, la natura, la specie, i mezzi, l'oggetto, il tempo, il luogo e ogni altra modalità delle azioni poste in essere dagli indagati denotano una particolare intensità del dolo e fanno ritenere sussistente il pericolo che i medesimi possano nuovamente commettere dei reati della medesima natura».

AGLI ARRESTI IN SEI | Il provvedimento, di circa 500 pagine, che è stato notificato alla presidente di Italferr nella sua abitazione di Foligno. Altre cinque persone sono finite agli arresti domiciliari. Si tratta del geologo Valter Bellomo, membro della commissione Via del ministero dell'Ambiente, di Furio Saraceno, presidente di Nodavia, di Valerio Lombardi, tecnico di Italferr, del consulente Alessandro Coletta e di Aristodemo Busillo della Seli, che gestisce la grande fresa sotterranea Monna Lisa per realizzare il tunnel alta velocità sotto Firenze.

LE ACCUSE A LORENZETTI | La presidente di Italferr è accusata di essersi adoperata perché venissero pagate due società impegnate nei lavori della Tav a Firenze, per le quali i versamenti erano in ritardo. In cambio avrebbe ricevuto presunti favori professionali per il marito. L'avviso di garanzia era stato consegnato nel gennaio scorso. Lorenzetti ha sempre sostenuto la sua estraneità a tutti i fatti contestati.

LE ALTRE MISURE | Oltre alle sei misure cautelari, sono stati interdetti dalle rispettive attività Alfio Lombardi, Maurizio Brioni, Marco Bonistalli di Coopsette, la socia di maggioranza di Nodavia, Remo Grandori di Seli e Renato Casale, amministratore delegato di Italferr.

LA SQUADRA | Nell'ordinanza, il gip Angelo Antonio Pezzuti spiega come «l'appartenenza alla squadra di Maria Rita Lorenzetti riporta ad un articolato sistema corruttivo per cui, ognuno nel ruolo al momento ricoperto, provvede all'occorrenza a fornire il proprio apporto per conseguimento del risultato di comune interesse, acquisendo meriti da far contare al momento opportuno per aspirare a più prestigiosi incarichi, potendo contare sul fatto che i relativi effetti positivi si riverbereranno, anche se non nell'immediato, sui componenti della squadra medesima sotto forma anche di vantaggi di natura economica. In questa cornice, che prevede la contestuale ripartizione dei funzionari pubblici interessati ai procedimenti amministrativi di interesse, in amici e nemici, sono stati rilevati scambi di favore di varia natura».

Martedì 17 settembre 2013