È Scontro su calendario lavori
Destino Governo legato a doppio giro alle sorti del Cavaliere
ROMA | C’è una cosa su cui Pd e Pdl sono davvero entrambi insuperabili: riescono a litigare praticamente su tutto. Un braccio di ferro continuo che ha il potere di mettere a tappeto più l’opinione pubblica, esasperata dai loro inconcludenti battibecchi, che il reciproco avversario di ciascuno. Ma sul tavolo la posta in gioco è alta, e non è tanto la credibilità e la coerenza di fronte ai cittadini che se pur sbandierata resta all’ultimo posto del pensiero politico, quanto le poltrone e gli equilibri interni alle forze in campo.
PDL E PD NESSUN ACCORDO SU CALENDARIO GIUNTA | Quest’oggi motivo del contendere è stato il mancato accordo sul calendario dei lavori, alla Giunta per le elezioni e immunità del Senato, che come sappiamo, è chiamata ad esprimere il parere sulla decadenza da parlamentare di Silvio Berlusconi per effetto della legge Severino.
CUCCA, NO DILAZIONE TEMPI | Per i democratici è inaccettabile la richiesta dilatoria del Pdl. Il senatore Giuseppe Cucca, capogruppo del Pd nella Giunta delle immunità dice, senza mezzi termini, come la pensa al riguardo e quali sono i tempi massimi dell’azione. «Il Pd ha definito in modo netto quelli che devono essere i tempi di lavoro della Giunta per le immunità e le autorizzazioni del Senato – scrive in una nota - Oggi, nell'Ufficio di Presidenza della Giunta, abbiamo proposto di chiudere la discussione per arrivare al voto nella giornata di venerdì 13. Per cercare una larga condivisione e raggiungere quell'unanimità ci siamo detti disponibili a chiudere i nostri lavori nella giornata di lunedì o al massimo nella mattina di martedì 17, visto che il calendario d'aula non prevede sedute. Quelli che abbiamo indicato ci sembrano tempi congrui per la discussione generale sulla relazione del senatore Augello. Andare oltre i primissimi giorni della prossima settimana, come chiede il Pdl, per il voto sulla relazione di Augello appare onestamente una inutile dilatazione dei tempi».
Intanto Domani si torna in Giunta e la volontà dichiarata è quella di trovare un accordo ragionevole con le altre forze politiche, «ma - precisa l’onorevole Cucca - non riteniamo accettabile spingersi oltre la giornata di martedì. Sarebbe grave se la Giunta fosse costretta da pressioni strumentali ad un voto a maggioranza sul calendario».
DE MONTE, VOTO ENTRO PROSSIMA SETTIMANA | Anche la senatrice Isabella De Monte (Pd), segretaria della Giunta per le elezioni a Palazzo Madama insiste sulla necessità di stringere i tempi: «La Giunta per le elezioni non può andare contro la legge, che impone decisioni in tempi rapidi. Il Pd riproporrà nella seduta di domani l'esigenza di andare avanti ad oltranza per arrivare al voto all'inizio della prossima settimana. Dobbiamo ribadire che non c'è alcuna relazione tra il nostro lavoro e la durata del governo e che i problemi degli italiani valgono enormemente di più di quelli di una singola persona».
ZOGGIA , NESSUNO È AL DI SOPRA DELLA LEGGE | «Il condannato è Berlusconi. Il problema è del Pdl». Incalza così Davide Zoggia, responsabile Organizzazione del Pd: «Vedo che il Pdl continua a reclamare la responsabilità del Pd. Diciamo basta con questo capovolgimento della realtà. Silvio Berlusconi ha ricevuto una condanna definitiva. Il Pd non potrà che agire in base alla legalità e allo Stato di diritto, riconoscendo a Berlusconi il diritto alla difesa, peraltro già esercitato ampiamente in anni e anni del processo, ma senza deflettere dalla legge. Non ci si può chiedere altro, né mai, da mesi, abbiamo detto altro. Se il Pdl è prigioniero delle sorti personali di Berlusconi e per questo fa cadere il governo, il Pdl se ne assume tutta la responsabilità. Sono loro che devono spiegare ai cittadini che fanno cadere un governo nato per rispondere ai problemi degli italiani perché pretendono che Silvio Berlusconi, essendo un politico, sia al di sopra delle leggi».
CAPEZZONE, VIOLATO IL DIRITTO E LA DEMOCRAZIA | Di tutt’altro tenore le opinioni del fronte opposto. Il portavoce del Pdl Daniele Capezzone parla di aggressione politica ai danni del Cavaliere e di negazione del diritto: «Dopo una pausa, molto breve, sono tornati all’opera in Giunta (e fuori dalla Giunta) i guerriglieri del Pd, interessati per nulla al diritto e alla democrazia, ma solo tesi all’aggressione personale e politica contro Berlusconi e i suoi elettori. Tutto è drammaticamente chiaro».
BRUNETTA, ASPETTARE SENZA CONTE DI LUSSEMBURGO | Ancora più drastico Renato Brunetta che chiede: «Di che cosa ha paura il Partito democratico?». In una nota il capogruppo del Pdl alla Camera scrive: «Il relatore Augello nella sua terza pregiudiziale ha proposto alla Giunta per le elezioni di sottoporre alla Corte di giustizia di Lussemburgo un semplice quesito: se cioè la legge di cui si sta valutando l’applicabilità al senatore Berlusconi ottemperi ai criteri di diritto che stanno a fondamento dell’Ue. Banalmente: perché no?». Brunetta insiste su un semplice ragionamento: «Silvio Berlusconi è stato uno degli artefici della politica italiana di questi ultimi 20 anni. Lo rimarrebbe per altre 8 settimane: il tempo indispensabile per acquisire il verdetto della Corte. E nel caso la Giunta prenderebbe delle decisioni importanti per il futuro del nostro Paese sulla base di un parere affidato ad un giudice terzo, come prevedono la legge e il trattato di Lisbona, dirimendo ogni ragionevole dubbio. Se la legge è uguale per tutti, deve esserlo anche per Silvio Berlusconi. Il rifiuto del Partito democratico ad assumersi almeno l’obbligo morale del dubbio, avendo con Sel e Cinque Stelle la maggioranza della Giunta, si risolve in una sorta di assassinio politico del leader della principale forza alleata, che dunque non può che prendere atto di questo attacco. La maggioranza si spezzerebbe. La caduta del governo Letta sarebbe conseguente. E la colpa e la irresponsabilità tutte del Pd. E allora dinanzi a questo scenario: di che cosa ha paura il Partito democratico?»
Mercoledì 11 settembre 2013