SI TRATTA DI 13 AZIENDE DISLOCATE IN TUTTO IL NORD ITALIA, DA VERONA A LECCO

Riva Acciaio: 1400 esuberi, a casa da oggi

Niente stipendio, nessuna garanzia di rientro

La produzione si ferma in seguito al sequestro preventivo predisposto dal gip di Taranto. Non ci sono soldi e i fornitori non consegnano più

di Silvia Tozzi

Altiforni
Altiforni

VERONA | Dopo il sequestro preventivo penale predisposto dal Gip di Taranto, Riva Acciaio ha comunicato la cessazione immediata di tutte le attività dell'azienda, esterne al perimetro gestionale dell'Ilva, e relative a sette stabilimenti in cui sono impiegati circa 1.400 persone. Ovvero le attività produttive di Verona, Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero, Cerveno (Brescia) e Annone Brianza (Lecco) e dei servizi e trasporti (Riva Energia e Muzzana Trasporti). 

LA DICHIARAZIONE DI RIVA ACCIAIO | Per la Riva si tratta di accanimento. Con i sequestri, è impossibile pagare i fornitori, che non erogano più materiali, e, in ogni caso, tutto l'introitato sarebbe automaticamente sequestrato.«Tali attività non rientrano nel perimetro gestionale dell'Ilva - ha spiegato l'azienda in un comunicato - e non hanno quindi alcun legame con le vicende giudiziarie che hanno interessato lo stabilimento Ilva di Taranto. La decisione, comunicata al custode dei beni cautelari, Mario Tagarelli, e illustrata alle rappresentanze sindacali dei diversi stabilimenti coinvolti, si è resa purtroppo necessaria poiché il provvedimento di sequestro preventivo penale del Gip di Taranto, datato 22 maggio e 17 luglio 2013, e comunicato il 9 settembre, che sottrae a Riva Acciaio i cespiti aziendali e il sequestro dei saldi attivi di conto corrente, porta al blocco delle attività bancarie, impedendo il normale ciclo di pagamenti aziendali. Non esistono più le condizioni operative ed economiche per la prosecuzione della normale attività». Riva Acciaio impugnerà il provvedimento di sequestro, ma nel frattempo deve procedere alla sospensione delle attività e alla messa in sicurezza degli impianti.

I LAVORATORI | Si tratta di quasi 1.500 addetti in 13 società riconducibili alla famiglia. Il sequestro interessa beni e conti correnti per 916 milioni di euro. La Fim Cisl ritiene che questo sia un episodio gravissimo, di cui fanno le spese solo i lavoratori. Si invita l'azienda a ricorrere immediatamente all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, e la procura a scorporare dal provvedimento di confisca - in tempi rapidi - tutto ciò che impedisce la normale prosecuzione dell’attività produttiva e lavorativa. «Si tratta dell'ennesima beffa ai danni dei lavoratori che non hanno nessuna responsabilità», ha dichiarato il segretario nazionale Fim Cisl Marco Bentivogli.

IL GRUPPO | Il Gruppo Riva Forni Elettrici conta circa 5mila dipendenti, impiegati in 20 siti produttivi e di lavorazione di cui 12 in Italia, tra cui il primo stabilimento produttivo con forno elettrico di Caronno Pertusella realizzato nel 1957, le Acciaierie e Ferriere del Tanaro a Lesegno in provincia di Cuneo, le Officine e Fonderie Galtarossa di Verona.

LA REAZIONE POLITICA | La Lega Nord ha chiesto che il ministro Flavio Zanonato riferisca immediatamente in Aula su come il governo intende «far desistere la magistratura da una decisione di una gravità inaudita che mette in ginocchio un intero comparto e che rischia di mandare per strada migliaia di persone», ha dichiarato Davide Caparini, responsabile della comunicazione della Lega Nord. «Il sequestro preventivo blocca di fatto l’operatività di tutte le aziende del gruppo. Si tratta di una decisione folle che sta mettendo a repentaglio la capacità produttiva e occupazionale di un settore chiave della nostra industria».

Venerdì 13 settembre 2013